La terza persona in terapia: guida all’uso dell’autocaratterizzazione

Si tratta di un approccio terapeutico innovativo, che ha dimostrato poter portare notevoli benefici e arricchire la propria crescita personale. Come utilizzarlo e quali sono i suoi vantaggi

La terza persona in terapia: guida all’uso dell’autocaratterizzazione

Ogni giorno di più, in psicologia e psicoterapia, emergono approcci innovativi che sfidano le convenzioni tradizionali.

Uno degli approcci più interessanti degli ultimi tempi, per esempio, è certamente l’uso della terza persona all’interno del contesto terapeutico, noto anche come “autocaratterizzazione”.

In questo articolo, dunque, esploreremo nel dettaglio come il parlare di sé in terza persona possa influenzare e arricchire il percorso di terapia, esaminando le sue implicazioni nei contesti delle terapie di coppia, dell’approccio cognitivo-comportamentale e delle psicoterapie intensive.

Allo stesso tempo, sveleremo come questa tecnica offra una lente unica attraverso cui osservare il proprio processo di trasformazione psicologica da un diverso punto di vista.

Come fare un’autocaratterizzazione 

L’autocaratterizzazione è una tecnica psicologica utile per esplorare la percezione di se stessi da una prospettiva distante e oggettiva. Durante una seduta con lo psicologo, questa pratica può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e migliorare la comprensione dei propri pensieri, emozioni e comportamenti. 

Ecco una panoramica su come metterla in pratica durante una seduta di psicoterapia

  • Prima di iniziare, comunica al tuo terapeuta l’intenzione di provare l’autocaratterizzazione.
  • Siediti comodamente e scegli un aspetto della tua vita o problematica da esplorare.
  • Crea una certa distanza emotiva e cognitiva dalla situazione in discussione e comincia a parlare di te in terza persona. In questo modo potrai identificare schemi dannosi, blocchi emotivi e limitazioni cognitive che non sempre sono evidenti quando si adotta una prospettiva più soggettiva.
  • Approfondisci dettagliando, sempre in terza persona, i tuoi pensieri e le tue emozioni al fine di scoprire sentimenti nascosti o inediti.
  • Discuti con il terapeuta dei risultati e delle intuizioni emerse.

Ricorda che l’autocaratterizzazione richiede pratica e guida professionale per massimizzare i benefici del tuo percorso terapeutico e favorire la tua crescita personale.

Come si svolgono le sedute di psicoterapia?

Le sedute di psicoterapia rappresentano un percorso di trasformazione personale in cui un individuo collabora con uno psicoterapeuta per affrontare sfide psicologiche, emotive o comportamentali. Durante queste sessioni, si sviluppa una relazione di fiducia che permette all’individuo di esplorare e affrontare le proprie difficoltà in un ambiente sicuro e di supporto.

In base alle volontà e necessità del paziente, il terapeuta opta quindi per uno o più approcci terapeutici. Le sedute di psicoterapia che incorporano l’autocaratterizzazione, ad esempio, offrono un approccio trasformativo unico per affrontare le sfide psicologiche. Questo approccio si basa sulla teoria del costruttivismo, che considera la realtà come soggettiva e influenzata dalle interpretazioni individuali. 

Durante le prime sedute, lo psicoterapeuta introduce il concetto di autocaratterizzazione. Spiega che il paziente sarà invitato a descriversi in terza persona, come se fosse un amico benevolo che conosce profondamente la sua personalità e storia. L’analisi di questa descrizione gli permetterà di cercare parole chiave e schemi ricorrenti e identificare credenze limitanti, aspetti nascosti o dinamiche interne che potrebbero influenzare il benessere mentale del paziente.

Basandosi sulle nuove prospettive emerse, lo psicoterapeuta e il paziente collaborano nello sviluppo di strategie di cambiamento. Queste strategie possono includere l’adozione di nuovi schemi di pensiero, l’identificazione di risorse personali e l’apprendimento di nuovi modi di gestire le emozioni. Tale approccio è utile sia per la terapia cognitivo-comportamentale che per le psicoterapie intensive. 

L’uso della terza persona in terapia, inoltre, può essere utilizzato anche per la terapia di coppia. L’approccio dell’autocaratterizzazione rappresenta una potente risorsa per esplorare le dinamiche e le sfide che influenzano una relazione. Non parlando in prima persona, infatti, i partner possono sviluppare una comprensione più profonda dei fattori che influenzano il rapporto e instaurare una comunicazione più empatica e costruttiva. 

Come sapere se la psicoterapia funziona?

Valutare l’efficacia della psicoterapia può essere un compito complesso. Tuttavia, l’autocaratterizzazione offre un metodo tangibile per osservare il progresso.

La capacità di scrutarsi da una prospettiva distante permette ai pazienti di rilevare cambiamenti nel loro schema di pensiero, nel loro mondo emotivo e nei loro comportamenti. Questi cambiamenti, spesso sottili ma significativi, possono essere indicatori preziosi di crescita e miglioramento.

 

Quando si vedono i primi risultati della psicoterapia?

I tempi dei risultati terapeutici variano da persona a persona, ma i primi segni di progresso si riflettono spesso in una maggiore consapevolezza e una minore reattività emotiva. L’autocaratterizzazione accelera questo processo, fornendo un mezzo per osservare se stessi in modo distaccato e approfondito. Tuttavia, è cruciale mantenere una prospettiva realistica: il percorso terapeutico è individuale e richiede pazienza.

Insomma, l’autocaratterizzazione è una tecnica preziosa nell’arsenale delle pratiche terapeutiche che offre un nuovo livello di consapevolezza e trasformazione. Osservarsi dall’esterno permette di identificare schemi mentali limitanti e di sviluppare nuovi modi di affrontare sfide e difficoltà.