L’ergofobia e? una forma specifica di fobia caratterizzata dalla paura irrazionale e persistente legata all’ambiente lavorativo.
Come si chiama la paura del lavoro?
Questa forma di ansia, nota come ergofobia, descrive una condizione in cui il solo pensiero di lavorare o di trovarsi in un ambiente professionale genera una profonda angoscia. Chi soffre di ergofobia tende a evitare il lavoro, compromettendo sia la sfera personale che quella sociale.
Sebbene non sia riconosciuta come una diagnosi autonoma nel DSM-5, l’ergofobia viene classificata tra le fobie specifiche, spesso in relazione all’ansia da prestazione o sociale, e puo? coesistere con altri disturbi d’ansia.
Perché si ha paura di lavorare?
Tra le cause della fobia dell’ambiente lavorativo, abbiamo fattori psicologici e fattori ambientali.
Fattori psicologici
- Paura del fallimento: e? uno dei fattori principali che alimentano l’ergofobia. Le
persone che ne soffrono possono avere una costante preoccupazione di non essere all’altezza delle aspettative professionali, il che li porta ad evitare situazioni che richiedono prestazioni lavorative. Questo puo? contribuire alla procrastinazione, all’isolamento o alla rinuncia a nuove opportunita?, creando un circolo vizioso di evitamento e ansia crescente - L’ansia da prestazione, che riguarda la paura di non riuscire a svolgere correttamente il proprio lavoro o di essere giudicati negativamente per la propria performance. Questo tipo di ansia puo? riguardare compiti specifici (come parlare in pubblico) o la gestione generale delle proprie responsabilita? lavorative.
- Bassa autostima: rappresenta una percezione negativa e non adeguata di se?.
Emerge un costante senso di inadeguatezza che puo? anche essere trasversale ad altri ambiti della vita (famiglia, relazioni sentimentali e/o di amicizia…) e non solo nel contesto lavorativo. Spesso chi soffre di ansia possiede questo tratto, che sorge da un’insicurezza strutturale ed e? opportuno averne consapevolezza e lavorarci al fine di evitare lo sconfinamento in sintomi piu? complessi da gestire come forme depressive, disturbi dell’umore, ritiro sociale. - Paura delle interazioni sociali con colleghi o superiori, preoccupazione riguardo all’essere giudicati, criticati o non accettati. Questa componente sociale dell’ergofobia spesso si sovrappone con l’ansia sociale, rendendo difficile la creazione di relazioni interpersonali sul posto di lavoro.
Tutti questi fattori corrispondono in una certa misura a una forma di insicurezza personale e strutturale di chi ne soffre, che manifesta altri tratti, quali difficolta? a comunicare il proprio pensiero compiacendo e assecondando gli altri, tendenza a isolarsi e a frequentare poche persone, autosabotaggio come per esempio puo? essere la scelta di un lavoro non soddisfacente, scusarsi sempre, autocritica importante, preoccupazione costante dell’errore.
Fattori ambientali
- Un ambiente di lavoro tossico, caratterizzato da aspettative irrealistiche,
mancanza di supporto, bullismo o discriminazione, puo? contribuire allo sviluppo o al peggioramento dell’ergofobia. La percezione di dover costantemente dimostrare il proprio valore senza ricevere feedback costruttivi o riconoscimento, aumenta il livello di stress e puo? portare al burnout. - Eventi traumatici o negativi sul lavoro, come il licenziamento o esperienze di mobbing, possono creare un’associazione tra il lavoro e sentimenti di paura o insicurezza. Questi eventi possono amplificare la percezione del rischio e favorire lo sviluppo di un’ansia irrazionale legata all’ambiente lavorativo.
Sintomi dell’ergofobia
Le persone con ergofobia sperimentano una combinazione di sintomi psicologici e fisici che rendono difficoltosa la partecipazione alle normali attivita? lavorative.
Tra i sintomi psicologici piu? comuni troviamo:
- Senso di terrore o ansia travolgente semplicemente pensando di dover andare al
lavoro. Questa ansia puo? essere cosi? invalidante da indurre l’evitamento del luogo di
lavoro, compromettendo la capacita? di mantenere un’occupazione - Ruminazione su situazioni lavorative negative, con tendenza a rivivere nella
propria mente esperienze lavorative passate percepite come negative o fallimentari. Questo rimuginare costante aumenta l’ansia e riduce la capacita? di affrontare nuove situazioni lavorative
L’ergofobia pero? non si manifesta solo a livello mentale, ma presenta anche una serie di sintomi fisici che possono peggiorare la qualita? della vita quotidiana. Tra i principali ci sono:
- tachicardia
- sudorazione eccessiva
- attacchi di panico
Test e diagnosi
Ad oggi non esistono test specifici e validati per diagnosticare l’ergofobia. Tuttavia, gli psicologi possono utilizzare strumenti utili per valutare aspetti correlati al problema. Uno di questi e? il Maslach Burnout Inventory (MBI), usato per misurare il burnout lavorativo, con particolare attenzione all’esaurimento emotivo, alla depersonalizzazione e al senso di realizzazione personale. Sebbene non sia specifico per l’ergofobia, questo test puo? individuare il sovraccarico lavorativo. Inoltre, questionari standardizzati per l’ansia generale e sociale aiutano a valutare la gravita? dell’ansia legata al lavoro.
I professionisti della salute mentale possono anche condurre colloqui clinici per eseguire una diagnosi differenziale e distinguere l’ergofobia da altre forme di ansia e indirizzare verso il trattamento piu? adeguato.
Come affrontare l’ergofobia
Per superare l’ergofobia, il trattamento psicoterapeutico e? molto utile. La Terapia Cognitivo- Comportamentale (CBT) e? particolarmente efficace nel modificare i pensieri distorti legati al lavoro, mentre la Terapia di esposizione aiuta a confrontarsi gradualmente con le situazioni lavorative temute. Tecniche di gestione dello stress come la mindfulness e gli esercizi di respirazione offrono anche un supporto pratico. In alcuni casi, il trattamento con farmaci antidepressivi, ansiolitici o beta-bloccanti puo? alleviare i sintomi fisici, anche se occorre considerare effetti collaterali e dipendenza a lungo termine.
Accanto ad un lavoro piu? pragmatico e? importante lavorare sulla consapevolezza, sulle emozioni e sull’individuazione delle proprie insicurezze per favorirne una ristrutturazione in modo da sentirsi piu? efficaci nella risoluzione del problema. E? fondamentale il coinvolgimento attivo e la produttivita? nel desiderare un cambiamento.
Consigli pratici di auto-aiuto
Pianifica e gestisci il tuo tempo
Un approccio strutturato alla gestione del tempo puo? ridurre significativamente l’ansia legata al lavoro. Ad esempio, e? utile iniziare la giornata identificando le attivita? piu? importanti e suddividere i compiti piu? complessi in passaggi piu? piccoli e gestibili. Evitare il “multitasking” e riservare blocchi di tempo per il “lavoro profondo”, minimizzando le distrazioni, puo? anche aumentare la produttivita? e ridurre lo stress. Questo metodo aiuta a combattere la tendenza a procrastinare o la sensazione di essere sopraffatti.
Scegli, crea e prediligi un ambiente di lavoro positivo
Modificare l’ambiente fisico e relazionale del proprio luogo di lavoro, anche se non e? sempre possibile, puo? influenzare positivamente l’esperienza lavorativa. Un ambiente di lavoro positivo puo? essere creato anche da un dipendente attraverso piccoli ma efficaci cambiamenti. Organizzare e personalizzare la propria postazione per rendere lo spazio piu? accogliente e ridurre il disordine mentale. Fare brevi pause, ma regolari, aiuta a mantenere alta la concentrazione e a evitare il sovraccarico. Coltivare relazioni positive con colleghi e superiori, mostrando disponibilita? e collaborazione, migliora il clima lavorativo. Infine, impostare confini digitali, come limitare le notifiche nella vita privata, facilita l’equilibrio vita-lavoro.
Ricerca attivamente il supporto di colleghi, amici e familiari
Il supporto degli altri e? molto importante per gestire l’ansia legata al lavoro. Comunicare apertamente le proprie difficolta? a persone di fiducia puo? alleggerire il carico emotivo. Partecipare a gruppi di supporto, formali o informali, consente di condividere esperienze simili e di ricevere incoraggiamento e strategie di gestione del problema da altri che affrontano le stesse sfide.
(26 Settembre 2024)