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Megalofobia, che cos’è e come si affronta

La paura delle cose grandi è un particolare tipo di fobia che può essere trattata con un approccio cognitivo-comportamentale, avvalendosi di strumenti all'avanguardia come la realtà virtuale

Megalofobia, che cos’è e come si affronta

La megalofobia è la paura degli oggetti grandi e può provocare, nelle persone che ne soffrono, stati d’ansia e sensazione di paura anche persistente, innescati dal trigger della fobia.

La megalofobia, in alcuni casi, può determinare reazioni così severe che la persona che ne soffre mette in pratica tutte le strategie possibili per evitare l’esposizione all’oggetto della sua paura.

Questo tipo di fobia, in realtà, racchiude un insieme variegato di paure verso oggetti di grandi dimensioni. Sono comprese nel gruppo delle megalofobia, ad esempio, la paura delle montagne, degli alberi particolarmente grandi, dei grattacieli o di monumenti come fontane o obelischi. 

Nei casi più gravi, la megalofobia può andare ad impattare negativamente sulla qualità della vita della persona che ne soffre.

In questo articolo cercheremo di capire cosa potrebbe esserci all’origine di questo particolare tipo di fobia e qual è il modo migliore per affrontarla e cercare di superarla.

A cosa è dovuta la megalofobia?

Sono molteplici i fattori a cui può essere associata la paura degli oggetti grandi, così come accade per tutte le altre fobie note.

In primo luogo, per ricercare le cause della megalofobia è necessario indagare sul pregresso della persona che ne soffre, cercando di capire se nel suo passato abbia patito eventuali traumi che potrebbero aver innescato la fobia.

La megalofobia potrebbe anche essere il frutto di comportamenti imitativi, in risposta a ciò che si è visto fare ai propri genitori o caregiver da bambini. 

Anche il carattere di ciascuno, magari più vulnerabile agli stati d’ansia, potrebbe favorire l’insorgere di fobie in generale o della megalofobia in questo caso particolare.

I comportamenti volti ad evitare l’oggetto della propria paura, inoltre, anche se all’inizio potrebbe sembrare diano sollievo, rischiano di peggiorare ulteriormente le condizioni di chi soffre di megalofobia.

Continuare a evitare il trigger della fobia non solo aumenta la convinzione che imbattendosi in esso si corra un pericolo reale, ma anche quella che non si è all’altezza di affrontarlo.

Come si manifesta?

Sono numerose le manifestazioni sintomatologiche che possono comparire in risposta all’esposizione agli oggetti di grandi dimensioni nelle persone megalofobiche.

Tra queste possiamo includere gli attacchi di panico o attacchi d’ansia, con tutti i sintomi ad essi associati come l’iperidrosi, il battito accelerato e la respirazione irregolare.

Chi ha la paura degli oggetti grandi può accusare anche vertigini e nausea.

Come si può affrontare la megalofobia?

Nel caso in cui la megalofobia sia così grave da compromettere la qualità della vita della persona che ne soffre, potrebbe essere consigliabile avviare un percorso di psicoterapia con uno specialista. 

A tal proposito, tra gli approcci più utilizzati per il trattamento delle fobie, c’è sicuramente quello cognitivo-comportamentale che prevede la cosiddetta tecnica dell’esposizione

In pratica, il paziente viene gradualmente esposto al trigger che innesca la fobia, in questo caso un oggetto di grandi dimensioni. L’obiettivo è ridurre pian piano la suscettibilità della persona all’oggetto e, di conseguenza, anche i sintomi che esso innesca, come appunto l’ansia.

Negli ultimi anni, questo tipo di approccio terapeutico si è potuto avvalere di uno strumento all’avanguardia come la Realtà Virtuale. Grazie ad essa, infatti, è possibile esporre gradualmente la persona che soffre di megalofobia all’oggetto della sua paura in un contesto – ed è questa la chiave – controllato e monitorato dallo specialista. 

Attraverso le terapie che si avvalgono del supporto della realtà virtuale, il paziente può praticare tecniche di respirazione diaframmatica e rilassamento muscolare.

Anche la tecnica del biofeedback, grazie alla quale il paziente impara a tenere sotto controllo le risposte del proprio organismo agli stimoli fobici, viene utilizzate ed è risultata particolarmente efficace.