Psichiatria

La sindrome premestruale: conoscerla per fronteggiarla

La sindrome premestruale può determinare condizioni quali ansia, irritabilità, senza escludere episodi depressivi. Scopriamo allora in che modo può essere trattata.

La sindrome premestruale: conoscerla per fronteggiarla

La sindrome premestruale è caratterizzata da un insieme di sintomi non solo fisici, ma anche relativi alla sfera psicologica, che sono posti in relazione al ciclo mestruale.

In alcune donne l’insieme dei sintomi può essere particolarmente severo, determinando conseguenze invalidanti sulla qualità di vita di una donna, sul piano personale e sociale.

La dottoressa Francesca Pelizzoni, psicologa e psicoterapeuta esperta in psicodramma classico, spiega quali sono i sintomi della sindrome premestruale, da cosa può originare e quali sono i suoi trattamenti.

Come può essere definita la sindrome premestruale?

Con il termine sindrome premestruale si indica un insieme piuttosto eterogeneo e a volte complesso di variazioni di tipo fisico e psicologico che interessa le donne in età fertile. Queste variazioni possono essere estremamente diverse da donna a donna.

Questa sindrome interessa una quota variabile tra il 20% e il 50% della popolazione femminile, che risulta interessata fino alla fine del periodo fertile. Si parla anche di disturbo disforico premestruale, una forma particolarmente grave di questa sindrome, che si manifesta in modo regolare esclusivamente nella seconda metà del ciclo.

A partire dal 1994 risulta presente nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali.

Disturbo disforico premestruale

In questo disturbo si ha una accentuazione dei sintomi psicologici quali irritabilità, labilità emotiva, ansia e un umore particolarmente depresso.

Si assiste inoltre ad una importante diminuzione d’interesse per le attività quotidiane. La severità dei sintomi può infatti interferire con le attività giornaliere della donna.

Il disturbo disforico premestruale spesso è sottodiagnosticato, ed è particolarmente doloroso.

Quando si manifesta?

La manifestazione dei sintomi avviene fino ai 7, 14 giorni che precedono l’inizio delle mestruazioni, per scomparire nel momento in cui si verificano le perdite ematiche.

Questo arco di tempo, relativo alla seconda metà del ciclo, viene solitamente identificato come fase luteale. Prende avvio con l’ovulazione e ha termine con l’inizio della mestruazione propriamente detta.

Quali sono i sintomi della sindrome premestruale?

Si possono indicare due ordini di sintomi: fisici e psicologici. Al primo ordine di sintomi sono riconducibili:

I sintomi possono essere anche di natura psicologica, e manifestarsi come:

  • ansia
  • insonnia o, al contrario, ipersonnia
  • sbalzi d’umore
  • irritabilità e agitazione
  • depressione
  • labilità emotiva
  • difficoltà nel concentrarsi.

Non devono essere affatto dimenticate le conseguenze di questa sindrome sia sul piano sociale che sul piano coniugale. Nelle forme particolarmente severe, la donna può riscontrare uno scarso rendimento in ambito lavorativo, può patire delle alterazioni del desiderio sessuale, fino a chiudersi in un isolamento sociale.

Perché si soffre di questa sindrome? Quali sono le cause?

Le cause della sindrome premestruale non ancora sono state rintracciate in modo chiaro e definitivo. È più opportuno affermare come i fattori eziologici possono variare da donna a donna.

Tra le cause più frequenti si possono indicare:

  • alterazioni ormonali, causate da un rapporto alterato tra estrogeni e progesterone
  • disfunzione della tiroide, perché in alcuni casi sono stati riscontrate condizioni riconducibili a ipotiroidismo
  • carenza di vitamina b6, vitamina in correlazione con alcune funzioni endocrine
  • diminuzione della serotonina, comunemente chiamato ormone del benessere.

Non va scordata una componente psicosomatica, che attiene la sfera del vissuto individuale della donna.

Come si svolge la diagnosi?

La diagnosi è di tipo clinico e si basa sulla osservazione dei sintomi. Le condizioni essenziali che permettono la certezza della diagnosi sono la ricorrenza dei sintomi per almeno tre cicli mestruali, nel contesto della stessa fase del ciclo.

La seconda circostanza è determinata da un periodo privo di alcun sintomo che sia di almeno sette giorni.

Quali sono i possibili trattamenti?

I rimedi sono di due tipi. Sono infatti contemplati tanto un approccio farmacologico che un approccio non farmacologico. Ricadono nella prima categoria i FANS, per la gestione della sintomatologia dolorosa, i contraccettivi orali che sembra essere in grado di ridurre i dolori causati da questa sindrome. A contrasto della ritenzione idrica possono essere assunti dei diuretici. Né vanno dimenticati integratori alimentari per il calcio, il magnesio, oltre alla vitamina B6 ed E.

Tra i trattamenti non farmacologici possiamo indicare sicuramente un regime alimentare equilibrato, con un apporto di sale ridotto al minimo e una ridotta assunzione di caffè. Iniziare a praticare regolarmente esercizio fisico e attività quali yoga può avere una ripercussione estremamente positiva sul tono dell’umore e il benessere generale della donna.

Sul versante strettamente psicoterapeutico, possiamo segnalare come l’intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale sia una scelta di sicuro valore, soprattutto quando la sindrome premestruale presenta un quadro ansioso e depressivo.