Il significato dei tatuaggi in psicologia

I tatuaggi in psicologia sono veicoli espressivi che riflettono emozioni, esperienze e identità. Oltre a essere forme d'arte, possono rappresentare processi di autoespressione, catarsi emotiva e simbolismo personale, offrendo uno sguardo profondo nel mondo interiore di chi li indossa. Esplorare il significato dei tatuaggi consente di comprendere le complesse dinamiche psicologiche che guidano questa forma di espressione corporea.

Il significato dei tatuaggi in psicologia

I tatuaggi, espressione millenaria di arte corporea, rivestono un significato profondo nell’ambito della psicologia individuale e sociale. 

Oltre alla loro innegabile valenza estetica e artistica, infatti, i tatuaggi sono lo specchio di esperienze, identità ed emozioni e possono dire molto circa chi li sfoggia. Ma che valenza hanno nella psicologia? E perché sono sempre più popolari?

In questo articolo esploreremo tutto ciò che si cela dietro al mondo dei tatuaggi, ripercorrendo la loro storia e analizzando come queste opere d’arte su pelle possano fungere non solo da veicoli di comunicazione, autoespressione e autoaffermazione ma anche come utili strumenti per accedere alle storie di chi li porta. Scopriremo infatti come riflettono l’essenza della psiche, delineando il contesto culturale e il background personale di chi li sceglie.

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La storia dei tatuaggi

Il tatuaggio ha una storia ricca e antica che attraversa molte culture ed epoche. Le origini del tatuaggio risalgono a tempi preistorici, con evidenze archeologiche che mostrano tatuaggi su mummie di oltre 5.000 anni. La pratica del tatuaggio in effetti era diffusa per scopi rituali o simbolici in molte società antiche, tra cui quella romana, quella greca e quella egizia.

Nell’Antico Egitto, le donne spesso sfoggiavano tatuaggi come segni di fertilità e protezione durante la gravidanza. I Romani li praticavano principalmente su schiavi e criminali come forma di marchio punitivo, nonostante alcuni membri dell’élite li utilizzassero anche per motivi estetici. Nelle prime comunità indigene dell’America del Nord, invece, erano considerati come segni protettivi.

Il termine tatuaggio (o meglio “tautau”), fa però la sua prima apparizione in Polinesia. Le isole del Pacifico, in effetti, come la Polinesia, la Nuova Zelanda e le Hawaii, vantano tradizioni di tatuaggio profondamente radicate, spesso utilizzate per indicare status sociale, genealogia e riti religiosi, e hanno ampiamente contribuito all’introduzione del concetto di tatuaggio in Occidente. 

Nel Giappone feudale, i tatuaggi erano associati a samurai e criminali. Nel corso del tempo, questa forma d’arte però si è evoluta, diventando l’importante tradizione dell’Irezumi, con significati culturali e storici. Oggi tuttavia in moltissimi Onsen (terme pubbliche molto comuni in Sol Levante) ancora non è possibile accedere se si hanno tatuaggi visibili.

Durante l’era delle esplorazioni, i tatuaggi divennero una pratica comune tra i marinai, che spesso si tatuavano simboli che rappresentavano il coraggio, le loro esperienze e i porti visitati. Nel XVIII secolo, il termine “tatuaggio” fu introdotto in Europa dal navigatore inglese James Cook, che aveva osservato la pratica durante i suoi viaggi nei Mari del Sud.

Nel corso del XX secolo, i tatuaggi hanno sperimentato varie fasi di popolarità e stigmatizzazione nella cultura occidentale. Dagli anni ’70 in poi, la pratica è diventata sempre più diffusa e accettata, con molte persone che scelgono di farsi tatuare per esprimere la propria identità, le esperienze personali o semplicemente per motivi estetici. Oggi, il tatuaggio è diventato una forma d’arte rispettata e una modalità di espressione personale diffusa in tutto il mondo. La sua evoluzione riflette le trasformazioni sociali e culturali nel corso della storia.

Perché si sente il bisogno di tatuarsi?

Il desiderio di tatuarsi può derivare da una molteplicità di motivazioni personali e psicologiche. Alcune delle ragioni più comuni includono:

  • L’espressione di sé. I tatuaggi offrono un mezzo tangibile per esprimere la propria identità, personalità e stile. Possono rappresentare le passioni, le esperienze e gli interessi che definiscono un individuo.
  • Il ricordo e la commemorazione. Molte persone scelgono di tatuarsi per commemorare eventi significativi, persone care che non ci sono più o tappe fondamentali della loro vita, fungendo da simboli permanenti di ricordi importanti.
  • L’autoaffermazione. I tattoo possono essere un modo per affermare la propria individualità e differenziarsi dagli altri. Sono una forma di autoespressione che trasmette un senso di unicità e originalità.
  • Cura personale e guarigione post traumatica. Alcune persone scelgono di farsi tatuare come parte di un processo di guarigione personale. I tatuaggi possono rappresentare la forza, la resilienza o la trasformazione attraverso periodi difficili.
  • Appartenenza a un gruppo. In alcune culture o sottoculture, i tatuaggi sono utilizzati per segnalare l’appartenenza a un determinato gruppo, tribù o comunità. Possono fungere da simboli di identità condivisa.
  • L’esplorazione artistica. Per molti, i tattoo sono considerati opere d’arte corporea. Le persone possono desiderare di decorare il proprio corpo con opere creative e significative, spinte dalla passione per l’arte e l’estetica.
  • Una risposta a eventi traumatici. In alcuni casi, i tatuaggi vengono utilizzati come una strategia di coping con esperienze traumatiche. Possono rappresentare una sorta di presa di controllo sulla propria narrazione e sull’esperienza vissuta.
  • Modificazione corporea rituale. In alcune culture, tatuarsi è parte integrante di rituali o cerimonie di passaggio. Simboleggia una transizione da uno stato a un altro.
  • Simbologia sessuale. Spesso ci si tatua per rendere il corpo più attraente, realizzando disegni su parti del corpo nascoste con un messaggio erotico specifico.
  • Rituale magico e superstizione. Sono sempre di più le persone che decidono di tatuarsi simboli portafortuna, formule beneauguranti o veri e propri mantra quotidiani.

È importante sottolineare che le motivazioni per tatuarsi sono estremamente personali e possono variare notevolmente da individuo a individuo.

Chi si tatua è insicuro?

La decisione di tatuarsi non può essere generalizzata come indicazione di insicurezza.

Le motivazioni dietro un tatuaggio però, come già detto, sono estremamente personali e variano da persona a persona. Molti individui si tatuano per esprimere la propria identità, commemorare esperienze significative o semplicemente per motivi estetici.

La percezione di insicurezza dipende da numerosi fattori e non può essere determinata solo sulla base della presenza di un tatuaggio. 

Cosa ci dice la zona del corpo in cui si decide di tatuarsi?

È diffusa la convinzione che la scelta della zona del corpo per un tatuaggio possa assumere un valore simbolico, riflettendo significati personali e profondi. Ovviamente, è importante considerare con prudenza queste interpretazioni, poiché non vi è un sostegno scientifico solido a tale idea. Le seguenti riflessioni sono quindi da interpretare come mere speculazioni e non come affermazioni definitive, essendo generalizzazioni che spesso non tengono conto della complessità individuale:

  • Parte sinistra del corpo. Viene talvolta interpretata come connessione con il passato o predisposizione al pessimismo.
  • Parte destra del corpo. Alcuni credono che possa simboleggiare il futuro e un carattere aperto al cambiamento.
  • Tronco. Rappresenterebbe concretezza e capacità decisionali negli uomini, vitalità e connessione con l’esistenza nelle donne.
  • Braccia. Il tatuaggio in questa zona simboleggerebbe una fase di maturazione. Sulle braccia vengono solitamente raffigurate forme di espressione personale o tatuaggi che ricordino eventi significativi.
  • Gambe. Questa scelta viene spesso associata a infantilità e leggerezza se si tratta di uomini, e a eleganza e femminilità nel caso delle donne.
  • Zone nascoste come ombelico e inguine. Rifletterrebbero timidezza o desiderio di sedurre.
  • Caviglia. Sarebbe prediletta da donne sospettose e uomini competitivi.
  • Mani e polsi. Rappresentano – secondo la credenza popolare – il coraggio, l’azione.
  • Volto. Viene spesso associato ad un forte senso di ribellione nei confronti della società, oltre che a voglia di esprimere la propria unicità.

A seconda della zona in cui viene praticato, quindi, ogni tatuaggio diventa così un manifesto visivo delle esperienze, delle emozioni e della personalità di chi decide di adornare il proprio corpo. Resta però essenziale riconoscere che ogni individuo è unico e le motivazioni dietro un tatuaggio e la posizione nel quale realizzarlo possono essere altrettanto variegate.

Quali sono gli svantaggi di avere un tatuaggio?

La scelta di farsi un tatuaggio è profondamente personale e, in molti casi, rappresenta un’espressione significativa dell’identità di una persona. Tuttavia, come per ogni decisione importante, è utile considerare gli aspetti in gioco da diverse prospettive. Se da un lato i tatuaggi possono essere visti come una forma d’arte e di auto-espressione, dall’altro è importante essere consapevoli dei potenziali svantaggi associati a questa pratica. Di seguito, esploreremo alcuni di questi aspetti, non con l’intento di dissuadere, ma piuttosto di fornire una panoramica equilibrata che possa aiutare chiunque stia considerando di farsi un tatuaggio a fare una scelta informata.

  • Dolore e tempo di cicatrizzazione. Il processo di tatuaggio può causare dolore e, in alcuni casi, portare a cicatrici permanenti. Alcune persone possono anche sviluppare reazioni allergiche ai pigmenti utilizzati.
  • Infezioni. Se le attrezzature non sono sterilizzate correttamente o se la cura post-tattoo non è adeguata, possono verificarsi infezioni cutanee. Si consiglia di scegliere pertanto con cura il tatuatore a cui fare affidamento.
  • Alterazioni cutanee. Nel corso del tempo, la pelle può subire alterazioni a causa dell’invecchiamento o di cambiamenti nel peso corporeo, il che può influenzare l’aspetto del tatuaggio eseguito.
  • Rimozione difficile. La rimozione di un tattoo è un processo complesso e costoso che può richiedere più sedute laser. Inoltre, non tutti possono essere completamente rimossi e il processo è alquanto doloroso.
  • Impatto sociale e professionale. Alcune persone potrebbero sperimentare giudizi sociali negativi o affrontare sfide professionali a causa di tatuaggi visibili, specialmente in ambienti lavorativi più conservatori.
  • Cambiamenti di gusto. I gusti personali possono evolvere nel tempo, e un disegno desiderato in giovane età potrebbe non riflettere più la personalità o lo stile di vita attuale.

È importante considerare attentamente questi aspetti prima di decidere di farsi tatuare e assicurarsi di scegliere uno studio professionale e igienico per ridurre al minimo i rischi associati.

Tatuaggi e psicologia

I tatuaggi, spesso considerati espressioni personali di storie e emozioni, hanno dimostrato di essere una via inaspettata per i terapeuti nell’accesso al mondo interiore dei pazienti. Laddove altri approcci hanno fallito, in alcuni casi l’esame attento dei tatuaggi si è rivelato una chiave per comprendere profondamente le esperienze e le sfide psicologiche dei pazienti.

Nella pratica della psicoterapia, analizzare i tatuaggi dei pazienti può fornire un’entrata unica per esplorare ricordi, traumi e significati nascosti. Queste opere d’arte corporea diventano finestre attraverso le quali i terapeuti possono connettersi con le narrazioni personali dei pazienti.

Questo approccio non convenzionale, in effetti, ha dimostrato svariati successi, rivelando come in queste opere d’arte sotto pelle possano agire come ponti visivi verso mondi interiori, consentendo ai terapeuti di avvicinarsi a pensieri ed emozioni profonde che altrimenti potrebbero rimanere inaccessibili. Il paziente si sente così compreso e validato in modi che vanno oltre le parole. 

Non bisogna poi dimenticare tutte quelle situazioni in cui i tatuaggi, soprattutto quelli noti anche come tatuaggi paramedici o tatuaggi con finalità medica, sono strumenti utilissimi per aiutare chi ha subito atti chirurgici invasivi ad accettare più facilmente la nuova versione del proprio corpo. È il caso dei tatuaggi realizzati per la ricostruzione dei capezzoli in donne che hanno subito mastectomia post cancro al fine di aiutarle a recuperare la fiducia in sé stesse e a superare gli effetti emotivi della chirurgia.

In un contesto in cui la comunicazione può essere complessa o l’accettazione del proprio aspetto fisico riveste un ruolo importante, dunque, i tatuaggi si rivelano alleati inaspettati per i terapeuti, aprendo nuove porte verso la comprensione e la guarigione.

Tatuaggi: quando diventano patologia?

Accettare e rispettare chi sceglie di comunicare attraverso il proprio corpo è importante; è un modo di raccontare sé stessi e le proprie esperienze. Tuttavia, quando questa forma d’arte si traduce in modifiche eccessive del corpo, può diventare un segnale di allarme. In casi estremi, dove la passione per tatuaggi e piercing si mescola a una percezione distorta del proprio corpo, si può parlare di patologia.

Soggetti che vedono il proprio corpo come intrinsecamente difettoso possono vedere infatti nel tatuaggio un mezzo per correggere o coprire quelle parti che non riescono ad accettare. In tali circostanze, la pratica del tatuaggio diventa un tentativo di risolvere una problematica più profonda legata all’autostima e all’accettazione di sé.

È fondamentale distinguere tra l’espressione artistica e creativa del tatuaggio e l’atteggiamento patologico che può emergere quando le modifiche del corpo diventano eccessive e vengono percepite come l’unico modo per affrontare insicurezze o distorti concetti di sé.

In questi casi, una valutazione psicologica approfondita potrebbe essere essenziale per comprendere le radici di questa eccessiva ricerca di modificazione corporea e per offrire un sostegno mirato.