Scienza

Il cervello degli adolescenti: creativo e sconsiderato

Perché gli adolescenti si comportano in modo insensato, ma hanno idee geniali?

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Il cervello degli adolescenti: creativo e sconsiderato

Gli studi sullo sviluppo del cervello dall’infanzia all’età adulta ci spiegano in parte il comportamento bizzarro degli adolescenti: che sembrano alieni al giudizio e all’autocontrollo, ma ragionano in modo creativo e hanno le idee migliori.

I genitori alle prese con un figlio adolescente spesso si domandano: “Dove ha la testa? Gli ha dato di matto il cervello?”. Di fronte all’imprevedibilità di un comportamento adolescenziale spesso gli adulti vanno in crisi, dimenticandosi della loro giovinezza. Allo stesso tempo però ci si stupisce di come cambia la capacità di apprendimento di un adolescente che, crescendo, comincia a ragionare sul mondo che lo circonda in modo sempre più astratto e originale, riuscendo a far fronte a richieste scolastiche sempre più impegnative. “Ma allora?” torna a chiedersi il genitore “se è così intelligente, perché si comporta da stupido?”. Una spiegazione neurofisiologica c’è.

Il cervello degli adolescenti

Sono due gli elementi chiave da tener presente in adolescenza:
1) il cervello va incontro ad un processo di rimaneggiamento e cambiamento che coinvolge sia la corteccia cerebrale (la sostanza grigia, che contiene i neuroni e le loro connessioni, le sinapsi) sia i prolungamenti dei neuroni che collegano le varie aree tra di loro (sostanza bianca);
2) le aree cerebrali addette alla capacità di giudizio e al controllo delle proprie azioni non sono ancora del tutto mature.

Sinapsi selvagge

Durante l’infanzia, la materia grigia e il volume cerebrale aumentano, con una significativa differenza temporale tra femmine e maschi: nelle femmine la sostanza grigia raggiunge un picco di sviluppo a 8 anni e mezzo e il volume cerebrale totale ai 10 anni e mezzo, mentre nei maschi il processo avviene più tardi (10 anni e mezzo e 14 anni e mezzo). Questo aspetto in parte spiega la differenza tra la maturità di maschi e femmine alla fine della scuola primaria.
Dopo questa età si assiste a una sorta di inversione di marcia: il volume della sostanza grigia decresce, mentre aumenta quello della sostanza bianca.
Perché la sostanza grigia diminuisce? Il fenomeno della “potatura” ci spiega questa stranezza. Quando alla fine dell’infanzia la sostanza grigia totale raggiunge il proprio culmine e si ritrova ricca di neuroni e di sinapsi (le aree in cui i neuroni comunicano tra loro), queste ultime sono cresciute disordinate e in eccesso rispetto a quanto serva veramente per un corretto funzionamento neuronale. È un po’ come quando dobbiamo partire per un viaggio: immancabilmente mettiamo in valigia più vestiario di quello che effettivamente ci serve, con l’idea di essere pronti a qualsiasi evenienza. Durante i primi anni di vita il cervello si accresce come se dovesse attrezzarsi per un lungo viaggio. Non tutte le sinapsi però servono veramente e alcune sono in eccesso. C’è un po’ di sana confusione: le sinapsi sono “selvagge” e instabili, destabilizzano anche le sinapsi vicine e c’è bisogno di un po’ di ordine. Per questo motivo interviene una proteina, la laminina-alfa-5, che ha la funzione di stabilizzare le sinapsi e di irrobustire quelle che servono.
Le sinapsi che meno usate vengono invece tagliate, potate (fenomeno detto pruning, che vuol dire appunto potatura) a favore di quelle che invece vengono utilizzate di più. È un processo lungo che si completa solo dopo anni di potatura: il risultato è che tra i 20 e i 25 anni il numero delle sinapsi si è quasi dimezzato e il volume della materia grigia è quindi diminuito. Le sinapsi sono di meno ma sono più ordinate, robuste, stabilizzate e quindi più funzionali. La corteccia cerebrale appare anche più compatta e densa; questo avviene soprattutto nelle femmine che presentano un volume complessivo cerebrale minore rispetto ai maschi ma una densità maggiore della corteccia cerebrale. La maggior stabilità delle sinapsi aiuta a mantenere e a consolidare ciò che impariamo.

Mielina e alta velocità

In parallelo, nel cervello si irrobustiscono anche le guaine che circondano i prolungamenti dei neuroni (le guaine mieliniche). La quantità di mielina quasi raddoppia in alcune regioni cerebrali e aumenta il volume della sostanza bianca (che è di questo colore proprio perché ricoperta di mielina). Questa impennata della mielinizzazione permette una maggior rapidità di propagazione del messaggio nervoso, che viaggia quindi come un treno ad alta velocità e arriva a destinazione in maniera più efficiente e precisa.
Aumentano inoltre i collegamenti tra aree cerebrali diverse e tra i due emisferi cerebrali: infatti il corpo calloso, che è il crocevia tra l’emisfero cerebrale sinistro e quello destro, dopo l’infanzia aumenta progressivamente di spessore.
Le informazioni viaggiano in maniera più efficiente ed efficace, con maggiore possibilità di stabilire dei ponti, dei collegamenti, tra dati di esperienza diversi e far nascere pensieri progressivamente più astratti e creativi.
Questi processi che interessano la sostanza grigia e la sostanza bianca permettono quindi un rapido sviluppoincremento cognitivo.

Lobi frontali e giudizio

La nostra capacità di giudizio e di controllo degli impulsi, la capacità di pianificazione degli eventi e di prendere decisioni considerando i pro e i contro, il saper attendere e avere la pazienza di non ottenere tutto e subito, capire le intenzioni degli altri e il punto di vista degli altri, tutte queste funzioni sono “governate” dalla porzione più anteriore del cervello, i lobi frontali, e in particolare dalle connessioni che una parte di questi (le aree prefrontali) stabiliscono con altre aree del cervello.
Tutte queste qualità (giudizio, pianificazione, attesa, mettersi nei panni degli altri) sembrano aliene agli adolescenti. Le neuroscienze ci spiegano perché: le aree cerebrali frontali sono le ultime a formarsi e a completare la loro maturazione. Infatti durante tutta l’adolescenza il lobo frontale continua il proprio processo di maturazione, incrementando progressivamente le connessioni con le altre aree cerebrali e questo processo continua fino ai trent’anni. Per esempio durante l’adolescenza aumentano progressivamente le connessioni tra aree frontali e sistema limbico (addetto alla memoria), permettendo quindi una maggiore integrazione dell’esperienza e della memoria nella capacità di prendere decisioni.
Mai dare le chiavi di un’auto sportiva in mano ad un neo patentato! Non è solo questione di inesperienza: è che la capacità di giudizio di un diciottenne è molto diversa rispetto a un venticinquenne (con le dovute differenze tra persona e persona). Diamo quindi tempo e fiducia ai neuroni adolescenti di apprendere, fare esperienza, mettersi in ordine, di collegarsi tra loro in modo inaspettato e completamente nuovo: prima o poi l’età adulta arriva. E speriamo che quel nuovo adulto si ricordi di com’era qualche anno prima.

All’interno del servizio specialistico di Psicologia e Psicoterapia al Centro Medico Santagostino, lÉquipe Adolescenti vede sin dalla prima visita il giovane ma anche i genitori, al fine di proporre un percorso personale all’adolescente e fornire un sostegno ai genitori, che spesso si sentono messi in scacco.

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