Psichiatria

Sonnambulismo: le cause psicologiche del disturbo

Il sonnambulismo è un disturbo del sonno che consiste nel compiere attività motorie complesse durante il sonno profondo. Questo fenomeno, più comune nei bambini, può persistere anche in età adulta.

Sonnambulismo: le cause psicologiche del disturbo

Il sonnambulismo è un disturbo del sonno caratterizzato da episodi di camminata o comportamenti complessi durante il sonno profondo.

Questo disturbo primario del sonno colpisce circa il 5% della popolazione e, per la sua particolarità, affascina un gran numero di studiosi in tutto il mondo. Tuttavia sono molti i falsi miti che si raccontano al riguardo. Scopriamo insieme cosa è vero e cosa no.

Come si fa a capire se si è sonnambuli?

Il sonnambulismo si manifesta quando una persona, pur ancora addormentata, compie attività complesse senza consapevolezza. Dopo essere andati a letto, infatti, i sonnambuli possono ritrovarsi a camminare in giro per casa, maneggiare oggetti e rispondere a domande esprimendosi in modo semplice, il tutto con gli occhi aperti e lo sguardo fisso nel vuoto. Qualcuno riesce persino a mangiare o accendere elettrodomestici, senza però essere vigile e reattivo (cosa che può rivelarsi molto pericolosa). 

Spesso, chi è affetto da sonnambulismo sperimenta uno stato confusionale al risveglio e un forte disagio psicologico dovuto al fatto che non ricordi cosa sia accaduto. Presenta inoltre scarso rendimento sul lavoro e/o a scuola e difficoltà nelle relazioni con gli altri. È importante notare che questo disturbo è molto comune nei bambini ed è spesso un problema transitorio, come il pavor nocturnus.

In che fase del sonno si è sonnambuli?

Il sonnambulismo si verifica entro poche ore dall’addormentamento, durante la fase di sonno profondo, specificamente nella fase del sonno non-REM (Non Rapid Eye Movement). Durante questa fase, il corpo sperimenta il riposo fisico più profondo ed è meno reattivo agli stimoli esterni, e le attività motorie possono manifestarsi senza che la persona sia pienamente cosciente. Gli episodi durano generalmente dai 5 ai 20 minuti.

A cosa è dovuto il sonnambulismo ?

Le cause del sonnambulismo non sono tutt’oggi completamente comprese, ma possono includere svariati fattori  tra cui:

  • Predisposizione genetica. Chi ha familiari affetti da questo disturbo ha una probabilità maggiore di svilupparlo. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che circa il 20% delle persone prese in esame hanno parenti sonnambuli o con Disturbo da terrore nel sonno.
  • Sistema nervoso centrale immaturo. Nei bambini, il sistema nervoso centrale può essere ancora in fase di sviluppo, e ciò contribuisce ai risvegli notturni.
  • Stanchezza e privazione del sonno. Una scarsa qualità del sonno o la stanchezza eccessiva possono aumentare il rischio di episodi di sonnambulismo.
  • Febbre o malattie. Anche alcune malattie e infezioni, in particolare quelle che causano febbre alta, possono scatenare tale problema. 
  • Stress, ansia o traumi. Situazioni stressanti o ansiose possono influire sul sonno e contribuire al sonnambulismo. Spesso nei bambini, il problema  insorge a seguito di un disagio psicologico.
  • Ambiente sconosciuto. Il sonnambulismo può essere più comune in ambienti nuovi o sconosciuti.
  • Disturbi del sonno. Alcuni disturbi del sonno, come l’apnea notturna o la sindrome delle gambe senza riposo, possono aumentare il rischio di ritrovarsi a girovagare di notte
  • Farmaci. Alcuni farmaci, in particolare quelli che influenzano il sistema nervoso centrale, così come l’uso di sostanze psicoattive, droghe o alcool può aumentare la probabilità dell’insorgenza di questo disturbo.

Come si cura il sonnambulismo?

In linea di massima, il sonnambulismo presenta un decorso benigno e mostra una propensione alla remissione spontanea nel tempo. Tuttavia, è di fondamentale importanza adottare strategie efficaci per gestire le situazioni e gli episodi di sonnambulismo, privilegiando un approccio comportamentale. Acquisire e seguire regole per una buona igiene del sonno costituisce un aspetto cruciale, includendo l’adesione a orari regolari di addormentamento e risveglio, evitando carenze di sonno e ritardi nel riposo. L’astensione da alcol e sostanze stupefacenti, unita a una routine pre-sonno senza schermi, può contribuire positivamente a mitigare il sonnambulismo.

A volte, con il consulto di uno specialista e un’analisi clinica approfondita, potrebbe essere necessario un trattamento specializzato. Un approccio comportamentale attraverso risvegli programmati notturni, implementato per una o più settimane, può influire sui cicli del sonno e modificare il pattern elettrofisiologico associato al disturbo. In età adulta, l’ipnosi può rivelarsi un’opzione utile. In casi specifici attentamente valutati dallo specialista, l’impiego di farmaci come antidepressivi, ansiolitici-sedativi e altri, può contribuire a ridurre l’incidenza degli episodi di sonnambulismo.

Perché non si può svegliare un sonnambulo?

Svegliare un sonnambulo può risultare complesso in quanto quest’ultimo non ha coscienza di quanto sta accadendo e persino causare infortuni gravi. Inoltre, il sonnambulismo è legato al sonno profondo, e svegliare bruscamente una persona in questa fase può interrompere il normale ciclo del sonno causando disturbi ancor più gravi.

Se si ha a che fare con un sonnambulo, quindi, è consigliabile creare un ambiente sicuro, ad esempio rimuovendo oggetti che potrebbero causare danni, adottando misure preventive e guidandolo delicatamente verso il letto senza svegliarlo completamente.

Diagnosi di sonnambulismo specialistica

In caso di preoccupazioni legate a questo disturbo, è consigliabile consultare uno specialista dei disturbi del sonno. La consulenza diagnostica è particolarmente indicata in situazioni specifiche:

  • Frequenza degli episodi. Se gli episodi si verificano più di due volte a settimana.
  • Pluralità degli episodi. Quando durante la notte si presentano più di un episodio.
  • Fasi successive del sonno. Se gli episodi si manifestano in fasi avanzate del sonno, ossia al di fuori della finestra temporale di 1-2 ore dall’addormentamento.
  • Età infantile. Nel caso di bambini che, oltre al sonnambulismo, mostrano segni di enuresi o presentano evidenti segnali di ansia e agitazione.

Il percorso diagnostico coinvolge un approfondito colloquio clinico con lo specialista, inclusa la raccolta di osservazioni dai familiari che hanno assistito agli episodi di sonnambulismo. In alcune circostanze, il medico può optare per una diagnosi strumentale tramite la video-polisonnografia per ottenere una valutazione più approfondita del quadro clinico. Questo approccio completo mira a individuare le cause sottostanti e a personalizzare il trattamento in base alle esigenze specifiche del paziente.