Il Cammino di Santiago è un percorso che porta nel luogo in cui, secondo la tradizione, è stato sepolto San Giacomo.
Ogni anno sono almeno 200.000 i pellegrini che percorrono questo Cammino. Dal punto di vista psicologico, possono essere molte le ragioni per le quali affrontarlo: trovare una solitudine rigenerante, stare meglio quindi con sé stessi e con il proprio corpo, imparare a stare nel momento presente con l’essenziale e, infine, riprendere a incontrare nuove e diverse persone.
In cosa consiste il Cammino di Santiago?
Il Cammino di Santiago di Compostela, la cui tradizione ha origini medievali, è il nome dato a un insieme di percorsi di pellegrinaggio che portano alla città di Santiago de Compostela, in Spagna. Qui, secondo la tradizione, si crede sia sepolto l’apostolo San Giacomo.
Il termine Compostela deriva dal latino Campus Stellae, e significa “campo di stelle”, poiché si dice che una luce celeste abbia guidato la scoperta del sepolcro. Il completamento di questo pellegrinaggio consente al pellegrino di ottenere la Compostela, un certificato di completamento, presso la Cattedrale di Santiago de Compostela, come simbolo di fede e del percorso compiuto.
Quanti chilometri è il Cammino di Santiago?
Il Cammino di Santiago di Compostela può variare in lunghezza a seconda del percorso che il pellegrino sceglie.
Il percorso più famoso e frequentato, il Camino Francés, è lungo circa 800 chilometri. Tuttavia, ci sono anche altre vie che convergono verso Santiago de Compostela, come il Camino del Norte, il Camino Portugués, il Camino Inglés o, ancora, il Camino Primitivo. Per chi vuole, è anche possibile raggiungere Finisterre, paese della Galizia che si affaccia sull’Oceano Atlantico.
Quanti giorni ci vuole per fare il Cammino di Santiago?
La durata del percorso sul Cammino di Santiago è in relazione a diversi fattori, quali ad esempio la propria forma fisica, il Camino specifico che viene scelto, la velocità con cui lo si percorre.
Ad esempio, per completare l’intero Camino Francés da Saint-Jean-Pied-de-Port a Santiago de Compostela, a piedi, servono circa 30, 35 giorni. Partendo da León, il percorso richiede circa 5 giorni, mentre da Sarria sono 6 giorni di cammino.
Utilizzare la bicicletta può abbreviare i tempi. Partire in bicicletta da Roncisvalle sul Camino Francés richiede 14, massimo 18 giorni. Una media di riferimento, a piedi, prevede circa 20, 30 km al giorno, mentre in bicicletta si può arrivare a coprire tra i 60 e gli 80 km.
Che significato può avere compiere questo Cammino?
Le stime riferiscono di almeno 200.000 pellegrini che compiono ogni anno il Camino di Santiago di Compostela. Numeri così elevati non possono essere un caso. E sono diverse le ragioni, e i benefici, per cui si decide di intraprendere questo percorso.
Di seguito, sono riportati 5 motivi per i quali scegliere di svolgere il Camino di Santiago di Compostela.
Stare meglio nel corpo e nella mente
Una tappa media giornaliera del Cammino di Santiago dura 6, 7 ore, in base al ritmo di ciascuno e al tipo di paesaggio. E già dopo i primi giorni cominciano a farsi sentire, oltre alla fatica, i benefici psicologici del movimento fisico. È dimostrato infatti che camminare anche solo mezz’ora al giorno porta significativi benefici oltre che al nostro corpo (a livello di colesterolo, pressione e articolazioni), anche alla nostra mente.
Camminare infatti stimola la produzione di endorfine, i neurotrasmettitori del buonumore, gli stessi che si attivano quando proviamo un’emozione positiva o quando mangiamo la cioccolata. L’attività aerobica aumenta inoltre la serotonina nel cervello, riducendo i sintomi di ansia e depressione.
La sensazione che si sperimenta è di rilassata felicità. Per chi non è abituato a fare movimento nella quotidianità, l’esperienza del Cammino può essere un’occasione per scoprire i benefici dello sport e un trampolino di lancio per cominciare a cambiare le proprie abitudini una volta tornati.
Imparare a vivere il presente
Chi intraprende il Cammino impara in fretta a non focalizzarsi sull’obiettivo finale: pensare di avere davanti ancora centinaia di chilometri prima di arrivare a Santiago infatti è il modo migliore per perdersi d’animo e non godersi l’avventura.
Il trucco è distogliere l’attenzione dalla destinazione e concentrarsi su obiettivi più piccoli e alla propria portata: la meta giornaliera, le tappe della giornata, le pause per ammirare il panorama, le chiacchiere con gli altri pellegrini. Questa necessità abitua la mente a pensare sempre più al presente e sempre meno al futuro. In un certo senso, questo esercizio mentale riprende i capisaldi della meditazione e della mindfulness: focalizzarsi e trarre piacere dalle emozioni e dalle sensazioni del momento, senza concentrarsi sulle aspettative del dopo.
Imparare a vivere con l’essenziale e rinunciare al superfluo
Lo zaino che portiamo sulle spalle per tutto il percorso non deve pesare più di un decimo del proprio corpo. Parliamo quindi di 5, 6 chili per le donne e 7, 8 chili per gli uomini. Raggiungere questo peso è molto facile: un paio di infradito, un cambio, un asciugamano, la guida e un beautycase e si è già al limite.
Non dover pensare a come vestirsi e a fare l’inventario dei propri averi ogni volta che si riparte aiuta la mente a svincolarsi dai pensieri della vita di tutti i giorni.
L’idea che liberarsi degli oggetti, accumulati senza nemmeno rendersene conto, serva a fare spazio per ciò che davvero conta e ciò che davvero rende felici non è un’idea così assurda come sembra. Decluttering e minimalismo sono due validi alleati per riprendere controllo sulla propria vita.
Il Cammino di Santiago può essere un piccolo assaggio di questa sensazione di libertà e uno spunto per vivere in modo diverso.
Imparare ad ascoltarsi, in solitudine
Sul Cammino, il corpo è l’unico mezzo di trasporto e la sua manutenzione è fondamentale. Quando si cammina ogni giorno, anche in solitudine, per così tanti chilometri, ogni segnale che il corpo lancia va colto per tempo e mai ignorato: un piccolo fastidio al piede può diventare una vescica se non coperto per tempo, un po’ di gola secca può trasformarsi in gravi sintomi di disidratazione, come mal di testa e crampi muscolari.
Sul Cammino di Santiago si impara una cosa banalissima che nella vita di tutti i giorni si tende a dimenticare: ascoltare il proprio corpo e assecondarlo è la prima cosa da fare per stare bene.
È così che si scopre di poter compiere imprese mai immaginate. Il Cammino di Santiago infatti può essere percorso anche da persone non allenate, purché nel rispetto dei tempi e della salute fisica di ciascuno.
Conoscere persone diverse
Il Cammino di Santiago è percorso da persone di tutte le età e di tutte le provenienze geografiche, famiglie con bambini, coppie non più giovani e gruppetti di studenti.
Sul Cammino ognuno va al proprio passo, ma quasi sempre ci si ritrova da qualche parte e, anche se si pensa di avere poco o niente in comune, qualcosa da condividere c’è sempre: la fatica della giornata, la bellezza dei paesaggi, i programmi per la cena, le aspettative per il giorno che viene. Conoscere persone nuove arricchisce perché fa uscire dal seminato, ci porta a provare empatia con persone anche molto diverse, a conoscere le loro esperienze e i loro punti di vista.
E non è raro che il Cammino di Santiago diventi il palcoscenico per l’inizio di una storia d’amore o di un’amicizia per la vita.
Uscire dalla propria comfort zone
Tutti questi punti potrebbero in definitiva tradursi in un solo grande risultato: uscire dalla propria zona di comfort. Dai ritmi di vita, alle relazioni interpersonali, l’esperienza del Cammino è un campo da gioco in cui l’unica regola è mettere in discussione ciò che nella vita quotidiana si dà per scontato. Non solo per dimostrare a sé che ce la si può fare, ma anche e soprattutto per scoprire quanto è bello cambiare le regole.
(6 Dicembre 2018)