Il training cognitivo è un processo mirato e strutturato finalizzato a migliorare, potenziare e preservare le capacità cognitive delle persone.
Attraverso una serie di esercizi ripetitivi, questo metodo è progettato per coinvolgere e sviluppare funzioni cognitive specifiche come la memoria, l’attenzione, il ragionamento e la risoluzione dei problemi.
Scopriamo insieme le sue funzioni e il modo in cui questo metodo viene applicato.
Cosa significa training cognitivo?
Il training cognitivo è un allenamento mentale che si concentra sull’attività cerebrale, sfruttando la neuroplasticità del cervello.
Il cervello umano ha la straordinaria capacità di adattare costantemente i suoi percorsi neurali in risposta all’esperienza e la sua adattabilità rappresenta un fondamento essenziale del processo di apprendimento lungo l’intero arco della vita.
Questa flessibilità non si limita all’infanzia o alla giovinezza, ma continua ad accompagnare ogni individuo nel suo percorso di vita. Nel corso degli anni, attraverso lo studio e la ripetizione di nuovi concetti o movimenti, il cervello crea sinapsi che consentono di immagazzinare e ricordare informazioni anche in età adulta o avanzata.
Le abilità cognitive non sono però uniformi per tutti e tendono a subire variazioni nel tempo, spesso diminuendo gradualmente con l’invecchiamento; con il passare del tempo, infatti, il cervello tende a perdere vigore e a subire variazioni nel suo funzionamento rispetto al passato.
È qui entra in gioco il ruolo cruciale dei programmi di training cognitivo, che, sfruttando la plasticità neuronale, mirano a migliorare le capacità cognitive, offrendo opportunità di stimolazione e di apprendimento per mantenere il cervello attivo e funzionale.
A cosa serve il training cognitivo?
Il training cognitivo è particolarmente efficace nel rallentare il declino cognitivo legato all’invecchiamento, mantenendo attive le funzioni cognitive come l’attenzione, la memoria e le abilità esecutive.
Viene inoltre praticato nel trattamento di disturbi specifici quali la dislessia, la disortografia, la discalculia e i deficit attentivi, offrendo programmi mirati che possono aiutare a gestire e migliorare queste condizioni.
Il training cognitivo viene utilizzato anche in situazioni di decadimento cognitivo derivante da eventi cerebrali come ictus, traumi cranici e tumori cerebrali, o da malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer. In questi casi viene applicato per lavorare su diverse aree come l’orientamento spaziale e il linguaggio.
Nei casi di ictus e traumi cranici, il disturbo del linguaggio noto come “afasia” si manifesta immediatamente e la sua gravità dipende dalle aree del cervello colpite, coinvolgendo diversi aspetti come:
- Comprensione il linguaggio
- Produzione del linguaggio
- Lettura
- Scrittura
- Capacità di ripetere le parole
Attraverso programmi personalizzati, il training cognitivo può quindi contribuire al miglioramento del disturbo afasico.
Come si svolgono gli esercizi del training cognitivo?
Gli esercizi di training cognitivo sono diversificati in relazione alle specifiche funzioni cognitive che si intendono potenziare o ripristinare.
Possono includere attività di memorizzazione, esercizi di attenzione, problem-solving, esercizi di lettura e scrittura, esercizi di calcolo numerico, oltre a simulazioni di situazioni di vita quotidiana.
Gli esercizi, solitamente suddivisi in schede, si presentano come giochi che richiedono di memorizzare la posizione di specifici oggetti in un’immagine, oppure di memorizzare colori, forme o volti, riconoscere immagini simili, numeri e lettere tra loro affini o identificare differenze tra oggetti, lettere o numeri.
Per affrontare i disturbi dell’attenzione vengono sviluppati esercizi specifici volti a potenziare la capacità di concentrazione.
Gli esercizi variano a seconda delle diverse fasce di età, per poter rispondere alle esigenze di tutti, dai bambini agli adolescenti, dagli adulti agli anziani.
L’aumento della difficoltà è graduale, consentendo agli individui di progredire in modo ottimale in base alle proprie capacità.
Su cosa si basa il metodo Benso?
Il metodo Benso, noto anche come Trattamento Cognitivo Integrato (T.C.I.), si fonda su una prospettiva mirata al potenziamento delle funzioni cognitive, concentrandosi soprattutto sulla componente attentiva esecutiva.
Rispetto ad altri approcci riabilitativi, questo metodo non si limita a intervenire esclusivamente sulle funzioni deficitari, come lettura e calcolo, ma agisce in modo trasversale per potenziare le capacità di base dell’apprendimento, quali la concentrazione, la flessibilità cognitiva e la memoria di lavoro.
Come si svolge il trattamento?
Il trattamento prevede sedute strutturate con una durata media di 60 minuti, svolte con frequenza settimanale.
Prima di iniziare il percorso, viene eseguita un’approfondita valutazione delle funzioni esecutivo-attentive del paziente per personalizzare il training in base alle specifiche esigenze riabilitative. Durante le sedute, l’individuo viene gradualmente esposto a livelli crescenti di difficoltà e ogni esercizio si svolge passo dopo passo in base ai progressi e alla padronanza con cui ha svolto l’esercizio precedente. In questo modo si garantisce un continuo potenziamento delle capacità cognitive.
Il trattamento può includere esercizi sia di tipo stazionario, svolti in studio, che attività dinamiche in palestra, coinvolgendo la motricità cognitiva come componente essenziale. Tale pratica è particolarmente utile per i più piccoli, per favorire il controllo dell’iperattività e l’autoregolazione emotiva.
Come funziona il metodo Feuerstein?
Il metodo Feuerstein rappresenta un approccio educativo distintivo basato su principi che promuovono la modificabilità cognitiva strutturale e l’esperienza di apprendimento mediato.
Questo metodo si fonda sull’idea che ogni individuo è modificabile e in grado di migliorare le proprie capacità cognitive in qualsiasi fase della vita. Al centro di questo processo c’è la figura del mediatore, il quale agevola e sviluppa le competenze e le strategie necessarie, conferendo maggiore flessibilità all’individuo.
Il metodo si fonde su tre concetti chiave principali:
- La prospettiva olistica nell’osservare la persona nella sua completezza
- la teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale, che sottolinea la capacità di ciascun individuo di adattare e potenziare il proprio piano cognitivo in qualsiasi momento della vita.
- Il concetto d’Esperienza di Apprendimento Mediato, incentrato sulla guida attiva del mediatore, il quale stimola l’individuo a “imparare come imparare“.
Il metodo Feuerstein non solo trasmette conoscenze, ma mira a promuovere una maggiore consapevolezza e autonomia nell’apprendimento. Favorisce la flessibilità mentale nell’affrontare situazioni diverse, rendendo il soggetto più adatto ad affrontare sfide cognitive in vari contesti della vita quotidiana.
(29 Dicembre 2023)