L’anginofobia: cosa vuol dire avere paura di deglutire

Un articolo per capire l’anginofobia: come superare l'ansia di deglutire a partire da cause, sintomi e rimedi

L’anginofobia: cosa vuol dire avere paura di deglutire

L’atto del deglutire, un gesto semplice e quotidiano, può trasformarsi in un incubo per chi soffre di anginofobia, la fobia specifica di deglutire. Un timore irrazionale che attanaglia chi ne soffre, limitando la loro libertà e condizionando la loro esistenza.

Cosa vuol dire anginofobia e come si presenta

L’anginofobia si manifesta con un’ansia intensa e persistente di soffocare durante la deglutizione. Questa paura può assumere diversi sintomi e forme:

  • Terrore di soffocamento, ovvero la sensazione di avere un corpo estraneo in gola, anche in assenza di cibo.
  • Rifiuto di mangiare in pubblico o di partecipare a eventi sociali che prevedono pasti.
  • Paura di cibi specifici, come carne, frutta secca, cibi duri o appiccicosi che diventano ostacoli insormontabili.

Le conseguenze di questa fobia possono essere molto importanti:

  • Perdita di peso. La paura di mangiare porta a una drastica riduzione dell’apporto calorico e a carenze nutrizionali.
  • Isolamento sociale. Limitare le relazioni interpersonali e la vita sociale diventano una tecnica di sopravvivenza.
  • Disturbi psicologici. Depressione, ansia e attacchi di panico possono manifestarsi come conseguenza della fobia.

I sintomi dell’anginofobia: un vortice di paura e disagio

L’anginofobia si manifesta con una serie di sintomi che possono variare da persona a persona in intensità e frequenza. Tra i più comuni troviamo:

  • Paura intensa di deglutire. La paura di soffocare è il sintomo cardine dell’anginofobia. Questa paura può essere scatenata da cibi solidi, liquidi, pillole o addirittura dalla propria saliva.
  • Attacchi di panico. Di fronte al cibo o a situazioni che evocano la paura di deglutire, la persona può sperimentare attacchi di panico caratterizzati da tachicardia, sudorazione, tremori, difficoltà respiratorie e senso di terrore imminente.
  • Nausea e vomito. La paura di deglutire può portare a nausea, vomito e persino disfagia, ovvero difficoltà a deglutire.
  • Ansia e preoccupazione costanti. L’ansia e la preoccupazione legate alla paura di deglutire possono permeare la vita quotidiana della persona, causando disagio e interferendo con le normali attività.
  • Comportamenti di controllo. Per gestire la paura, chi soffre di anginofobia può mettere in atto una serie di comportamenti di controllo, come tagliare il cibo a pezzetti minuscoli, masticare eccessivamente o escludere cibi che richiedono di essere masticati a lungo.

Come si guarisce dall’anginofobia?

Con il giusto supporto e un percorso terapeutico adeguato, l’anginofobia è una condizione curabile. La maggior parte delle persone può imparare a gestire la propria paura e tornare a vivere una vita libera da questa fobia irrazionale.

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) rappresenta il trattamento d’elezione per l’anginofobia. Attraverso un lavoro mirato con una figura esperta, il paziente o la paziente sono guidati a:

  • Identificare e modificare i pensieri disfunzionali: riconoscere e ristrutturare le idee irrazionali legate alla paura di deglutire.
  • Comprendere i meccanismi della propria ansia: imparare a riconoscere i segnali fisici ed emotivi dell’ansia e sviluppare strategie per gestirli.
  • Esposizione graduale: affrontare gradualmente le situazioni e i cibi temuti in un ambiente sicuro e controllato, con il supporto del terapeuta.

La TCC può essere integrata con tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la mindfulness, per ridurre l’ansia durante gli episodi di paura.

Si può guarire da soli?

Molti terapeuti sconsigliano vivamente il fai da te per la cura dell’anginofobia. Sebbene la forza di volontà e l’auto-aiuto possano essere utili in alcuni casi, affrontare una fobia complessa come questa per guarire da soli presenta rischi significativi.

Ecco perché:

  • L’anginofobia ha radici profonde: le cause della fobia sono spesso intrecciate con esperienze traumatiche, distorsioni cognitive e meccanismi di ansia complessi. Svelare questi nodi e risolverli richiede competenze e strumenti specifici che solo un professionista possiede.
  • Rischio di rinforzo della fobia: affrontare la paura in modo inappropriato o senza il giusto supporto può portare a un rinforzo della fobia. L’esperienza negativa può aumentare l’ansia e la sensazione di impotenza, peggiorando la situazione.
  • Mancanza di supporto e guida: un figura esperta offre supporto emotivo, guida e strategie personalizzate per affrontare la fobia in modo graduale e sicuro. Da soli, si rischia di vagare nel buio senza una bussola, aumentando la frustrazione e lo sconforto.
  • Strumenti inefficaci: le tecniche di auto-aiuto, seppur utili in alcuni casi, possono non essere sufficienti per affrontare la complessità dell’anginofobia. Un terapeuta, invece, ha il bagaglio di conoscenze e strumenti necessari per intervenire in modo efficace su più fronti.

Cosa mangiare con l’anginofobia

Non esiste una dieta universale per chi soffre di anginofobia. L’alimentazione deve essere varia ed equilibrata, ma è fondamentale adattarla alle proprie esigenze e paure. In generale, si consiglia di:

  • Preferire cibi morbidi e facili da masticare, come carne macinata, pesce, yogurt, frullati di frutta e verdura.
  • Tagliare il cibo a piccoli pezzi.
  • Masticare bene e lentamente.
  • Mangiare in un ambiente tranquillo e senza distrazioni.
  • Evitare cibi che aumentano il rischio di soffocamento: cibi duri, appiccicosi o elastici come caramelle gommose, hot dog, frutta secca intera.

È importante ricordare che ogni caso è unico e richiede un approccio personalizzato. Un terapeuta nutrizionista può elaborare un piano alimentare su misura, tenendo conto delle esigenze specifiche del paziente e supportandolo nel processo di cambiamento.

Perché ho paura a deglutire?

Le radici dell’anginofobia affondano in un terreno complesso, dove si intrecciano fattori psicologici, emotivi e talvolta traumatici. Cerchiamo di fare luce su alcuni di essi:

Un’infanzia segnata: esperienze negative legate al cibo, come soffocamenti o episodi di paura durante i pasti, possono aver innescato un’associazione inconscia tra deglutizione e pericolo.

Ansia e ipervigilanza: un carattere ansioso o una predisposizione familiare ai disturbi d’ansia possono aumentare la suscettibilità all’anginofobia. La persona, ipervigile e sensibile alle minacce, interpreta normali sensazioni corporee legate alla deglutizione come segnali di pericolo, innescando un circolo vizioso di paura e ansia.

Distorsioni cognitive: pensieri negativi e irrazionali legati al deglutire, come “soffocherò sicuramente”, “non riuscirò a respirare”, alimentano la fobia. La persona sovrastima il rischio e sottovaluta le proprie capacità di gestione, alimentando un senso di impotenza e disperazione.

Esperienze di soffocamento: in alcuni casi, l’anginofobia può scaturire da un reale episodio di soffocamento, che ha lasciato un segno indelebile nella memoria e nel corpo. La persona rivive il terrore di quell’esperienza ogni volta che deglutisce, generalizzando la paura a qualsiasi situazione di assunzione di cibo.

Comorbilità con altri disturbi: l’anginofobia può presentarsi in associazione ad altri disturbi psicologici, come depressione, disturbo ossessivo-compulsivo o disturbo di panico. La complessità del quadro psicologico richiede un intervento terapeutico integrato e personalizzato.

Non esiste una causa unica e univoca per l’anginofobia. Spesso, la fobia si origina da una combinazione di fattori che interagiscono tra loro, creando una vulnerabilità specifica.