Aracnofobia, che cos’è e come trattarla

La paura dei ragni è una delle fobie più comuni e diffuse, che può comportare stati d’ansia come attacchi di panico, con tachicardia, sudorazione e vertigini

Aracnofobia, che cos’è e come trattarla

L’aracnofobia è la paura dei ragni. La parola “aracnofobia” è la combinazione dei due termini del greco antico arachno (ragno) e phobos (paura). In molti casi, però, questa fobia non si limita alla paura dei ragni, ma può essere innescata anche da altri animali con caratteristiche simili e dotati di molte zampe.

L’aracnofobia, come la maggior parte delle paure, si può manifestare nel soggetto con comportamenti irrazionali alla vista o in presenza del trigger che le innesca. In alcuni individui, la paura dei ragni può essere così grave da comportare stati d’ansia in grado di impattare negativamente sulla loro qualità della vita.

In questo articolo cercheremo di capire, nel dettaglio, in che cosa consiste l’aracnofobia, quali sono le principali manifestazioni e le possibili cause e quali le strategie terapeutiche per cercare di superare la paura dei ragni.

Sintomi aracnofobia: come capire se si ha la paura dei ragni

L’aracnofobia può manifestarsi con un’ampia gamma di sintomi. Non è necessario che la fonte della paura sia fisicamente presente, ma per molte persone può essere sufficiente anche solo presentare fotografie o immagini che contengano l’elemento fobico.

Nel caso della paura dei ragni, i segnali più comuni e frequenti sono:

 

 

    • aumento del battito cardiaco (tachicardia)
    • tremori e nausea

 

 

  • iperventilazione

L’oggetto che innesca la reazione fobica può causare veri e propri attacchi di panico con tutta la sintomatologia ad essi correlata.

Aracnofobia, le cause: perché l’uomo ha paura dei ragni

Le cause dell’aracnofobia affondano le proprie radici, nella maggior parte dei casi, nel background culturale del soggetto. Alcune popolazioni possono avere paura dei ragni per motivi legati alla tradizione, altre invece possono arrivare anche a nutrirsene senza manifestare alcun tipo di problema.

La paura dei ragni può essere anche il risultato di una risposta condizionata dell’individuo, magari influenzato dalla reazione spaventata di altre persone.

Infine, la fobia potrebbe essere dovuta anche ad un episodio traumatico avente come protagonista i ragni e vissuto durante l’infanzia o l’adolescenza.

Aracnofobia: i test

Esistono test valutativi attraverso i quali è possibile avere un quadro abbastanza chiaro della propria condizione e, nello specifico, dell’entità e, di conseguenza, della severità della propria fobia. Naturalmente, tali test non hanno rilevanza diagnostica, in quanto è sempre necessario un colloquio di tipo clinico. Tuttavia, possono aiutare il paziente ad avere maggiori informazioni al riguardo e a valutare se sia necessario o meno rivolgersi ad uno specialista e/o intraprendere un percorso psicoterapeutico.

Solitamente in questi test viene richiesto di descrivere la propria reazione in presenza o alla vista dell’elemento fobico (in questo caso i ragni) e di indicare quali sono le caratteristiche specifiche (zampe, peluria, ecc.) che peggiorano o meno la reazione fobica.

Come superare la paura dei ragni

Uno degli elementi a cui prestare maggiore attenzione per decidere se rivolgersi o meno allo specialista è la durata delle manifestazioni sintomatologiche. A fronte di comportamenti patologici che si protraggono per oltre sei mesi, sarebbe consigliabile affidarsi al consulto di uno psicologo, perché la paura dei ragni potrebbe essersi trasformata in una paura patologica.

In questo caso, le tipologie di intervento potrebbero essere molteplici:

  • trattamento farmacologico, con somministrazione di farmaci finalizzata a gestire le principali manifestazioni degli stati d’ansia. Queste terapia prevedono l’assunzione, da parte del soggetto fobico, di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina
  • terapia cognitivo-comportamentale, che ha come obiettivo insegnare al soggetto fobico a gestire e controllare la propria paura
  • tecniche di rilassamento come la meditazione
  • mindfulness, una pratica che abbina tecnica di meditazione agli elementi teorici della terapia cognitiva

Tra gli interventi terapeutici più innovativi e recenti per il trattamento delle fobie ci sono quelli che si avvalgono della Realtà Virtuale. L’idea è quella di esporre il soggetto all’elemento fobico in maniera graduale, in un contesto controllato. Tali terapie prevedono anche:

  • addestramento alle tecniche di respirazione diaframmatica
  • training di rilassamento muscolare

Ci sono, infine, le tecniche del biofeedback. Queste prevedono che il soggetto fobico, in seguito ad una specifica preparazione, impari a riconoscere e, quindi, gestire e controllare le reazioni del proprio corpo e della propria mente agli stimoli fobici.