Il gap generazionale può essere un limite, oppure una risorsa tra generazioni differenti. Tutto dipende dal tipo di relazione e scambio che si genera tra due (o più) persone con una differenza d’età importante. Ma come può essere definito in modo chiaro?
E come costruire un dialogo intergenerazionale? Risponde a queste domande la dottoressa Anna Santoro, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino.
Come si può definire il gap generazionale?
Con il termine gap generazionale, o conflitto generazionale, si intende sostanzialmente la differenza tra idee, approccio culturale, sviluppo economico-tecnologico-sociale e modalità relazionali che sussiste tra una generazione più giovane e quelle precedenti e successive.
Il gap generazionale come concetto non nasce ora ma esiste da tanti anni. Venne infatti utilizzato per la prima volta nei Paesi occidentali negli anni sessanta per indicare le differenze culturali che si erano create tra la generazione dei baby boomer e quella dei loro genitori. Le differenze riguardavano principalmente i gusti musicali, la moda, la politica, l’uso di sostanze.
I baby boomer iniziarono a ribellarsi con grandi proteste e venivano considerati dai loro predecessori come ragazzi che volevano oltrepassare ogni convenzione sociale. Successivamente, negli anni ottanta, nasce la generazione chiamata MTV, sulla scorta dell’allora nuovo canale musicale televisivo. Una generazione di passaggio tra la generazione X, nata negli anni ‘70, e la generazione Y, nata negli anni ‘90. La differenza sostanziale in quegli anni fu l’avvento della telematica.
Come si calcolano le generazioni?
In media una generazione dura in un arco di tempo compreso tra i 15 e i 25 anni. Le ultime generazioni sono:
- baby boomer
- boomer, o generazione MTV
- generazione X
- millennial, o generazione Y
- generazione Z.
Il gap generazionale oggi
Attualmente si vive un gap generazionale causato principalmente dall’evoluzione delle nuove tipologie di media e dalla difficoltà di creare un canale comunicativo strutturato e valido tra genitori e figli.
Si evidenzia una grande differenza tra gli over 40 e i figli adolescenti nel campo della tecnologia, con i figli che sono ormai nativi digitali e accedono all’uso dei mezzi tecnologici con estrema, a volte eccessiva, rapidità e facilità e i genitori che spesso devono farsi supportare per poter comprendere alcuni meccanismi. Oggi si è di fronte a una comunicazione digitale sempre pronta, immediata e variata che è principalmente riservata ai giovani e da cui sono tagliati fuori i più grandi.
Nel campo del lavoro si assiste ad un grande divario, quando per esempio nella stessa azienda convivono i baby boomer, magari abituati a lavorare in ufficio prendendo appunti carta e penna, e i millennial o, gli ancor più giovani della generazione Z, immersi nel mondo digitale e dei social media.
Un punto importante è che spesso il gap generazionale si traduce nella creazione di difficoltà comunicative e collaborative, con alla base la presenza di pregiudizi e scontri.
Legato al gap generazionale esiste il divario generazionale, che rappresenta il ritardo che i giovani di oggi hanno rispetto ai loro predecessori nel raggiungere un’indipendenza economica e la realizzazione professionale.
In quali aspetti della vita si manifesta il gap generazionale?
Il conflitto generazionale rimane trasversale a moltissimi aspetti della vita. Si vivono differenze nel campo del lavoro, e dove questo conflitto causa il prolungamento dell’età pensionabile si assiste alla presenza contemporanea di lavoratori boomer e lavoratori della generazione Z.
Nel campo della tecnologia è evidente un divario tra le generazioni passate e quelle più recenti, un divario contraddistinto dalla velocità dello sviluppo dei mezzi tecnologici cui i più anziani faticano ad accedere con la stessa disinvoltura e rapidità dei più giovani.
Il gap si ritrova anche nel rapporto tra genitori e figli. Vuoi nelle modalità comunicative, vuoi nell’utilizzo diverso dei social e delle nuove tecnologie e nelle modalità relazionali; emerge una differenza anche nella maggior sensibilità che i giovani sembrerebbero manifestare verso temi quali educazione ambientale, associazioni LGBT, diritti civili, rispetto per minoranze e parità di genere.
Le generazioni di oggi rispetto alle precedenti sono molto orientate all’efficientismo, alla produttività e al perfezionismo. Spesso gli over 60 vengono ritenuti inefficienti, generando uno stereotipo non del tutto sano.
Come risolvere questo gap?
A mio parere il modo per risolvere il conflitto e la distanza generazionale si concentra nella costruzione di un dialogo strutturato e condiviso. È importante che si venga a creare un buon canale comunicativo tra le generazioni, in modo da poter superare insieme le difficoltà.
I giovani possono così cogliere quello che l’anziano può offrire in termini di esperienza e saggezza. L’anziano può accogliere le qualità e le idee dei giovani senza rifiutarle a priori.
In entrambi i casi vi è la necessità di uno sforzo da mettere in atto. Le modalità possono essere le più svariate: promuovere incontri nel mondo scuola, in contesti istituzionali o sociali; oppure ancora nei luoghi di lavoro. Questo per promuovere un benessere comune e una modalità comunicativa che dia spazio al confronto costruttivo.
(13 Dicembre 2022)