L’essere umano è in grado di attuare una vera e propria comunicazione non verbale.
I segnali non verbali veicolati attraverso la posizione del corpo, il tono della voce, la mimica facciale, ed anche una stretta di mano, possono avere un significato pregnante. Significato di cui a volte non si è pienamente consapevoli.
Cerchiamo allora di approfondire questa modalità comunicativa, distintiva del comportamento umano, con la dottoressa Stefania Cannone, psicologa del Santagostino.
Che cosa si intende per comunicazione non verbale?
La comunicazione è composta da due elementi complementari:
- la parte di sintassi e semantica, ovvero le parole che vengono pronunciate da un soggetto con l’intenzione di trasmettere un messaggio
- la parte di pragmatica, il comportamento del soggetto il quale, pur essendo informativo per chi lo osserva, non sempre viene emesso in modo intenzionale e con la finalità di comunicare qualcosa a qualcuno.
Le parole e il silenzio hanno entrambe un valore di messaggio. Il comportamento del non parlare trasmette un messaggio a chi ci circonda. Immaginiamo ad esempio un uomo seduto in solitudine in un bar, con una tazza di caffè vuota davanti a sé, che resta fermo a fissare un punto del suo tavolino, pur essendo completamente immobile e apparentemente inespressivo l’uomo ci sta veicolando un messaggio: quello di essere assorto nei suoi pensieri.
Possiamo definire la comunicazione non verbale come la trasmissione di contenuti in assenza di parole.
Quali sono gli elementi della comunicazione non verbale?
Il primo assioma sulla comunicazione recita come segue: non si può non comunicare, come afferma lo psicologo Paul Watzlawick, in quanto non è possibile non avere un comportamento. Pertanto, in assenza di parole, comunichiamo ugualmente al mondo un messaggio attraverso vari indicatori.
La comunicazione non verbale è composta dalla cinesica, ovvero il linguaggio del corpo, come ad esempio i movimenti di busto e gambe, gestualità, postura, movimenti del capo. E dalle espressioni facciali come sguardo e contatto visivo, espressioni del volto.
Tali aspetti della comunicazione non verbale hanno interessato per diversi anni molti studiosi, presentati come la chiave per leggere l’altro. In realtà tali informazioni sono utili ma non esaurienti per decodificare il messaggio non verbale.
Altre componenti che veicolano messaggi che ci riguardano al mondo esterno sono infatti:
- aspetto esteriore, che comunica la nostra identità
- appartenenza ad un gruppo
- modo in cui ci presentiamo, ovvero la presentazione esteriore di sé, come ad esempio la conformazione fisica e l’abbigliamento
- codice olfattivo, l’odore sia in senso di emanazione di odore personale che di utilizzo di profumi.
Gli elementi della comunicazione non verbale nelle relazioni
Dal momento in cui entriamo in contatto con un interlocutore il nostro cervello processa altri indicatori non verbali come:
- prosodia ovvero le caratteristiche del verbale come il volume, il ritmo, il tono, i silenzi, le pause
- prossemica, intrisa di messaggi inconsci da parte sia dell’emittente che del ricevente ed è fortemente mediata culturalmente. Con essa si intende la vicinanza fisica tra gli interlocutori che va dal contatto fisico alla lontananza
- punteggiatura delle sequenze ovvero il succedersi degli scambi tra i due comunicati sotto il punto di vista del ritmo e modalità in cui si susseguono o si accavallano a seconda del tipo di relazione.
Allargando la prospettiva di analisi possiamo considerare anche l’ambiente artificiale nel quale è inserito un soggetto. L’ambiente veicola informazioni sul soggetto. Ambiente nel quale possono essere presenti oggetti come ad esempio una scrivania piena di fogli e post-it. Oppure può trattarsi di un ufficio sontuoso con un grande autoritratto sul muro. Ne fanno parte l’arredamento e la sua disposizione, le luci, i suoni, la temperatura.
Quali sono le funzioni della comunicazione non verbale?
Una delle principali funzioni della comunicazione non verbale è quella di esprimere il proprio stato emotivo. Per comprendere meglio, basti pensare a quando entriamo in contatto con una persona in uno stato di ansia, pur non comunicandoci il suo stato attraverso le parole, essa emana una serie di segnali comportamentali che ci fanno capire la sua condizione emotiva. Segnali quali il respiro corto e accelerato, la mimica facciale con tensione sul volto e occhi ben aperti, movimenti del corpo poco fluidi o ripetitivi, il tono della voce incerto.
Altre funzioni della comunicazione non verbale sono l’espressione dell’immagine di sé, il sostegno e il completamento della comunicazione. La comunicazione non verbale rinforza o modifica quanto viene detto a parole, e talvolta possono essere veicolati messaggi non congrui tra il verbale e non verbale e in tal caso ha maggior impatto il non verbale.
Per mezzo della comunicazione non verbale viene regolata l’interazione, sono definite le relazioni interpersonali, si esercita influenza sugli altri e, infine, sono forniti dei feedback all’altra persona.
Le relazioni sono permeate dalla comunicazione non verbale
Attraverso la comunicazione non verbale vengono veicolate molte informazioni di cui il soggetto è inconsapevole, ne consegue che spesso chi le decodifica a sua volta non è consapevole di riceverle, le analizza in modo automatico, ne deriva una sensazione, un’impressione dell’altro.
Ognuno di noi, pur non avendo una completa conoscenza del codice del linguaggio non verbale, istintivamente gli attribuisce maggior importanza e gli concede maggiore fiducia rispetto al messaggio veicolato tramite parole. Questo è possibile perché fin dalla nascita interagiamo con il mondo esterno proprio grazie alla comunicazione non verbale; il neonato interpreta gesti, espressioni, intonazioni della voce, etc. della madre e ad essi risponderà con il sorriso, un pianto, un movimento.
Anche con i nostri amici animali comunichiamo attraverso i comportamenti, ed essi imparano a capirci e risponderci. Alla luce di queste riflessioni si comprende come la comunicazione non verbale permei la nostra vita costantemente. Essa infatti non solo sostiene, accompagna e sottolinea quanto esprimiamo attraverso la comunicazione verbale ma fornisce anche informazioni aggiuntive svincolate dall’intenzionalità del suo emittente. Pertanto è impossibile non comunicare.
(5 Dicembre 2023)