Psichiatria

L’autosabotaggio in psicologia

L'autosabotaggio è una strategia cognitiva, conscia o inconscia, che porta la nostra mente a sabotare ogni azione con l'obiettivo di salvaguardare il proprio benessere.

L’autosabotaggio in psicologia

L’autosabotaggio si verifica quando una persona, sia consapevolmente che inconsciamente, mette ostacoli sul percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi o cerca di sabotare le proprie aspirazioni e propositi positivi.

Chiunque abbia mai affrontato una sfida nella vita può identificarsi con questa esperienza: la mente si riempie di pensieri negativi e costruisce muri emotivi, portando l’individuo a dubitare delle proprie capacità di realizzare ciò che desidera. Il pessimismo prende il sopravvento e si finisce per autoconvincersi che “non si può fare“.

Questo atteggiamento può manifestarsi in vari ambiti della vita: sul luogo di lavoro, nelle relazioni interpersonali e persino in amore. Nonostante il forte desiderio di ottenere un risultato specifico, l’autosabotaggio porta l’individuo ad adottare comportamenti o a compiere azioni che gli impediscono di raggiungerlo. Il motivo principale? La necessità di proteggersi da situazioni potenzialmente spiacevoli.

A cosa è dovuto l’autosabotaggio?

Le cause dell’autosabotaggio sono diverse e spesso radicate in profonde dinamiche psicologiche. 

Un fattore chiave dietro l’autosabotaggio è spesso la presenza di aspettative irrealistiche e la ricerca del perfezionismo. Molti individui si pongono standard elevati che li fanno costantemente sentire inadeguati, spingendoli a sabotare i propri sforzi per timore del fallimento.

Inoltre, la paura del cambiamento e dell’ignoto gioca un ruolo significativo. Molte persone preferiscono rimanere nella propria “zona di comfort“, anche se questa implica insoddisfazione o stagnazione, piuttosto che affrontare l’incertezza e i rischi connessi al cambiamento. Questa resistenza può derivare dalla mancanza di fiducia nelle proprie capacità di adattamento o dalla paura delle conseguenze negative delle nuove esperienze.

L’autosabotaggio può anche essere alimentato da credenze negative sull’immagine di sé. Individui con bassa autostima tendono a sabotarsi perché credono di non meritare il successo o la felicità. Queste credenze limitanti possono essere radicate nelle esperienze dell’infanzia, se si è cresciuti in una famiglia disfunzionale dove l’attaccamento e la relazione con i genitori non era stabile, o in relazioni sentimentali passate che hanno fatto soffrire.

In questo caso si parla di autosabotaggio affettivo, dove l’autosabotarsi diventa una forma di autodifesa: se la persona è stata ferita o abbandonata in passato, potrebbe, in maniera sia consapevole che inconscia, sabotare una relazione per evitare ulteriori ferite emotive.

Un’altra causa comune è la scarsa tolleranza all’ansia e allo stress associati al perseguimento degli obiettivi. Alcune persone preferiscono sabotare i propri sforzi piuttosto che affrontare la possibilità di fallire o, al contrario, gestire l’ansia che accompagna il successo. Questo circolo vizioso impedisce loro di mettersi alla prova o di affrontare le sfide necessarie per raggiungere i propri obiettivi, spingendoli alla procrastinazione o a evitare le responsabilità.

Come capire se è autosabotaggio?

Tra i segnali che indicano la presenza di comportamenti auto sabotanti, elenchiamo:

  • Auto-svalutazione e pessimismo: le persone tendono a sottovalutare costantemente le proprie capacità e a manifestare un atteggiamento pessimista riguardo al proprio futuro. Si sentono spesso inadeguate, creando così ostacoli al proprio percorso.
  • Procrastinazione cronica: la tendenza a rimandare costantemente le attività importanti può essere un chiaro segno di autosabotaggio. Le persone che si sabotano trovano scuse per non agire o per procrastinare le decisioni cruciali, creando così barriere al proprio progresso.
  • Paura del successo: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, molte persone temono il successo tanto quanto il fallimento. Questa paura può portare le persone a sabotare le proprie opportunità di crescita, specialmente nel mondo del lavoro, dove il timore di affrontare nuove sfide e di non esserne all’altezza può frenare il desiderio di fare carriera.
  • Auto-sabotaggio affettivo: nelle relazioni personali l’autosabotaggio può manifestarsi attraverso comportamenti autolesionisti che minano la salute della relazione. Tra questi ci sono una gelosia eccessiva, l’insicurezza, l’evitare ogni discussione (facendo credere che tutto vada bene), la mancanza di fiducia nell’altro e l’enfasi sui difetti del proprio partner piuttosto che sui lati positivi della relazione.
  • Perfezionismo eccessivo: sebbene il desiderio di eccellere possa essere positivo, un perfezionismo eccessivo può diventare dannoso. Le persone autosabotanti possono essere così preoccupate di non raggiungere gli standard elevati che si impongono, che preferiscono evitare completamente di provare, impedendo così la propria realizzazione personale.

Come superare e curare l’ autosabotaggio?

Per superare l’autosabotaggio e affrontare i blocchi imposti dalla mente, è fondamentale mettere in atto un approccio che coinvolga la consapevolezza di sé e il cambiamento dei modelli di pensiero e comportamento. In alcuni casi, può essere necessario ricorrere all’aiuto di un terapeuta per esplorare le radici dei meccanismi di autosabotaggio e affrontare le emozioni associate.

Prendersi cura di sé e trattarsi con gentilezza e autocompassione, anziché indulgere nell’autocritica, può aiutare a smettere di autosabotarsi.
Coltivare il perdono verso se stessi e identificare i pensieri negativi sostituendoli con i pensieri più realistici, può favorire un atteggiamento più positivo e costruttivo. Nutrire un atteggiamento ottimista è infatti un’importante fonte di energia per credere in se stessi e trovare la forza per superare le sfide.

Come accennato in precedenza, lo stress e l’ansia possono alimentare l’autosabotaggio. Imparare a gestirli attraverso tecniche come la respirazione profonda, la meditazione e l’esercizio fisico può contribuire a ridurre gli episodi ansiosi.

Infine, è essenziale stabilire obiettivi realistici e raggiungibili anziché puntare all’ambizione e al perfezionismo assoluto. Concentrarsi sui traguardi che siano accessibili, permette di sperimentare successi progressivi senza eccessiva pressione e stress, portando così gioia e soddisfazione.

Nel caso in cui risulti difficile affrontare l’autosabotaggio o le emozioni negative da soli, è consigliabile cercare il supporto di un professionista. La terapia cognitivo-comportamentale, la terapia focalizzata sulle soluzioni e altri trattamenti possono offrire preziose risorse per intraprendere un efficace percorso verso la “guarigione”.