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Inibizione e autoregolazione: quando essere inibiti diventa un limite

L'inibizione o controllo inibitorio è una forma di autoregolazione dei propri istinti, emozioni e comportamenti ed è fondamentale per il nostro benessere psicofisico

Inibizione e autoregolazione: quando essere inibiti diventa un limite

L’inibizione (o controllo inibitorio), sia affettiva che comportamentale, è un concetto fondamentale nel campo della psicologia e delle neuroscienze che riguarda le dinamiche attraverso le quali le persone regolano e controllano i propri impulsi, emozioni e comportamenti. Questo processo non solo ci permette di adattarci alle norme sociali e alle diverse situazioni, ma è anche essenziale per il nostro benessere psicologico e per la nostra capacità di funzionare in modo efficace in contesti diversi.

Neuroscienze dell’inibizione o del controllo inibitorio

Nel contesto neuroscientifico, l’inibizione è strettamente legata alle funzioni esecutive del cervello, che comprendono la pianificazione, il problem-solving e la capacità di ritardare la gratificazione. Il controllo inibitorio, in particolare, è il meccanismo attraverso il quale il cervello sopprime una risposta che non è più rilevante o che potrebbe essere dannosa, facilitando così una decisione più adattativa in risposta a nuovi stimoli o informazioni.

Esempi di come il controllo inibitorio si manifesta nella vita quotidiana:

  • Resistere alla tentazione di un dolce quando si è a dieta
  • Evitare di dire qualcosa di offensivo in un momento di rabbia
  • Concentrarsi su un compito anche se ci sono distrazioni intorno
  • Aspettare il proprio turno per parlare in una conversazione, invece di interrompere gli altri

Questi esempi illustrano l’importanza del controllo inibitorio in diverse aree: facilita l’apprendimento consentendo di concentrarsi sulle informazioni importanti e ignorare le distrazioni; aiuta nella pianificazione e nel problem solving permettendoci di valutare le opzioni e scegliere le migliori strategie; regola le emozioni per comportarsi in modo appropriato e non impulsivo; controlla il comportamento per aderire alle regole sociali e agire adeguatamente nelle varie situazioni; e sostiene le relazioni sociali, aiutandoci a interagire costruttivamente, evitare conflitti e mantenere relazioni sane.

L’importanza del controllo inibitorio nello sviluppo cognitivo

Il controllo inibitorio si sviluppa durante l’infanzia e continua a migliorare fino all’adolescenza. Un buon controllo inibitorio è rilevante per una sana crescita cognitiva e per lo sviluppo delle competenze sociali. La mancanza o la diminuzione di questo controllo può essere un indicatore di disturbi neurologici o psicologici come il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e può richiedere interventi specifici per migliorare il funzionamento quotidiano e la qualità della vita.

I bambini con un deficit inibitorio possono avere difficoltà ad apprendere, a concentrarsi, a controllare le proprie emozioni e a comportarsi in modo adeguato alle regole sociali.

Anche gli adulti con un deficit inibitorio possono avere problemi in queste aree e sono più a rischio di sviluppare disturbi mentali come l’ansia e la depressione.

Tra i fattori che influenzano il controllo inibitorio vi sono

  • genetica: alcune persone sono naturalmente più predisposte a un buon controllo inibitorio di altre
  • maturazione cerebrale: il controllo inibitorio si sviluppa gradualmente durante l’infanzia e l’adolescenza
  • esperienze infantili: esperienze negative durante l’infanzia, come abusi o negligenza, possono compromettere lo sviluppo del controllo inibitorio
  • stress: vivere in una situazione di stress cronico può compromettere la capacità di inibire pensieri, emozioni e comportamenti automatici
  • alcuni disturbi mentali: l’ansia, la depressione e il disturbo bipolare possono essere associati a un deficit inibitorio (sia come concausa che come effetto)

Cosa significa inibizione affettiva?

L’inibizione affettiva è un tipo di controllo che consente di regolare le nostre emozioni e di gestirle in modo appropriato al contesto in cui ci troviamo. Concretamente, possiamo dire che è la capacità di “non lasciarci sopraffare dalle emozioni” o di “riflettere prima di agire”.

L’inibizione affettiva può manifestarsi in vari modi nella vita quotidiana. Ad esempio, in contesti stressanti o frustranti, come durante un litigio con un collega o alla ricezione di una brutta notizia, potremmo trovare la forza di rimanere calmi e composti. Questa capacità si estende anche al controllo dell’ira e della frustrazione; piuttosto che lasciarsi andare a reazioni impulsive come urlare contro i propri figli o sbattere la porta, si può scegliere di gestire queste emozioni internamente. Anche quando ci si trova sotto pressione emotiva, come durante lo studio per un esame in un periodo di ansia o lavorando su un progetto in momenti di demotivazione, l’inibizione affettiva ci aiuta a rimanere concentrati sul compito. Inoltre, saper regolare l’espressione delle proprie emozioni in base al contesto e alle persone con cui interagiamo è un altro aspetto dell’inibizione affettiva.

Se ritieni di avere difficoltà a regolare le tue emozioni, è importante parlarne con un professionista della salute mentale. Con il giusto supporto, è possibile imparare a sviluppare e migliorare la propria capacità di inibizione affettiva, con importanti benefici per la propria vita personale, professionale e sociale.

Si può essere troppo inibiti, in senso negativo?

Alcune persone hanno una tendenza eccessiva a reprimere emozioni, pensieri e comportamenti, spesso a causa di insicurezza, paura del giudizio altrui, o senso di inadeguatezza. Questo comportamento le porta ad evitare situazioni sociali, a non esprimere liberamente le proprie opinioni e a evitare di prendere decisioni importanti. Socialmente, queste persone possono apparire timide, schive e distaccate, possono avere difficoltà a fare nuove amicizie e a mantenere relazioni stabili, sentendosi a disagio in contesti di gruppo e tendendo a preferire la solitudine. Personalmente, possono incontrare ostacoli nel raggiungere obiettivi, possono perdere occasioni significative per paura di fallire o essere giudicate, e possono soffrire di bassa autostima e depressione.

Alcune possibili cause di inibizione eccessiva sono:

  • ansia sociale: la paura di essere giudicati o di essere al centro dell’attenzione può portare a un’inibizione eccessiva in contesti sociali
  • bassa autostima: la convinzione di non essere abbastanza bravi o di non valere nulla può portare a un’inibizione generale in tutti gli ambiti della vita
  • apprendimenti infantili: esperienze negative vissute durante l’infanzia, come abusi psicologici o negligenza, possono danneggiare l’autostima e la capacità di relazionarsi con gli altri
  • perfezionismo: il bisogno di essere sempre perfetti e di non commettere errori può portare a un’inibizione eccessiva per paura di non essere all’altezza delle aspettative

Effetti negativi dell’essere inibiti

L’inibizione eccessiva può avere impatti significativi su vari aspetti della vita di una persona, influenzando profondamente le relazioni sociali, il contesto lavorativo, l’autostima e la salute mentale. Nel campo delle relazioni sociali, chi soffre di inibizione eccessiva spesso trova difficoltà a stringere nuove amicizie e a mantenere relazioni stabili, poiché il timore di esprimersi può limitare le interazioni e la profondità emotiva condivisa con gli altri. Sul lavoro, questa stessa inibizione può impedire di farsi avanti, partecipare attivamente e raggiungere gli obiettivi professionali, a volte per paura del giudizio.

Questa condotta può a sua volta influire negativamente sull’autostima: le persone inibite possono percepirsi come inadeguate, alimentando un circolo vizioso di autovalutazioni negative e ulteriore ritiro sociale. Infine, il peso dell’inibizione può predisporre a disturbi d’ansia, depressione e altri problemi di salute mentale, poiché il costante stato di repressione emotiva e sociale contribuisce a un senso di isolamento e insoddisfazione personale. Questi effetti mostrano quanto sia importante affrontare l’inibizione eccessiva per migliorare la qualità della vita e il benessere generale.

Come superare l’inibizione: strategie psicologiche

Se l’inibizione provoca un significativo disagio o interferisce con la vita quotidiana, è importante cercare aiuto professionale. Uno psicologo può offrire una valutazione approfondita e sviluppare un piano di trattamento personalizzato, fornendo le risorse e il supporto necessari per affrontare e superare l’inibizione, favorendo un miglioramento significativo della qualità della vita.

Superare l’inibizione, infatti, è un processo che richiede tempo, impegno e l’adozione di strategie appropriate. Non esiste una soluzione immediata, ma attraverso metodi psicologici validati e supporto professionale, è possibile gestire meglio le proprie emozioni, pensieri e comportamenti.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è particolarmente efficace in questo contesto, poiché aiuta a identificare e modificare pensieri negativi e schemi comportamentali che alimentano l’inibizione. Questo approccio può insegnare strategie per affrontare situazioni temute in modo più costruttivo, permettendo una gradualità nell’esposizione che riduce l’ansia associata e aumenta la sicurezza.

Le tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione e gli esercizi di mindfulness sono altri strumenti potenti. Promuovono il rilassamento e aiutano a focalizzarsi sul presente, migliorando la consapevolezza dei propri stati interni senza giudizio, il che è cruciale per chi tende a essere autocritico o severamente giudicante verso se stesso.

Anche l’affermazione di sé è un aspetto fondamentale per superare l’inibizione; imparare a esprimere chiaramente e assertivamente opinioni, bisogni e desideri aiuta a superare la paura del giudizio altrui e a rafforzare la propria autostima.

Qualche consiglio pratico per superare l’inibizione e il controllo inibitorio

  1. Inizia ad esporti, gradualmente e in sicurezza: identifica una o due situazioni che temi ma nelle quali pensi di poterti esporre in modo graduale e controllato; piano piano potresti arrivare a costruire quella fiducia necessaria a ridurre l’inibizione. Inizia con situazioni meno intimidatorie, nelle quali puoi cercare e ricevere il supporto di persone di cui ti fidi, e avanza verso quelle più sfidanti
  2. Pratica l’auto-affermazione attraverso dialoghi interni positivi: fa’ caso al modo in cui ti rivolgi a te stesso/a e miglioralo per contrastare i pensieri negativi che alimentano l’inibizione
  3. Imposta obiettivi realistici: stabilisci piccoli ma significativi obiettivi per fare progressi tangibili e alla tua portata. Ogni piccolo successo costruisce fiducia e diminuisce la paura del fallimento

Se l’inibizione eccessiva sta causando un significativo disagio o sta interferendo con la tua vita, un professionista può aiutarti a sprigionare le tue potenzialità.