Psichiatria

Gatekeeping in psicologia: come accedere alle cure con successo

Il gatekeeping si riferisce al ruolo del medico di famiglia nel determinare l'accesso dei pazienti alle cure specialistiche, tra cui anche quelle relative alla sfera psicologica

Gatekeeping in psicologia: come accedere alle cure con successo

Il concetto di gatekeeping, originariamente utilizzato per descrivere il ruolo del medico di famiglia nel determinare l’accesso alle cure specialistiche e all’ospedalizzazione, si estende ormai anche al contesto psicologico.

Nell’ambito della psicoterapia, infatti, il gatekeeper gioca un ruolo fondamentale nel facilitare l’accesso ai servizi di salute mentale e nel garantire che le risorse siano distribuite in modo efficace e appropriato.

In questo articolo, esploreremo dunque il ruolo del gatekeeping in ambito psicologico, analizzando come influenzi l’accesso alle cure, la diagnosi e il trattamento dei disturbi mentali, nonché il suo impatto sulla salute mentale individuale e collettiva.

Cosa si intende per gatekeeper e primary care?

Gatekeeper è una parola inglese che significa letteralmente “guardiano del cancello, custode” ed è un termine utilizzato per descrivere la figura del medico di famiglia, che filtra l’accesso a:

  • cure specialistiche
  • procedure diagnostiche
  • ricoveri ospedalieri.

Per capire ancor meglio il suo ruolo, tuttavia, bisogna fornire una precisa definizione del termine “primary care ovvero il concetto di cura primaria.

Quando si parla di primary care ci si riferisce alla fornitura di cure sanitarie di base, preventive e primarie a individui, famiglie e comunità. Questo tipo di assistenza è generalmente il primo punto di contatto tra gli individui e il sistema sanitario e copre una vasta gamma di servizi essenziali.

Come già detto, gli operatori di primary care sono spesso i medici di medicina generale o i medici di famiglia, ma possono anche includere altri professionisti della salute come infermieri praticanti, assistenti medici e altri operatori sanitari.

I servizi di primary care includono:

  • visite mediche regolari. Check-up e visite preventive per monitorare lo stato di salute generale e affrontare eventuali problemi in modo tempestivo.
  • Gestione delle malattie croniche. Monitoraggio e gestione di malattie croniche come diabete, ipertensione e malattie cardiache.
  • Vaccinazioni e immunizzazioni. Fornitura di vaccinazioni e immunizzazioni per prevenire malattie infettive.
  • Assistenza urgente e acuta. Gestione di condizioni acute e fornire cure urgenti per malattie e lesioni.
  • Promozione della salute. Educazione e promozione di comportamenti sani, dieta equilibrata, esercizio fisico e altri stili di vita salutari.
  • Prescrizioni e referti. Prescrizione di farmaci e invio a specialità mediche quando necessario.
  • Counseling e supporto psicologico. Fornitura di servizi di salute mentale di base e indirizzamento a professionisti specializzati quando necessario.

La primary care è cruciale per mantenere la salute generale della popolazione, prevenire malattie, diagnosticare e trattare precocemente le condizioni mediche. Una gestione della primary care forte è fondamentale per un sistema sanitario ben funzionante.

Cosa si intende per livello di cure primarie

Quando si parla di “livello di cure primarie” ci si riferisce al grado o alla complessità delle cure sanitarie fornite all’interno del contesto della primary care, ossia delle cure di base, preventive e primarie. Questo concetto si basa sulla gerarchia delle cure sanitarie e comprende diverse fasi o livelli di assistenza che possono variare in base alla complessità delle esigenze di salute di un individuo. Di seguito sono elencati alcuni dei livelli di cure primarie:

Livello Dettagli
Primo Livello – Cura di Base
  • Fornitura di servizi di base come visite mediche regolari, screening e vaccinazioni.
  • Gestione di problemi di salute comuni e forniture di cure preventive.
Secondo Livello – Gestione di Malattie Croniche
  • Monitoraggio e gestione di condizioni mediche croniche come diabete, ipertensione, malattie cardiache, ecc.
  • Collaborazione con specialisti quando necessario.
Terzo Livello – Cure Acute e Urgenti
  • Fornitura di cure per condizioni acute e urgenze mediche.
  • Interventi per lesioni e malattie improvvise.
Quarto Livello – Salute Mentale di Base
  • Fornitura di servizi di salute mentale di base come consulenze e supporto psicologico.
  • Rinvio a servizi specialistici quando necessario.
Quinto Livello – Coordinamento e Gestione Integrata
  • Coordinamento delle cure tra vari professionisti e servizi sanitari.
  • Gestione integrata delle esigenze di salute complesse.
Sesto Livello – Cure Comunitarie e Prevenzione
  • Coinvolgimento nella salute della comunità, promozione di stili di vita sani e prevenzione delle malattie.
  • Programmi di educazione sanitaria e promozione della salute.

La definizione specifica dei livelli di cure primarie può variare in base ai sistemi sanitari e alle pratiche specifiche di ciascun paese. In generale, comunque, questi livelli riflettono la progressione dalla fornitura di servizi di base a quelli più specializzati e complessi, garantendo un approccio completo e graduale alle esigenze di salute della popolazione.

Che cosa si intende per gatekeeping in psicologia?

Nel contesto psicologico, il gatekeeping può manifestarsi in diverse forme e contesti. Spesso speculari a quelle delle altre specialità mediche. Ecco alcuni esempi:

  • Accesso alle cure psicologiche. I professionisti della salute possono agire come “gatekeepers” regolamentando l’accesso ai servizi di consulenza o terapia psicologica. Ciò può comportare una valutazione iniziale per determinare se il cliente soddisfa determinati criteri per ricevere assistenza.
  • Accesso alle procedure di valutazione. Nel campo della psicodiagnostica, i professionisti possono esercitare il gatekeeping decidendo chi può accedere a specifiche procedure di valutazione psicologica. Ad esempio, un neuropsicologo potrebbe decidere se una persona è idonea a sottoporsi a test cognitivi.
  • Gatekeeping accademico. Nel mondo accademico della psicologia, il gatekeeping può verificarsi attraverso il processo di selezione degli studenti per programmi di studio avanzati o di ricerca. Le commissioni di ammissione possono decidere chi è idoneo a partecipare a determinati corsi o programmi.
  • Accesso alle risorse psicologiche. La distribuzione delle risorse psicologiche, come libri, articoli accademici o strumenti di valutazione, può essere regolamentata per garantire che siano utilizzate in modo appropriato da professionisti qualificati nel campo della psicologia.
  • Controllo dell’accesso alle informazioni. In contesti clinici o di ricerca, i professionisti possono esercitare il gatekeeping controllando l’accesso a informazioni sensibili o riservate, garantendo la privacy e la sicurezza dei dati.
  • Valutazione dell’idoneità professionale. In situazioni di supervisione o mentoring, i professionisti più esperti possono agire come gatekeepers valutando l’idoneità di praticanti o studenti a lavorare in determinati contesti o con specifiche popolazioni.

Il gatekeeping in psicologia può avere implicazioni etiche e professionali significative, e la sua corretta gestione è essenziale per garantire che le risorse e i servizi siano distribuiti in modo equo, etico e conforme agli standard della disciplina.

Cosa si intende per gatekeeping da parte del personale medico sanitario in relazione alla ricerca nell’ambito delle cure palliative?

È importante ricordare che il gatekeeping da parte del personale medico sanitario può manifestarsi anche quando vi è un controllo o una limitazione nell’accesso alle informazioni, alle risorse o alle decisioni relative alle cure palliative. Questo può verificarsi in diversi modi, ad esempio:

  • Limitazione delle informazioni. Il personale medico sanitario potrebbe limitare l’accesso del paziente o dei suoi familiari a informazioni cruciali sulle cure palliative, creando una barriera nella comprensione delle opzioni disponibili.
  • Decisioni unilaterali. Il personale medico potrebbe prendere decisioni in modo unilaterale, senza coinvolgere attivamente il paziente o la sua famiglia nelle scelte relative alle cure palliative.
  • Accesso alle cure palliative. In alcuni casi, potrebbe esserci una restrizione nell’accesso alle cure palliative, ad esempio, a causa di criteri di ammissione rigidi o mancanza di risorse adeguate.
  • Comunicazione inadeguata. Il gatekeeping può verificarsi attraverso una comunicazione inadeguata, dove il personale medico non fornisce in modo completo e comprensibile informazioni sulle cure palliative.

Il gatekeeping in questo contesto può avere impatti significativi sulla qualità dell’assistenza fornita ai pazienti terminali e alle loro famiglie, rendendo essenziale promuovere una comunicazione aperta, l’accesso alle informazioni e la partecipazione attiva nelle decisioni relative alle cure palliative.