Fobia: cos’è, sintomi e trattamento

La fobia è una condizione che rientra tra i disturbi d’ansia, ed è scatenata da determinati oggetti o particolari situazioni e circostanze. Si può manifestare con i tipici sintomi dell’attacco di panico. Vediamo quali rimedi adottare.

Fobia: cos’è, sintomi e trattamento

La fobia è un tipo di disturbo d’ansia caratterizzato da una paura intensa e irrazionale verso specifici oggetti, esseri viventi o situazioni,

A innescarla possono essere diverse cause: un oggetto o animale fino a una specifica sensazione o situazione. La fobia può essere definita come una paura irrazionale e sproporzionata verso un pericolo percepito come reale ma che non tale non è. Nei casi più gravi, può determinare stati d’ansia invalidanti, fino ad attacchi di panico, compromettendo la qualità della vita di chi ne soffre.

In questo articolo si indagherà per capire quali sono le principali fobie, i sintomi, le possibili cause e le strategie utilizzate per trattarle.

Che cos’è la fobia?

Si parla di fobia quando il soggetto prova una paura sproporzionata rispetto a un pericolo reale. Questa paura è più intensa delle paure consuete, e l’elemento specifico che la scatena può essere un oggetto o situazione, un luogo, un animale.

La persona che soffre di una fobia specifica vive stati di terrore e di ansia sproporzionati rispetto al cosiddetto stimolo fobico. E si ritrova ad attuare dei comportamenti di evitamento. La fobia specifica si caratterizza per determinare sintomi chiari e definiti, laddove lo stimolo fobico cambia in base alla persona.

Fobia specifica e fobia complessa

Deve essere operata, ora, una distinzione tra fobia specifica, appena accennata, e fobia complessa:

  • fobia specifica: è caratterizzata da una paura eccessiva e persistente di un oggetto, una situazione, un animale o una circostanza specifica. Può essere legata diversi oggetti o situazioni, come la paura dei ragni, aracnofobia, o la paura dei luoghi chiusi, claustrofobia. Chi soffre di fobia specifica evita attivamente lo stimolo fobico o lo sopporta con estrema ansia o disagio
  • fobia complessa o fobia sociale: questo un disturbo d’ansia è invece contraddistinto dalla paura persistente e irrazionale di situazioni sociali o di prestazione che possono determinare umiliazione o imbarazzo. Le persone con questa condizione possono temere di parlare in pubblico, socializzare con gli altri, essere giudicate o semplicemente trovate in situazioni in cui possono essere al centro dell’attenzione.

Qual è la differenza tra paura e fobia?

La differenza principale tra paura e fobia risiede nel fatto che la paura è una risposta emotiva a una minaccia imminente reale o percepita, mentre la fobia è una paura irrazionale e persistente di specifici oggetti, situazioni o attività, che limita la persona fino a bloccarla totalmente, senza un’apparente ragione di pericolo.

La paura è quindi un’emozione che ha una funzione di difesa e prepara l’organismo a reagire in caso di pericolo, e cessa di fronte agli elementi di realtà, mentre la fobia persiste ed è riconosciuta come irrazionale dalla persona stessa.

Quali sono i tipi di fobie?

In base allo stimolo che scatena la fobia, si possono indicare:

Quello appena fornito è solo un elenco parziale di queste condizioni.

Quali sono le fobie più rare?

Tra le fobie più rare possiamo annoverare alcune molto particolari che riflettono paure specifiche e insolite. Alcuni esempi sono la ablutofobia, la paura di fare il bagno, lavarsi o pulirsi, oppure, la nomofobia, che si riferisce alla paura di trovarsi senza accesso al proprio telefono cellulare. 

Altre fobie rare includono:

  • arachibutyrophobia: paura che il burro di arachidi si attacchi al palato della bocca.
  • chirofobia: paura delle mani, sia proprie che altrui.
  • dendrofobia: paura degli alberi o delle foreste.
  • genufobia: paura di piegare le ginocchia o di vedere ginocchia piegate.
  • hexakosioihexekontahexafobia: paura del numero 666.
  • pogonophobia: paura delle barbe.
  • turofobia: paura del formaggio.

Queste fobie sono meno comuni rispetto ad altre più note, come la claustrofobia o l’aracnofobia, e possono sembrare fobie strane o insolite ai più, ma sono ugualmente serie e invalidanti per chi le sperimenta e possono richiedere interventi psicoterapeutici simili a quelli utilizzati per le fobie più diffuse.

Perché si sviluppa una fobia? Cause e fattori di rischio

Le cause e i fattori che possono innescare una fobia sono molteplici i fattori e associati tra loro. Le fobie, ad esempio, possono essere il risultato di un trauma subito da piccoli, della reazione al comportamento di un familiare (comportamenti appresi da genitori, fratelli o sorelle) o, ancora, di una predisposizione genetica. Le evidenze scientifiche hanno indicato come alcuni soggetti abbiano una tendenza innata a sviluppare stati d’ansia in misura maggiore rispetto ad altre persone.

Le fobie semplici o specifiche, in particolare, sono collegate nella maggior parte dei casi a traumi o incidenti patiti durante l’infanzia o l’adolescenza. Non sono ben chiare, invece, le cause delle fobie complesse, per le quali si ritiene esista una predisposizione genetica, con un coinvolgimento dei processi biochimici a livello cerebrale. Al punto che la risposta fobica si manifesti con veri e propri disturbi fisici come tachicardia, tremiti, sudorazione o mancanza di respiro.

Quali sono i sintomi della fobia?

Le manifestazioni principali delle fobie sono, nella maggior parte dei casi, gli attacchi di panico. Questi disturbi si verificano in modo improvviso e, molto spesso, senza alcun segnale di preavviso. I sintomi possono essere sia fisici che psicologici.

Tra le manifestazioni fisiche rientrano:

Tra i sintomi psicologici, invece, figurano:

  • paura di perdere il controllo
  • derealizzazione (senso di irrealtà)
  • paura di morire.

Quali disturbi o condizioni psicopatologiche sono associati a fobia?

Alcune psicopatologie che spesso comprendono manifestazioni di fobia comprendono:

  • disturbo di panico: le persone con questo disturbo possono sviluppare agorafobia, che è la paura di trovarsi in situazioni o luoghi in cui sfuggire potrebbe essere difficile o imbarazzante, o in cui l’aiuto potrebbe non essere disponibile in caso di attacco di panico.
  • disturbo d’ansia generalizzato: anche se il gad si caratterizza più per l’ansia pervasiva e la preoccupazione piuttosto che per fobie specifiche, gli individui possono sperimentare intense paure focalizzate su alcuni aspetti della loro vita quotidiana
  • disturbo ossessivo-compulsivo: può comportare paure o fobie severe, come per esempio la paura di essere contaminati, associate alle ossessioni, con conseguenti rituali compulsivi volti ad allontanare l’ansia
  • disturbo da stress post-traumatico: le persone che hanno sperimentato o assistito a eventi traumatici possono sviluppare intense paure, direttamente collegate all’evento stesso, che possono assumere caratteri fobici
  • disturbo evitante di personalità: si contraddistingue per l’eccessiva consapevolezza del proprio aspetto e comportamenti in situazioni sociali e fa di solito evitare tali ambienti per la paura di essere criticati o rifiutati
  • disturbi dell’umore, come depressione maggiore o il disturbo bipolare
  • disturbo da sintomi somatici: alcune persone sviluppano intense preoccupazioni per la salute fisica, che possono trasformarsi in fobie legate alla malattia o al contatto con specifici agenti patogeni
  • disturbi alimentari, come l’anoressia o la bulimia, che possono far emergere fobie specifiche legate al cibo o al peso.

Come si fa la diagnosi?

Le fobie vengono diagnosticate clinicamente in base ai criteri del DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Il processo diagnostico, di esclusiva competenza di un professionista qualificato quali sono uno psicologo o uno psichiatra, può includere i seguenti passaggi:

  • intervista clinica: per raccogliere informazioni sui sintomi del soggetto, la sua storia medica e le eventuali paure o fobie specifiche. Questa intervista serve a comprendere natura e quanto sia grave la condizione
  • criteri del DSM-5: il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), fornisce criteri per la diagnosi delle fobie specifiche. I sintomi e le esperienze del paziente sono confrontati con questi criteri per determinare se soddisfano i criteri diagnostici
  • valutazioni psicologiche: a volte, lo psicologo o lo psichiatra possono ricorrere a valutazioni psicologiche per raccogliere informazioni aggiuntive sui sintomi del paziente, il livello di ansia e l’impatto della fobia sulla sua vita quotidiana. Queste valutazioni possono includere test, test di autovalutazione o osservazioni comportamentali
  • diagnosi differenziale: sono prese in considerazione altre possibili diagnosi per escludere eventuali condizioni mediche sottostanti che potrebbero contribuire ai sintomi riferiti e osservati.

Come si può curare la fobia?

Il trattamento e la cure delle fobie dipende molto dalla severità dei disturbi e della condizione che la determinano. In alcuni casi, è sufficiente evitare il trigger che innesca la paura, in altri può essere più complesso procedere in questo modo (si pensi ad esempio alla paura di volare).

Per trattare le manifestazioni sintomatologiche delle fobie si può seguire un approccio farmacologico, affrontare un percorso psicoterapeutico o seguire una combinazione di queste terapie.

Terapia farmacologica

Nella maggior parte dei casi le fobie possono essere affrontate con successo attraverso un percorso cognitivo-comportamentale. Tuttavia, i farmaci possono essere prescritti per alleviare i disturbi fisici determinati dalle fobie e per brevi periodi di tempo.

Tra i principali farmaci suggeriti per trattare i sintomi tipici dei disturbi d’ansia ci sono:

Terapia psicologica

Il trattamento di tipo psicologico è una delle strategie di intervento più efficaci per affrontare le fobie. L’approccio si basa sull’analisi delle ragioni profonde che determinano l’episodio fobico.

In particolare, con la terapia cognitivo-comportamentale si insegna al soggetto a tenere sotto controllo e gestire la propria fobia. Esistono anche alternative che si sono rivelate molto efficaci, come la mindfulness, ossia la meditazione consapevole, una pratica che alle principali tecniche di rilassamento abbina elementi teorici della terapia cognitiva.

Con la terapia cognitivo-comportamentale, il soggetto fobico impara a modificare il proprio comportamento e modo di pensare allo scopo di affrontare la paura nel modo corretto. Un altro approccio efficace consiste nell’esposizione graduale all’elemento fobico e può avvalersi del supporto della Realtà Virtuale. In un ambiente controllato e supervisionato da uno specialista, infatti, il paziente vive in modo graduale la propria paura allo scopo di imparare a gestire la propria reazione e desensibilizzarsi progressivamente.

Si sono rivelate funzionali, infine, anche le tecniche del biofeedback, che consistono nell’imparare a riconoscere gli elementi della propria fobia e i fattori che la innescano in modo tale da mantenerli il più possibile sotto controllo.