Affermare che l’ironia è una cosa seria è un dato psicologicamente vero, quasi tangibile.
Ironia e umorismo contribuiscono ad affrontare una grande varietà di situazioni. Le persone che usano l’umorismo come modalità per affrontare gli eventi stressanti si dimostrano più resistenti agli effetti negativi di questi ultimi, a partire dal peggioramento dell’umore.
Sia per le donne che per gli uomini, l’umorismo e le risate riescono poi anche ad allentare la tensione e l’ansia. Avere senso dell’umorismo aiuta a rilassare i muscoli, diminuire dolore e sconforto, migliorare il morale e l’autostima.
Cosa significa, allora, dire che l’ironia è una cosa seria? E in che modo può migliorare la qualità della comunicazione?
L’ironia è una cosa seria, ma come definirla?
L’ironia è una figura retorica, o più semplicemente una modalità di comunicazione, che consiste nell’esprimere il contrario di ciò che si vuole comunicare. L’obiettivo è suscitare un effetto comico o, più semplicemente, strappare una risata distensiva da parte dell’interlocutore o anche a noi stessi.
Questa parola italiana è un vero e proprio prestito dal greco antico, nel quale la parola eironeìa vuol dire dissimulazione, finzione.
Dal punto di vista psicologico, l’ironia può essere considerata una forma di difesa: la persona utilizza l’umorismo per affrontare situazioni difficili o per mascherare emozioni negative, come ad esempio la paura o la sorpresa. In questo modo si tende a dissipare eventuali tensioni emotive, come nei casi di ansia.
L’ironia può anche essere utilizzata come strumento di comunicazione in cui il messaggio viene trasmesso in modo indiretto e con un significato sottinteso. Grazie all’ironia, inoltre, è possibile esercitare una forma di espressione creativa e di pensiero critico, che permette di guardare al mondo con occhi diversi e di cogliere aspetti nascosti o paradossali della realtà.
Quanti tipi di ironia ci sono?
Il fatto che l’ironia è una cosa seria è dimostrato anche dalla sua articolazione. Ci sono infatti diverse forme di ironia, che può essere:
- verbale, quando una persona dice qualcosa ma intende il contrario. Un esempio tipico è la frase: “Ma che bella giornata!” quando imperversa un temporale. Il significato reale è opposto alle parole utilizzate, creando un effetto ironico
- situazionale nei casi in cui c’è un divario tra ciò che ci si aspetta e ciò che realmente accade in una situazione specifica. Questo tipo di ironia si basa sulle circostanze e può creare comicità. Ad esempio, un vigile del fuoco che mette accidentalmente il fuoco alla propria caserma è un esempio di ironia situazionale
- drammatica si presenta quando il pubblico o lo spettatore conosce informazioni che i personaggi nella storia non sanno, fatto che crea una tensione emotiva nella storia, poiché il pubblico è consapevole di ciò che accadrà, mentre i personaggi no. L’obiettivo è creare suspense e coinvolgere il pubblico emotivamente nelle vicende dei personaggi.
Le risate non sono tutte uguali
Rod A. Martin, ricercatore presso l’Università di Ontario in Canada, e i suoi collaboratori hanno concettualizzato, in uno studio del 2003, quattro principali stili di umorismo denominati:
- affiliative, stile che si riferisce a un umorismo bonario che consiste in battute divertenti e non ostili che aiutano la coesione sociale
- self-enhancing, che consiste nell’assumere una prospettiva umoristica sugli eventi, anche avversi, della vita, introducendo emozioni positive e limitando le possibili emozioni negative derivanti dagli eventi stessi
- aggressive, che ridicolizza e provoca l’altro con conseguenze negative sulla relazione
- self-defeating humor, ovvero una critica diretta contro sé stessi in un tentativo vano di migliorare la relazione con l’altro.
I primi due stili sono entrambi adattivi e positivi e aumentano il benessere. Gli ultimi due stili riflettono invece un umorismo disadattivo.
Qual è la differenza tra ironia e sarcasmo?
Il sarcasmo e l’ironia spesso sono confusi, ma sono distinti da un sottile confine di tipo emotivo. Mentre l’ironia induce sorrisi e distende le tensioni, il sarcasmo è più spigoloso e tagliente.
Il sarcasmo si nasconde dietro una maschera di apparente giocosità, ma nel suo nucleo si cela un’aggressività più o meno velata. L’ironia è invece espressione di creatività, può mitigare stati d’animo aspri, è più benevola e riesce a dissipare eventuali tensioni, con un sano distacco. Il sarcasmo, da parte sua, colpisce profondamente, miran a far sentire colpa o a provocare reazioni negative.
Sebbene si possa a volte cadere nel sarcasmo, anche per frustrazione ad esempio rispetto ad una data situazione, per alcune persone questo è il principale mezzo di comunicazione, una comunicazione basata su offesa e denigrazione. Il sarcasmo, quindi, non è uno scherzo innocuo ma un’arma che può ferire profondamente, minando i rapporti umani e creando barriere emotive. L’ironia è una cosa seria, dunque, e non arreca alcun danno.
Quando si sviluppa l’ironia?
L’umorismo e l’ironia si sviluppano in fasi specifiche della vita. Secondo Nelly Feuerhahn, ricercatrice del CNRS, le persone tra i 6 e gli 11 anni apprezzano gli indovinelli, che permettono loro di esplorare i confini della propria intelligenza.
L’ironia è comunque più complessa e richiede competenze cognitive avanzate. Melanie Glenwright, psicologa all’Università di Manitoba, afferma che per comprendere l’ironia occorre una comprensione profonda del divario tra il discorso e la realtà, il che spiega perché alcuni bambini ridono mentre altri rimangono impassibili di fronte a battute ironiche in certi spettacoli.
Durante l’adolescenza, l’umorismo assume una diversa e ulteriore forma. Gli adolescenti, spiega lo psicologo Jean-Bernard Chapelier utilizzano battute crude e provocatorie per esplorare i loro desideri e paure sessuali. Queste espressioni umoristiche svolgono un ruolo fondamentale nel processo di socializzazione dei giovani, perché consentono loro di esorcizzare ansie e costruire legami con i loro coetanei.
(14 Maggio 2020)