Relazioni tossiche: cosa sono e come uscirne

Una relazione tossica non è sempre facile da riconoscere. Ma come capire quando un rapporto ci sta facendo del male? Vediamo a quali segnali prestare attenzione e come trovare la forza di porre fine a questo tipo di legame.

Relazioni tossiche: cosa sono e come uscirne

Una relazione tossica è caratterizzata da comportamenti, azioni e dinamiche che danneggiano una o entrambe le persone coinvolte.

Questa tossicità può manifestarsi sia nelle relazioni romantiche sia in quelle amicali, familiari o professionali. Ma di cosa si tratta, precisamente? E come riconoscere un rapporto che ci sta facendo del male o addirittura ci mette in pericolo?

Capita a volte di sentirsi incastrati in una relazione. Si sa da tempo che il rapporto di coppia non funziona più, eppure lo si porta avanti, con conseguenze disastrose per l’autostima e il benessere psicologico.

Ma le relazioni tossiche prosciugano le energie e fanno sentire senza via d’uscita. È importante, quindi, riconoscerne i segnali e sapere come uscirne.

Cos’è una relazione tossica?

Cadere nella trappola di una relazione tossica è più facile di quanto sembri. Si tratta di rapporti d’amore che inizialmente sembrano funzionare perfettamente. Non è raro, infatti, che le due persone si sentano simili, affini, e fatte l’una per l’altra.

In realtà, queste relazioni funzionano bene solo apparentemente. Danno l’idea di essere legami forti solo perché l’intreccio dei meccanismi patologici dei due partner è molto saldo. Con il passare del tempo, tuttavia, la relazione inizia a minare il benessere della persona in vari modi: emotivamente, psicologicamente e, a volte, persino fisicamente.

Ne sono un esempio il sadismo e il masochismo, o la relazione tra un narcisista e una persona insicura. Sono relazioni in cui vige un’asimmetria di potere e responsabilità, dove la sofferenza è strettamente legata al piacere.
Nel contesto di una relazione tossica, si possono sperimentare una mancanza di sostegno reciproco, mancanza di comprensione, umiliazione o continui conflitti e attacchi. È una relazione competitiva, priva di rispetto e di coesione.

Nonostante ciò, riconoscere i segnali d’allarme è piuttosto difficile, poiché molte volte risultano evidenti per gli altri, ma sfuggono a chi è coinvolto direttamente.

Quando una relazione è tossica? Esempi di relazione tossica

Le relazioni tossiche possono nascere sulla base di alcuni schemi, o pattern di comportamento:

  • relazione sado-masochistica. Secondo lo psicologo americano Emmanuel Hammer il masochista è un depresso che spera ancora. Nella sua infanzia ha imparato che la sofferenza è il prezzo da pagare per la relazione. I suoi genitori erano assenti o intervenivano solo quando lui stava male o era in pericolo. In questo modo, il bambino ha imparato che soffrendo abbastanza ottiene interessamento
  • dipendenza affettiva. Si configura quando non si riesce a fare a meno di un’altra persona e tutte le proprie energie sono investite nella relazione, escludendo le altre amicizie. Entrambi i partner sono co-dipendenti. Oppure il partner sfruttatore è un o una narcisista che alimenta la propria autostima e soddisfa i propri bisogni appoggiandosi sulla parte dipendente della coppia
  • lotta di potere, quando c’è la tendenza di entrambi i membri ad assumere un ruolo dominante. I continui conflitti spesso celano vissuti depressivi latenti, e lo scopo dei conflitti è attribuire all’altro le responsabilità della pessima situazione. Questo tipo di relazione tossica è comune nelle famiglie in cui i genitori decidono di stare insieme per il bene dei figli
  • innamorarsi della persona sbagliata, quando tutte le proprie energie sono rivolte verso una persona che in realtà non è disponibile, oppure non fa per noi. Queste relazioni possono durare anche tanto perché la persona innamorata spera di poter cambiare sé stesso oppure l’altro. Più spesso avviene che l’altro si disinteressa o si approfitta di questi sentimenti, creando dinamiche tossiche.

Come riconoscere una relazione tossica?

Rendersi conto di vivere un rapporto disfunzionale non è sempre facile. Tuttavia, è possibile prestare attenzione ad alcuni segnali per riconoscere una relazione tossica, come:

  • violenza fisica. Il primo indiscutibile segnale. Quando si verifica, è bene uscire il prima possibile dalla relazione, cercando aiuto. Nessun tipo di amore include la violenza, che non va scambiata per passione
  • violenza psicologica, violenza verbale e manipolazione. Spesso la rabbia si manifesta sotto forma di svalutazioni, sarcasmo, offese. Il partner diventa una sorta di bullo, che gioca sui punti deboli dell’altro e cerca di indurre nella vittima un continuo senso di colpa
  • litigiosità. Non ci si ascolta, l’unico scopo di ogni discussione diventa smontare l’altro. Non c’è interesse a incontrarsi in un terreno comune in cui trovare maggiore serenità, si cerca solo di ferire
  • repentini cambiamenti di ruolo. In una relazione tossica è tipico avventurarsi continuamente sui lati del triangolo drammatico, cioè di scambiarsi ripetutamente i ruoli di Vittima, Salvatore e Persecutore. Si ha la sensazione di infilarsi in conflitti sempre uguali, con stesse dinamiche e stesse sgradevoli sensazioni
  • bassa energia e fatica. Le relazioni tossiche comportano un grande investimento in termini di energia mentale. Si pensa di continuo alla relazione e a come comportarsi, perseverando nel rimuginare e preoccupandosi molto per sé e per le reazioni dell’altro
  • ansia, quando si deve incontrare l’altra persona. Le persone tossiche sono molto brave a creare pretesti per litigare e a individuare e colpire i punti deboli dei loro avversari
  • bassa autostima, conseguenza della svalutazione continua e delle difficoltà che ci si trova ad affrontare ogni giorno nella relazione. Il carnefice inoltre impedisce alla vittima di crescere e di essere autonoma.

Come si comporta una persona tossica?

Una persona tossica è di base una manipolatrice, sempre pronta ad adottare comportamenti volti a denigrare gli altri. In una relazione di coppia, quando entrano in gioco i sentimenti, è difficile riconoscere e accettare che il proprio partner sia una persona tossica. È fondamentale, però, identificare quei segnali negativi che possono avere un impatto significativo sul proprio equilibrio mentale.

Tra effetti emotivi provocati da un partner tossico rientrano:

  • inadeguatezza: il partner non fa altro che criticare ed evidenziare errori e difetti facendo sentire l’altra persona inadeguata
  • rabbia e frustrazione: il partner tossico/a è sempre pronto a infastidire l’altro, facendo provare al proprio compagno/a costanti emozioni negative
  • insoddisfazione: un partner tossico non si preoccupa dei sentimenti dell’altro. Anzi, tende a calpestare i bisogni e desideri del compagno/a per raggiungere i propri obiettivi e le proprie priorità. Provoca così nell’altra persona sentimenti di insoddisfazione e infelicità.
  • senso di colpa: non si assume mai la responsabilità dei problemi e scarica la colpa sull’altro.

Perché si rimane in una relazione tossica?

Rimanere in una relazione tossica è spesso il risultato di dinamiche complesse e profondamente radicate nelle interazioni e nella psiche. 

Nell’impossibilità di accomunare tutte le esperienze, è possibile dire, tuttavia, che la paura, sia essa paura della solitudine, del cambiamento, o delle conseguenze, può avere un ruolo importante. La paura delle conseguenze, soprattutto, limita la capacità delle vittime di agire, specialmente in presenza di violenza domestica. 

A volte, il mancato riconoscimento dell’abuso, specialmente quando questo è emotivo e sottile, contribuisce a mantenere lo status quo. Allo stesso tempo, la bassa autostima può far credere alla vittima di non meritare di meglio.

Le relazioni non si deteriorano da un giorno all’altro. Si ha piuttosto una sorta di graduale erosione del benessere psicologico. Il ciclo di abuso, in altre parole, può alternare momenti di crudeltà a periodi di apparente tranquillità e affetto, inducendo ulteriore confusione e, soprattutto, la speranza che il partner tossico possa cambiare. 

Anche le pressioni sociali per mantenere unita la coppia, soprattutto se ci sono figli, e la difficoltà ad accettare i fallimenti, possono indurre a restare in un rapporto malato.

Un altro aspetto decisivo è la dipendenza economica o emotiva, unita spesso all’isolamento che il partner tossico crea intorno alla vittima, che riducono ulteriormente la capacità di mettere fine al rapporto. 

Infine, senza un’adeguata rete di sostegno familiare e professionale, la prospettiva di lasciare una relazione disfunzionale può sembrare impossibile. Spesso solo i percorsi di supporto specializzati possono offrire gli strumenti utili per affrontare e abbandonare una relazione disfunzionale.

Come uscire da una relazione tossica?

Se vi accorgete di essere finiti nel circolo vizioso delle relazioni tossiche, ci sono alcuni punti che potete seguire:

  • rivedete i comportamenti passati e uscite dal diniego. Quando siete con il vostro partner sentite che il tempo è speso bene e che ne vale la pena? O sentite le vostre energie prosciugate e state con lui/lei solo per senso del dovere?
  • analizzate il presente. Come vi fa sentire la relazione? Quali emozioni prevalgono? Gioia, rabbia, paura, senso di colpa?
  • recuperate le attività sacrificate per la relazione tossica. Quante cose avete messo da parte per difendere questa relazione?
  • cercate persone con atteggiamenti diversi e fate attenzione a non innescare di nuovo il circolo vizioso
  • lavorate sulla parte di voi che collude con questo schema e che vi porta verso relazioni tossiche. La tendenza, per esempio, a dipendere dall’altro o a scegliere partner che vi trattano male. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarvi a fare questo
  • chiedete aiuto. Se la situazione è grave, se il vostro partner vi maltratta o è uno stalker, non esitate a parlarne con qualcuno che possa aiutarvi. Eventualmente, non indugiate ad allertare le forze dell’ordine.

Come trasformare una relazione tossica in una relazione sana?

Non si può dire con certezza se una relazione tossica possa diventare sana. Dipende molto dalle persone coinvolte e dalle loro storie. Vi sono casi in cui una psicoterapia, individuale o di coppia, può essere molto d’aiuto e permette di distendere e sanare il clima relazionale.

Quando è arrivato il momento di separarsi?

Le dinamiche tossiche possono essere a tal punto insostenibili che, a volte, la scelta migliore per tutti è porre fine alla relazione. È il caso di pensare alla separazione quando il partner non dimostra né interesse né volontà di cambiamento, rifiuta il confronto, svilisce la possibilità di un percorso terapeutico comune, o, peggio ancora, esercita violenza fisica.

Il primo passo è accettare la realtà. È importante riconoscere che la relazione è malsana e sta causando sofferenza. E non bisogna colpevolizzarsi per questo. La fine di una relazione è spesso il risultato di una serie di problemi più grandi, difficili da gestire.

Se ci si sente infelici, sopraffatti e costantemente ansiosi, è arrivato il momento di ascoltare se stessi e dare priorità alle proprie sensazioni e necessità. Chiudere una relazione malata significa imparare a volersi bene. Le persone coinvolte in relazioni tossiche dimenticano cosa significa ricevere amore e rispetto, sia dagli altri che da se stessi. È quindi essenziale agire prima che un amore, che non è amore, minacci la propria serenità.

Quando un legame si interrompe è normale sentirsi svuotati e andare incontro a possibili episodi depressivi. È tuttavia utile sapersi perdonare, accettare tutte le emozioni che inevitabilmente arriveranno, chiudere ogni contatto con l’ex partner e finalmente riprendere ad amarsi.