L’imprinting è un legame di attaccamento che, in alcune specie animali, svolge un ruolo cruciale nello sviluppo dell’orientamento e del comportamento sociale.
Si tratta di un fenomeno che comporta un legame di attaccamento molto forte e spesso irreversibile tra il neonato e il primo essere vivente che vede durante il periodo sensibile dopo la nascita. Può essere la madre, un altro adulto o persino un essere di un’altra specie. Una volta identificato come soggetto dell’imprinting, viene riconosciuto e seguito dall’individuo giovane come una figura genitoriale o altamente significativa.
Analizziamo insieme questo fenomeno, gli studi ad esso dedicati nel tempo e l’influenza che può avere nella vita adulta.
Cosa afferma Konrad Lorenz?
L’imprinting è un concetto chiave nella psicologia dello sviluppo, introdotto e studiato dall’etologo austriaco Konrad Lorenz, nei primi anni del ventesimo secolo. L’etologo condusse un esperimento dividendo due gruppi di pulcini di oca al momento della schiusa. Un gruppo seguì la madre, mentre l’altro, che incontrò Lorenz per primo, seguì lui in qualità di adulto di riferimento.
Il legame tra i pulcini e la madre e i pulcini e Lorenz diventava così stabile e irreversibile nel tempo, che i pulcini erano indotti a imitare quella che riconoscevano come figura genitoriale. Per descrivere tale avvenimento, Lorenz coniò così il termine “Pragung”, che fu poi tradotto in inglese come “imprinting”.
Successivamente, lo psicologo Harry Harlow condusse esperimenti sui macachi per dimostrare gli effetti della deprivazione affettiva. Scopri che le scimmie separate dalla madre subivano gravi alterazioni comportamentali, mentre la deprivazione affettiva era attenuata se veniva offerto un manichino che simulava una madre. Questi esperimenti sono stati rilevanti per comprendere la relazione tra deprivazione affettiva e sviluppo comportamentale nelle prime fasi della vita.
Sulle base delle due ricerche sopracitate, lo psicanalista inglese J. Bowlby (1969) formulò così la teoria etologica dell’attaccamento suggerendo che i bambini si legano emotivamente a coloro che si prendono cura di loro, creando una “base sicura”. La mancanza di questo legame potrebbe causare problemi nella vita sociale e nei rapporti futuri.
Che cosa significa avere l’imprinting?
In psicologia, avere l’imprinting significa sviluppare un legame di attaccamento molto forte e spesso permanente con il primo essere vivente che si vede o conosce durante il periodo critico che succede alla nascita. Tale legame influenza il comportamento futuro, le abitudini sociali, le preferenze di accoppiamento e le interazioni sociali dell’individuo che ha sperimentato l’imprinting.
A differenza di quanto avviene negli animali, però, l’imprinting negli esseri umani è reversibile e suscettibile di modifiche col passare del tempo. Le relazioni primarie con i genitori sono determinanti nello sviluppo del nostro modello di relazione e influenza il nostro modo di interagire con gli altri, plasmando le nostre aspettative riguardo all’amore, all’accudimento e al senso di sicurezza e protezione forniti dagli altri.
Diversi studi hanno in effetti rilevato che, nel corso della vita adulta, si tende a cercare un partner che rifletta le caratteristiche del genitore del sesso opposto (nell’eterosessualità) o del proprio sesso (nell’omosessualità), in linea con il modello di relazione formatosi durante l’infanzia.
Quanto dura l’imprinting?
La durata dell’imprinting varia da individuo a individuo, ma la sua influenza comportamentale e sociale può estendersi per lunghi periodi, a volte per l’intera esistenza di una persona.
L’imprinting potrebbe influenzare le relazioni adulte e la percezione di sicurezza, fiducia e affetto. Un’infanzia positiva, caratterizzata da un attaccamento sicuro e relazioni stabili, solitamente porta a una migliore gestione delle relazioni e delle emozioni nell’età adulta. Al contrario, esperienze negative o l’assenza di un attaccamento sicuro durante la fase di sviluppo possono generare difficoltà relazionali, problemi di fiducia e persino condurre a difficoltà emotive o comportamenti disfunzionali nelle relazioni adulte.
L’imprinting può contribuire a formare modelli di attaccamento e a plasmare le aspettative personali nei confronti delle relazioni e della vita in generale. Tuttavia, non tutti gli aspetti delle esperienze iniziali rimangono immutabili nella vita adulta; le persone possono sviluppare nuovi modelli e cambiare in risposta alle esperienze successive e all’apprendimento continuo.
Gli approcci terapeutici come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia familiare o la terapia psicodinamica possono aiutare a esaminare questi modelli relazionali e affrontare le eventuali difficoltà nel contesto attuale. In particolare, si potrebbe lavorare su schemi e credenze radicate nella storia di una persona che influenzano la percezione di sé e delle relazioni interpersonali.
(7 Novembre 2023)