Sia la dissociazione che i fenomeni dissociativi indicano una disconnessione.
In ambito psicologico la dissociazione e i fenomeni dissociativi possono essere ricondotti alla separazione o alla frammentazione della coscienza, delle emozioni, delle percezioni o degli aspetti dell’identità di una persona.
Quello della dissociazione è un fenomeno che può accadere nella vita quotidiana di ognuno di noi, e può manifestarsi con un semplice episodio passeggero. Ma quando tende ad accadere in modo ricorrente, fino ad intaccare le attività quotidiane, le abilità sociali e le relazioni interpersonali, è segno che la nostra salute mentale ha bisogno di un aiuto.
La dottoressa Ilaria Bellavia, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino con formazione psicodinamica, ci spiega cosa sono dal punto di vista psicologico dissociazione e fenomeni dissociativi, quali possono esserne le cause e, soprattutto, in che modo intervenire.
Che cos’è la dissociazione?
La dissociazione indica una mancanza di connessione nei seguenti ambiti:
- pensiero: si può sperimentare un distacco dai pensieri, ad esempio, quando si guida distrattamente o si fa un’attività fisica senza rendersi conto dello sforzo
- memoria: può comportare amnesie o vuoti di memoria, spesso collegati a eventi traumatici o stressanti
- identità: può portare a una percezione di divisione o disconnessione dall’identità di uno stesso individuo.
Distacco e compartimentazione
Attualmente i fenomeni dissociativi sono stati suddivisi in fenomeni di distacco, che determinano appunto un distacco dalla realtà e dal sé. Si tratta di condizioni che possono determinare déjà-vu, condizioni di depersonalizzazione, derealizzazione o di autoscopia.
E in fenomeni di compartimentazione, In queste situazioni, le funzioni normalmente integrate, come memoria e identità, sono separate. Questo può portare a amnesie dissociative e, in alcuni casi, alterazioni strutturali della personalità.
Teoria della dissociazione strutturale
Secondo la teoria della dissociazione strutturale, pensata da Onno van der Hart, Kathy Steele ed Ellert R.S. Nijenhuis, è possibile parlare di tre tipi di dissociazione, che si verificano a partire da un evento traumatizzante che ha spezzato la linea di difesa dell’individuo.
In questa teoria la dissociazione può essere:
- primaria, quando la persona mantiene una personalità predominante per la vita quotidiana ma conserva emozioni legate al trauma
- secondaria, quando la personalità predominante reagisce in modi diversi alle situazioni percepite come pericolose
- terziaria, se si hanno due o più personalità che influenzano la vita di tutti i giorni, con reazioni difensive diverse a seconda delle situazioni considerate pericolose. Questo può sfociare nel disturbo dissociativo dell’identità, con molteplici personalità, come nel caso delle 24 identità di Billy Milligan.
Quali sono i sintomi della dissociazione?
Quando si parla di dissociazione e fenomeni dissociativi ci si riferisce ad una serie di manifestazioni. La dissociazione può infatti essere:
- delle emozioni: distacco emotivo dagli eventi o situazioni, con le emozioni separate dall’esperienza
- delle percezioni: alterazioni nella percezione dell’ambiente, come sensazioni di irrealtà o distacco dalla realtà
- dell’identità: divisione della propria identità in diverse personalità o incapacità di connettersi con parti di essa
- amnesie: vuoti di memoria per periodi significativi, spesso legati a eventi traumatici o situazioni stressanti.
Cause dei fenomeni dissociativi
I disturbi dissociativi, nel DSM-5, sono correlati a traumi o situazioni di forte stress. L’esposizione a eventi traumatici attiva il sistema di difesa, generando risposte difensive come congelamento, fuga, combattimento o svenimento, chiamato anche tanatosi.
Lo svenimento, chiamato anche faint, può portare ai sintomi dissociativi, e quando la risposta difensiva persiste oltre il necessario, si possono verificare disturbi dissociativi.
Perché accadono i fenomeni dissociativi?
I disturbi dissociativi, nel DSM-5, sono posti in forte prossimità con i disturbi legati a traumi oppure a stress dalla forte intensità, anche se non sono assimilati ad essi. E i sintomi dissociativi sono presenti sia nel disturbo dal stress post-traumatico che nel disturbo acuto da stress.
Quando una persona presenta uno sviluppo traumatico, il sistema di difesa dura più del necessario, e la risposta adattiva si trasforma in risposta disadattiva, e l’integrazione della memoria traumatica viene meno, anche se il corpo ne conserva la traccia.
Come si può curare la dissociazione?
Dal punto di vista della psicoterapia, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è spesso utilizzata per i disturbi dissociativi, concentrandosi su identificare e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali. L’EMDR è un’altra opzione efficace, in quanto aiuta i pazienti a elaborare i ricordi traumatici alla base dei sintomi dissociativi.
La terapia dialettico-comportamentale (DBT) può essere utile per pazienti con disturbi dissociativi che presentano anche comportamenti autolesionistici o suicidari, concentrandosi sullo sviluppo di abilità di gestione emotiva.
Per quanto riguarda l’approccio farmacologico, non esistono farmaci specifici per i disturbi dissociativi, ma possono essere utilizzati per gestire i sintomi correlati come ansia, depressione o alterazioni dell’umore.
In sintesi, la dissociazione e i fenomeni dissociativi richiedono un trattamento integrato che può combinare terapia psicologica, terapie specifiche e, in alcuni casi, farmacoterapia. La chiave è riconoscere i sintomi e cercare aiuto professionale quando necessario.
(4 Ottobre 2023)