Oltreoceano gli specialisti della salute mentale faticano ad arginare le richieste per gli Emotional Support Animals (ESA), cioè gli animali di supporto emotivo. Una realtà che prima o poi potrebbe riguardare anche l’Italia.
È noto che il benessere psichico dipende da un adeguato supporto sociale ed emotivo. Mentre il primo comprende soprattutto gli aiuti pratici da parte di chi ci circonda, quello emotivo si fonda sull’ascolto, l’empatia, la fiducia, l’incoraggiamento, da parte di chi riesce a farci sentire accettati e amati.
Ciò che forse è meno noto è che il supporto emotivo può essere offerto anche dagli animali. Al punto tale che negli Stati Uniti, esibendo una speciale certificazione rilasciata da uno psichiatra, molte persone possono imporre praticamente ovunque la presenza del proprio Emotional Support Animal (ESA), o animale terapeutico.
Cosa vuol dire ESA?
L’acronimo ESA, Emotional Support Animals, significa letteralmente animale di supporto emotivo, e negli Stati uniti è già una realtà consolidata. Chi ne fa richiesta, può ottenere il certificato di un professionista della salute mentale che attesta il bisogno del supporto emotivo a chi ha determinate patologie psichiatriche identificate dal DSM 5, come:
- l’ansia generalizzata
- la depressione
- i disturbi dell’umore
- gli attacchi di panico
- le fobie specifiche.
Chi ottiene il certificato può portare il proprio animale ovunque e gratuitamente, anche in quei posti in cui la presenza degli animali è esplicitamente vietata (come i ristoranti, i musei, gli alberghi, gli hotel, i B&B ecc.). Questo permette di tollerare e gestire meglio le situazioni stressanti.
Come si può facilmente immaginare, al primo posto, tra gli animali di supporto emotivo, troviamo il cane. Tuttavia sono ugualmente diffusi anche gatti, caprette, maiali e conigli.
A cosa servono i service dog?
Quando si parla di ESA non bisogna cadere nella tentazione di generalizzare e confondere questo tipo di animale con i cosiddetti service dog o cani da assistenza, che sono addestrati per fornire supporto e assistenza alle persone con diversi tipi di disabilità o condizioni mediche come ipovedenti, diabetici, epilettici e persone con disabilità motorie.
Le differenze significative tra un “ESA” (Emotional Support Animal) e un “service dog” (cane da assistenza) in termini di addestramento, ruolo e diritti legali sono molteplici. Eccone una panoramica:
- Compito principale. Mentre gli ESA forniscono supporto emotivo ai loro proprietari che soffrono di una condizione di salute mentale o emotiva, offrendo loro conforto e sostegno attraverso la propria presenza, i cani da assistenza sono addestrati per svolgere compiti specifici e fornire assistenza pratica alle persone con disabilità, come guidare i non vedenti, raccogliere oggetti, rilevare crisi epilettiche, ecc.
- Addestramento. Gli ESA non richiedono l’addestramento formale specifico che è richiesto per i cani da assistenza. Tuttavia, dovrebbero essere ben educati e rispettosi delle regole di comportamento pubblico. I cani da assistenza sono invece sottoposti a un addestramento professionale mirato per compiere compiti specifici legati alla disabilità del loro proprietario e devono superare rigorosi test di addestramento.
- Diritti legali. Gli ESA hanno diritti legali limitati. Negli Stati Uniti, ad esempio, hanno il diritto di volare in cabina con il loro proprietario e di essere alloggiati in alloggi che vietano animali domestici. Tuttavia, non hanno il diritto di accedere a luoghi pubblici, come i cani da assistenza. I cani da assistenza hanno diritti legali molto più ampi. Sono autorizzati ad accedere a luoghi pubblici, come ristoranti, negozi e trasporti pubblici, a meno che la loro presenza rappresenti una minaccia diretta alla salute o alla sicurezza di altre persone.
- Certificazione. Gli ESA non richiedono certificazioni ufficiali. Spesso, il loro status è basato su una lettera di un professionista sanitario che attesta la necessità di un animale di supporto emotivo. I cani da assistenza, invece, sono sempre certificati e registrati in conformità con le leggi locali o nazionali.
Come certificare un cane come supporto emotivo?
Un registro ufficiale degli Esa non esiste ancora a livello statale, né esiste alcuna legge in proposito. Quello che serve per la richiesta di qualsiasi indennità per un animale di supporto emotivo è invece il certificato emesso da un professionista della salute mentale. Il certificato deve:
- essere su carta intestata
- avere il numero di licenza del provider, la firma e la data
- spiegare chiaramente per quali motivi si rende necessario il sostegno emotivo di un animale.
Tra gli animali, i cani sono particolarmente in grado di offrire affetto e compagnia, e quindi di dare serenità e sostegno ai padroni che presentano un disagio psichico ed emotivo.
Supporto emotivo animali: quando le richieste di certificato sono troppe
Il certificato è apparentemente un’ottima iniziativa. In realtà, visti i grandi vantaggi che la certificazione fa ottenere ai proprietari dei cani, l’introduzione di tale riconoscimento ha già prodotto qualche problema ai professionisti della salute mentale statunitensi. Questi si trovano a dover gestire varie richieste di certificazione ESA per gli animali dei propri pazienti anche quando non ce ne sarebbe un reale bisogno.
Come comportarsi in questi casi? Rifiutare la richiesta del proprio paziente con il rischio di compromettere la relazione terapeutica? Oppure percorrere la strada più semplice, ma forse non eticamente corretta, di accontentarlo per evitare di incorrere in problemi relazionali?
La soluzione suggerita da Jeffrey Younggren, psicologo all’Università del Missouri e in passato anche membro del comitato etico dell’APA, sta nel mezzo. Suggerisce, infatti, di proporre al proprio paziente di rivolgersi a una terza persona, estranea alla relazione di cura, per la richiesta del certificato.
Come c’era da aspettarsi, tutto ciò ha presto contribuito alla nascita e alla proliferazione di siti internet che, a fronte di una piccola spesa e alla compilazione di poche domande, forniscono il suddetto certificato senza troppi scrupoli etici.
Supporto emotivo animali: qual è la situazione in Italia?
Per quanto riguarda la situazione italiana, la figura specifica dell’animale di supporto emotivo non è attualmente riconosciuta. Ricordiamo che il supporto emotivo con gli animali è diverso dalla Pet Therapy: in quest’ultima l’animale svolge un ruolo assistenziale per attività pratiche – come per i ciechi o i portatori di handicap – oppure un ruolo co-terapeutico, cioè aiuta a migliorare il clima terapeutico.
Di conseguenza, chi sente la necessità di stare sempre in compagnia del proprio animale domestico e non riesce proprio a farne a meno è costretto ad adeguarsi alle norme specifiche che regolamentano l’accesso degli animali nelle strutture. E se queste norme vietano l’ingresso agli animali, non può che aderirvi.
(20 Dicembre 2016)