L’ipertimesia, o memoria autobiografica superiore, rappresenta una condizione straordinaria che coinvolge la memoria autobiografica di un individuo.
Nel corso degli anni, la letteratura scientifica ha documentato solo poche decine di casi di ipertimesia nel mondo, rendendola un fenomeno affascinante e allo stesso tempo misterioso.
In questo articolo esploreremo in dettaglio l’ipertimesia, analizzando le sue caratteristiche distintive, le cause, i sintomi e la ricaduta sulla vita quotidiana di chi ne è affetto.
Che cos’è l’ipertimesia?
L’ipertimesia, anche detta sindrome ipertimesica o memoria autobiografica superiore (HSAM, Highly Superior Autobiographical Memory) implica la capacità di ricordare dettagliatamente la grande maggioranza degli eventi vissuti nel corso della propria esistenza, anche quelli più remoti nel tempo e i dettagli più banali.
Come si manifesta?
Le persone affette da questa sindrome si distinguono poiché dedicano molto tempo della propria vita alla riproduzione mentale degli eventi passati e sono in grado di richiamare particolari dettagli delle proprie esperienze. Le memorie, descritte come vivide e incontrollabili, emergono nella mente dell’ipertimesico senza sforzo, trasformando ogni ricordo in una nitida rappresentazione dell’esperienza originale.
Ciò significa che, citando una data qualsiasi a un soggetto con ipertimesia, questi potrà fare un resoconto di quella giornata. È importante sottolineare che questa straordinaria capacità non è il risultato di strategie di memorizzazione intenzionali, ma piuttosto un processo involontario e automatico.
Quello causato dall’ipertimesia è un assorbimento indefinito delle informazioni, anche di quelle apparentemente superflue. Particolari come l’abbigliamento o il pasto consumato per pranzo o per cena in un determinato giorno, che solitamente non verrebbero incamerate dalla memoria, diventano per i soggetti ipertimesici significativi. In altre parole, la sindrome sembra alterare il normale processo di consolidamento dei ricordi, portando a un’archiviazione indiscriminata di dettagli di vita quotidiana.
Quante persone sono affette da ipertimesia?
L’ipertimesia è una condizione straordinariamente rara. A livello mondiale, sono stati documentati circa 60 casi di sindrome ipertimesica. Il caso più celebre è quello di Jill Price, inizialmente identificata come AJ, riportato dai ricercatori dell’University of California-Irvine. Jill Price sostiene di ricordare chiaramente ogni giorno della sua vita a partire dal 5 febbraio 1980, quando aveva quattordici anni.
L’ipertimesia non sembra essere legata a fattori specifici come età, sesso, quoziente intellettivo o stato sociale, poiché i pochi casi noti riguardano individui molto diversi tra loro.
Quali sono le cause dell’ipertimesia?
Le cause specifiche dell’ipertimesia rimangono sconosciute, ma gli studiosi hanno avanzato alcune ipotesi:
- a livello biologico, alcuni scienziati hanno suggerito la presenza di un’alterazione del circuito frontostriatale, associato anche a disturbi nello sviluppo neurologico, come l’autismo, la sindrome di Tourette, il deficit di attenzione e iperattività. In alcuni pazienti colpiti dalla sindrome, inoltre, specifiche aree cerebrali, come il lobo temporale e il nucleo caudato, sono risultate di dimensioni maggiori rispetto a quelle di individui con una memoria tipica
- dal punto di vista psicologico, si è ipotizzato che l’ipertimesia possa essere correlata a un processo ossessivo-compulsivo in cui il soggetto rimugina in modo eccessivo su ricordi apparentemente superflui, portandoli a cristallizzarsi nella memoria
La diagnosi di ipertimesia è stata effettuata attraverso test neuropsicologici standardizzati e risonanze magnetiche per studiare le caratteristiche del cervello dei soggetti affetti.
Quali sono i 3 tipi di memoria?
Per comprendere meglio l’ipertimesia, è importante richiamare i meccanismi di base della memoria umana. Secondo il modello sviluppato da Atkinson e Shiffrin (1968), la memoria può essere suddivisa in tre tipi principali: sensoriale, a breve termine e a lungo termine.
Memoria sensoriale
La memoria sensoriale è la fase iniziale del processo mnemonico, in cui vengono registrate brevemente le informazioni provenienti dai nostri sensi. Questa forma di memoria ha una durata estremamente breve, nell’ordine dei secondi. Ad esempio, quando vediamo un oggetto, la sua immagine rimane nella memoria sensoriale solo per un breve istante.
Memoria a breve termine
La memoria a breve termine è coinvolta nel mantenere attivamente informazioni per un periodo di tempo limitato, generalmente da pochi secondi a qualche minuto. È la memoria che utilizziamo per ricordare un numero di telefono temporaneamente o per seguire le istruzioni immediate. Tuttavia, se non viene esercitata o ripetuta, queste informazioni rischiano di essere dimenticate.
Memoria a lungo termine
La memoria a lungo termine è la forma più duratura di memoria e può immagazzinare informazioni per periodi estesi, potenzialmente per tutta la vita. È coinvolta nella conservazione di esperienze significative, conoscenze e abilità. Il passaggio di informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine coinvolge processi complessi, come la consolidazione della memoria.
La memoria a lungo termine si categorizza in memoria esplicita, conosciuta anche come memoria dichiarativa, e memoria implicita, identificata anche come memoria procedurale:
- la memoria esplicita coinvolge informazioni che possono essere consapevolmente descritte dal soggetto e si suddivide in memoria episodica, memoria semantica e memoria autobiografica. La memoria episodica riguarda gli eventi personali; quella semantica comprende conoscenze generali, come fatti e concetti; mentre quella autobiografica conserva i ricordi specifici della propria vita
- la memoria implicita riguarda abilità motorie, percettive e cognitive che vengono acquisite senza necessità di una coscienza esplicita, come imparare a guidare, suonare uno strumento musicale o svolgere attività motorie senza doverle eseguire consapevolmente passo dopo passo. La memoria implicita rappresenta una componente preziosa del nostro repertorio cognitivo, consentendo il compimento automatico di azioni apprese nel corso del tempo
Ogni tipo di memoria svolge un ruolo cruciale nel nostro funzionamento cognitivo quotidiano. Nell’ipertimesia, sembra che si verifichi un processo di archiviazione particolarmente intenso, portando a un ricordo eccezionale degli eventi autobiografici. Questa peculiarità potrebbe spiegare la capacità dei soggetti che ne sono affetti di richiamare dettagli così specifici della propria vita.
Ipertimesia: dono o malattia?
Chi vive con l’ipertimesia potrebbe interpretare la propria straordinaria capacità di memoria come un dono. D’altra parte, però, è inevitabile constatare come questa sindrome rappresenti una sfida considerevole: il costante richiamo di ricordi, anche quelli indesiderati, può trasformare questo “dono” in una condanna, rendendo difficile per chi ne è affetto vivere appieno nel presente.
L’ipertimesia non è infatti una memoria eccezionale ottenuta attraverso un controllo consapevole delle informazioni (come avviene nel caso della memoria eidetica, propria di molte personalità geniali: da Mozart a Leopardi fino allo Sheldon della serie The Big Bang Theory), ma la rievocazione involontaria e compulsiva di ricordi immagazzinati, e per questo può interferire con una vita serena e centrata sull’oggi.
(16 Novembre 2023)