Schadenfreude: gioire per le disgrazie altrui

Provare gioia per le mancate riuscite di una persona - in contesto privato o lavorativo - è un'emozione comune ed umana. Ma quali sono le sue origini? Dall'invidia alla mancanza di autostima, passando per le teorie evoluzionistiche, indaghiamo a fondo questo sentimento

Schadenfreude: gioire per le disgrazie altrui

Schadenfreude significa trarre piacere dalle disgrazie o dai fallimenti altrui. Si tratta di un termine tedesco, capace di descrivere un sentimento piuttosto comune.

La gioia per le disgrazie che accadono ad altri è una emozione sociale particolarmente diffusa nei nostri tempi, anche se ancora poco conosciuta attraverso questo termine preso in prestito dal tedesco. Il filosofo Arthur Schopenhauer definiva come diabolico questo tipo di emozione.

Per Friedrich Nietzsche, invece, la schadenfreude rappresenta a pieno la grettezza dell’essere borghesi, un tipo di individualismo guastato.

Cerchiamo allora di capire quale tipo di persona sia in grado di gioire delle disgrazie altrui, per quali ragioni il fallimento o la mancata riuscita di una persona possono causare soddisfazione e in che modo collocare la Schadenfreude all’interno della cultura contemporanea.

Che cosa vuol dire Schadenfreude?

La Schadenfreude è un termine tedesco che indica il piacere derivante dalla sfortuna o dal fallimento altrui, può essere tradotta in italiano con l’espressione: gioia maligna. È composta dalle parole tedesche schaden, che significa danno, e freude, che vuol dire gioia.

Si tratta di un’emozione complessa e di tipo sociale, in cui una persona prova soddisfazione o gioia nel vedere gli altri vivere situazioni negative o inconvenienti.

Un esempio comune di Schadenfreude potrebbe essere provare piacere nel vedere un collega ottenere una promozione che poi si rivela troppo impegnativa per lui, suscitando problemi e difficoltà. Allo stesso modo, questa gioia maligna potrebbe manifestarsi quando qualcuno che ci ha ferito e deluso in passato attraversa una fase difficile nella sua attuale vita di coppia.

Allo stesso tempo, questa emozione può emergere anche in situazioni più banali, come quando una persona si rallegra del fallimento di un concorrente in un gioco o in una competizione.

Chi gode delle disgrazie degli altri?

Dal punto di vista psicologico, una persona che prova Schadenfreude può essere influenzata da diverse dinamiche emotive e sociali. Spesso questa emozione è correlata all’invidia e al senso di rivalsa. Chi sperimenta Schadenfreude potrebbe avere una bassa autostima o sentirsi minacciato dalle realizzazioni altrui, e pertanto cerca e trova sollievo nel vedere gli altri fallire o soffrire.

Ma questa emozione può derivare da una mancanza di empatia e da una difficoltà nell’accettare il successo altrui, indipendentemente dalla possibile invidia o senso di rivalsa, come accennato.

Inoltre, la Schadenfreude può essere un meccanismo di difesa psicologico. Le persone possono provare questa emozione come una forma di compensazione per i propri fallimenti o insicurezze. Vedendo gli altri incontrare problemi, si sentono temporaneamente superiori o rassicurati riguardo alle loro vite.

Questa cattiva gioia può anche essere collegata alla gratificazione immediata. Provare piacere nell’infortunio altrui può dare un senso di soddisfazione momentanea, anche se a lungo termine può portare a relazioni interpersonali danneggiate e a sensi di colpa. È certo, in ogni caso, l’uso di questa emozione sociale nel contesto della comunicazione politica, soprattutto sul versante dei social media, come è stato studiato già a partire dal 2018.

Perché si è felici delle disgrazie altrui?

La gioia derivante dalle disgrazie altrui può essere attribuita a una serie di motivazioni psicologiche. Oltre all’invidia e all’autostima bassa, la Schadenfreude può sorgere dalla necessità umana di confrontarsi con le proprie insicurezze e paure.

Vedere gli altri fallire o soffrire può fornire un senso di sicurezza e conferma, anche se temporaneo, soprattutto quando la persona che prova Schadenfreude si confronta con la pressione sociale o il giudizio degli altri. In questo contesto, il fallimento altrui può essere percepito anche come una sorta di giustizia karmica, dove chi ha commesso errori viene finalmente punito.

La Schadenfreude può inoltre essere alimentata da fattori culturali e sociali. In alcune società la competizione e l’invidia sono apertamente incentivati, le persone sono quindi spinte a provare piacere quando un rivale o un nemico si imbatte in difficoltà. Inoltre, i media e la cultura popolare spesso sottolineano e sovraespongono i fallimenti di personalità note, alimentando la Schadenfreude nelle persone comuni, che trovano piacere nell’abbattimento di chi ha avuto particolare successo.

Alcuni psicologi suggeriscono che la Schadenfreude possa derivare anche dalla nostra natura. Secondo alcune teorie evoluzionistiche, sviluppare una comprensione delle debolezze altrui potrebbe essere stato vantaggioso per la sopravvivenza dei nostri antenati, dal momento che permetteva di identificare chi era un alleato affidabile e chi una potenziale minaccia.

La Schadenfreude nella cultura contemporanea

La Schadenfreude può essere vista anche attraverso l’ottica del riso e della satira, e quindi essere considerata una forma di aggressività mediata attraverso il comico.

Scrittori come David Foster Wallace hanno criticato l’ironia eccessiva nella cultura postmoderna, evidenziando la sua capacità di trasformare il dissenso e il distacco, che l’ironia esprime, in sterile ridicolizzazione. La Schadenfreude nasce dalla consapevolezza dellimperfezione umana e può essere vista come una reazione alla degradazione comune dell’umanità. Può derivare dalla volontà di sentirsi superiori o, al contrario, dalla sensazione di sollievo quando gli altri falliscono, creando una parità tanto effimera quanto passeggera.

Questa emozione, benché negativa, può anche fungere da meccanismo di costruzione della comunità, perché può contribuire a far sentire le persone più simili, riducendo la distanza tra loro. La Schadenfreude, in questa ottica, può rappresentare una sorta di bug nella società individualista, uno scarto che può dare adito alla nostalgia per un’epoca in cui le persone erano più vicine.

Questo sentimento rileva, in sintesi, come l’individualismo sia una strada impraticabile, e può essere indice di una potenziale trasformazione sociale: quando si ride delle debolezze altrui, si è vicini al pensiero di potercela fare insieme. Allora è possibile cambiare, se ci si affida all’empatia e alla comprensione reciproca.