La mindfulness inizia con il riconoscimento della tendenza a inserire il “pilota automatico” nella nostra vita mentale quotidiana e ha l’obiettivo d’imparare a prendere consapevolezza delle modalità di attivazione del circolo emozioni-pensieri-comportamenti che conducono al disagio, per formulare e scegliere modalità che permettano di raggiungere condizioni di maggiore benessere psico-fisico.
La mindfulness aiuta a sviluppare la capacità di osservazione e distanziamento dai nostri stati mentali, sensoriali ed emotivi, e aumenta così la nostra consapevolezza e la nostra capacità di gestione delle emozioni. Questi sono fra gli elementi principalmente implicati nei processi di cambiamento e benessere della terapia psicologica.
A che cosa serve la mindfulness?
La mindfulness è una strategia psicoterapica, che fonde l’esperienza delle tecniche di meditazione con alcuni aspetti teorici di terapia cognitiva. Questa tecnica rappresenta un modo diverso di “sentire” e focalizza l’importanza di accrescere la consapevolezza di ciò che siamo.
Il programma ha come obiettivi:
- sviluppare concentrazione e pazienza;
- diventare consapevoli delle proprie esperienze interiori, pensieri, sensazioni corporee ed emozioni, momento per momento;
- osservare e comprendere le proprie modalità automatiche;
- imparare a gestire in maniera efficace lo stress e le emozioni negative e difficili (rabbia, ansia, tristezza);
- coltivare una modalità non giudicante;
- acquisire la capacità di scegliere la risposta più efficace;
- prendersi cura di se stessi.
A che è consigliata?
Mindfulness viene spesso utilizzata dal terapeuta nella gestione di eventi stressanti, e ha indicazioni cliniche specifiche per malattie e dolore cronico, attacchi di panico e numerose altre condizioni di disagio emotivo. Inoltre, può essere una valida risorsa per tutte quelle persone che vivono lutti, separazioni, cambiamenti o anche l’affaccendamento, il vivere “sempre di corsa”, al quale siamo molto spesso esposti.
(26 Luglio 2017)