Si parla spesso dell’opportunità di impartire un’educazione sessuale agli adolescenti. Ma perché è così importante? E quando si dovrebbe iniziare a farlo?
Le trasformazioni puberali, i cambiamenti biologici, socio-emotivi e cognitivi che avvengono in adolescenza portano i ragazzi e le ragazze a scoprire un nuovo corpo e una nuova pulsionalità, oggi spesso con una precocità maggiore rispetto alle passate generazioni.
È importante considerare, infatti, che attualmente la comparsa dei primi segni della pubertà avviene intorno agli 8-10 anni per le ragazze, con menarca (prima mestruazione) a 12 anni circa, e agli 11 anni per i ragazzi. Si tratta di cambiamenti del corpo: aumento della peluria, modificazione della voce, sviluppo di ghiandola mammaria, ovaie, utero, pene, testicoli, produzione di ormoni.
A questi si affiancano cambiamenti psicologici ed emotivi che spingono ragazzi e ragazze a una ricerca identitaria e di indipendenza: una ricerca che passa anche attraverso la sperimentazione di nuovi comportamenti ed esperienze, incluse quelle sessuali.
Ecco allora che l’educazione sessuale diventa uno strumento fondamentale per gestire al meglio questa fase di transizione. Scopriamo come con l’aiuto della dott.ssa Martina La Greca, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino.
Perché è importante l’educazione sessuale?
Introdurre i ragazzi e le ragazze alle tematiche relative alla sessualità, all’affettività e alle relazioni interpersonali è utile per tutelare il benessere di ogni adolescente, rispetto a malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate, discriminazioni e violenze, e sostenerlo a intraprendere una vita affettivo-relazionale sicura e soddisfacente.
L’educazione sessuale aiuta a promuovere un dialogo sui cambiamenti che affrontano gli adolescenti in questa delicata fase di sviluppo, come i cambiamenti fisici, emotivi, relazionali e intellettivi. Permette di dare voce ai dubbi e alle domande che investono ragazzi e ragazze in relazione al corpo che cambia: non è più quello di un bambino e ha capacità riproduttive adulte.
In questa fase evolutiva, lo sviluppo somatico segue un tempo diverso rispetto allo sviluppo psicologico: il corpo degli adolescenti cambia velocemente, mentre il cervello procede più lentamente. In particolare, la corteccia prefrontale, l’area cerebrale deputata al controllo degli impulsi e alla capacità di giudizio, ha una maturazione ritardata (fino ai 25 anni), rendendo quindi gli adolescenti più inclini a comportamenti a rischio e impulsivi. L’educazione sessuale si pone dunque anche come intervento preventivo rispetto a comportamenti a rischio.
È importante sottolineare, inoltre, che negli ultimi anni si tende a parlare di educazione sessuale e affettiva: ciò significa che l’attenzione è sia rivolta ai temi biologici e legati al corpo, sia ai temi affettivi e relazionali, per educare i giovani a 360 gradi.
Quando si inizia a fare educazione sessuale?
Una piccola premessa è d’obbligo: l’Italia è tra i pochi paesi dell’Unione Europea in cui non è obbligatoria l’educazione sessuale a scuola.
Generalmente, l’educazione sessuale viene proposta a partire dalle scuole secondarie di primo grado (scuola media), rivolgendosi ai preadolescenti, oppure solamente nelle scuole secondarie di secondo grado (scuola superiore), per gli adolescenti. Sarebbe indicato invece svolgere percorsi di educazione affettiva e sessuale sin dalla scuola primaria in modo da preparare i giovani ai cambiamenti corporei della pubertà – i cui tempi, come già accennato, sono oggi sempre più anticipati – e da favorire esperienze affettivo-relazionali sicure.
È importante che l’educazione affettiva e sessuale sia personalizzata in base alle fasce d’età a cui ci si rivolge.
Cosa si insegna in educazione sessuale?
Ecco alcune delle tematiche tipicamente affrontate in educazione sessuale per preadolescenti e adolescenti:
- pubertà e cambiamenti del corpo
- malattie sessualmente trasmissibili, protezione e comportamenti sessuali sicuri
- gravidanza e contraccezione
- prime esperienze sessuali
- pornografia, sessualità e nuove tecnologie
- stereotipi di genere e modelli di femminile e maschile nella cultura di riferimento
- identità di genere e orientamento sessuale
- comunicazione e consenso nelle relazioni
- emozioni, innamoramento, amore, gestione delle relazioni e dei conflitti relazionali
Perché alcuni genitori si trovano in difficoltà con l’educazione sessuale?
Come i giovani, anche i genitori si possono trovare disorientati di fronte allo sviluppo e alla crescita dei loro figli e possono vivere con sorpresa e, a volte, con allarme, i cambiamenti puberali e psicologici. I loro bambini e bambine stanno diventando adulti.
Il rapporto genitore-figli nei primi anni di vita produce una forte intimità e vicinanza a livello corporeo poiché i genitori accudiscono i figli anche in tutte quelle esigenze che hanno a che fare col corpo. La pubertà pone invece una distanza fisica tra genitori e figli, oltre che una discrepanza tra l’immagine che i genitori avevano dei propri figli e ciò che questi stanno diventando.
Potrebbe quindi risultare difficile per i genitori avvicinarsi al “nuovo” figlio e affrontare il cambiamento. Ancor di più, potrebbe essere faticoso parlare di sessualità, una tematica che molti adulti vivono con imbarazzo e vergogna, e ritengono un tabù.
I genitori potrebbero sentirsi in difficoltà anche a discutere di temi ed esperienze sessuali ben diverse da quelle che hanno contraddistinto le loro sperimentazioni giovanili. È quindi utile approcciare il discorso tendendo a mente che gli adolescenti stanno vivendo delle esperienze del tutto personali e uniche.
È bene ricordare, inoltre, che i figli, sin da piccoli, assorbono ciò che vedono e vivono nel loro ambiente di vita: i genitori fungono da esempio per tutto. Ancor prima di usare le parole, dunque, i genitori possono essere modello per la gestione delle relazioni, delle emozioni e degli affetti.
(1 Dicembre 2023)