Durante il risveglio o l’addormentamento, può verificarsi una paralisi nel sonno: quando ci si ritrova in questa condizione, la persona non è in grado di muoversi anche se è perfettamente cosciente.
Questo è un fenomeno tutto sommato naturale e normale, quando accade in un contesto di fase REM.
Nei casi in cui avviene fuori dalla fase REM, può determinare disagio e malessere nell’individuo. In cosa consiste allora la paralisi nel sonno, quali possono esserne le cause e i trattamenti, e come evitarla?
Che cos’è la paralisi nel sonno?
La paralisi nel sonno è una condizione disturbante in cui una persona, spesso al risveglio o durante il periodo di addormentamento, è completamente cosciente ma incapace di muovere qualsiasi parte del corpo, compresi braccia, gambe, testa e collo, e si ritrova a non riuscire ad aprire gli occhi.
Questo fenomeno è considerato normale durante la fase del sonno REM, quando il cervello è attivo ma i muscoli sono paralizzati, tranne quelli oculari. Tuttavia, diventa un disturbo quando si verifica mentre il soggetto è sveglio, provocando ansia e paura sia nel paziente che negli osservatori.
Cosa significa avere una paralisi nel sonno?
Durante un episodio di paralisi nel sonno, la persona è cosciente ma incapace di muoversi o parlare. Alcuni dei sintomi comuni includono:
- incapacità di muoversi. Il paziente non può muovere braccia, gambe, testa o collo, nonostante sia cosciente della propria situazione
- incapacità di parlare. Durante l’episodio il paziente non riesce a emettere suoni o parlare nonostante sia pienamente consapevole dell’ambiente circostante
- presenza di allucinazioni. Spesso durante la paralisi del sonno si possono sperimentare allucinazioni visive, uditive o tattili, come vedere figure spaventose o percepire sensazioni di presenze maligne nella stanza
- sensazione di soffocamento. Alcune persone avvertono una sensazione di pressione sul petto o di soffocamento durante l’episodio di paralisi del sonno
- ansia e paura intensificate. Gli individui affetti da paralisi del sonno spesso provano una paura intensa e ansia durante l’episodio, causate dalle sensazioni di impotenza e dalle allucinazioni spaventose
- occorrenza con risveglio o addormentamento. Gli episodi di paralisi del sonno si verificano più comunemente durante il risveglio o il periodo di addormentamento, quando la persona sta passando dalla veglia al sonno, o viceversa.
Nonostante questi sintomi allarmanti, la paralisi del sonno di solito è di natura temporanea e termina spontaneamente senza causare danni permanenti al paziente.
Cause della paralisi del sonno
La paralisi del sonno è un fenomeno complesso che coinvolge una varietà di fattori. Le cause sono sia psicologiche che biologiche. Una teoria ampiamente accettata suggerisce che la paralisi del sonno sia causata da un’alterazione nei processi neurotrasmettitoriali che regolano la paralisi muscolare e il rilassamento durante la fase REM del sonno.
Questi neurotrasmettitori, che normalmente sono attivi durante il sonno REM, sembrano entrare in azione in momenti inappropriati del sonno, provocando la paralisi muscolare poco dopo il risveglio o poco prima dell’addormentamento.
Ci sono anche determinate circostanze che aumentano la probabilità di manifestare la paralisi del sonno. Questi fattori di rischio includono l’età, con una maggiore incidenza tra l’adolescenza e i 40 anni, la privazione cronica di sonno e un sonno irregolare, come nel caso di chi lavora a turni di notte. Inoltre, la narcolessia, un disturbo caratterizzato da sonnolenza e attacchi improvvisi di sonno, è spesso associata a questa condizione.
La storia familiare sembra anche avere un ruolo, chi ha parenti affetti da questa condizione pare essere più incline a sperimentare questi episodi. La ricerca in questo campo è comunque ancora in corso, e richiede ulteriori studi per comprendere appieno le cause e i fattori di rischio legati alla paralisi del sonno.
Come inizia la narcolessia?
La narcolessia è un disturbo del sonno cronico che solitamente inizia durante l’adolescenza o i primi anni dell’età adulta. I sintomi tipici includono:
- sonnolenza eccessiva durante il giorno
- improvvisi attacchi di sonno
- cataplessia, perdita improvvisa di tono muscolare causata da emozioni intense
- paralisi del sonno
- allucinazioni ipnagogiche, sensazioni visive o uditive al momento del risveglio o del sonno.
Questi sintomi possono manifestarsi gradualmente nel corso di alcuni mesi o anni, e la narcolessia spesso permane per tutta la vita.
Quali possono essere i disturbi del sonno?
I disturbi del sonno comprendono una vasta gamma di condizioni che influenzano la qualità, la quantità o il comportamento durante il sonno. Alcuni comuni disturbi del sonno includono:
- insonnia, difficoltà nel dormire
- apnea ostruttiva del sonno, interruzioni della respirazione durante il sonno
- narcolessia, sonnolenza eccessiva durante il giorno
- disturbo da comportamento REM, movimenti violenti durante il sonno REM
- disturbi del ritmo circadiano, alterazioni nel ritmo sonno-veglia.
Altri problemi possono coinvolgere i sogni, come i disturbi del sonno legati al REM o il terrore notturno. Questi disturbi possono compromettere il riposo e il benessere generale delle persone, richiedendo spesso interventi medici o terapie specifiche.
Cosa fare in caso di paralisi nel sonno?
L’approccio principale alla cura del disturbo consiste nel miglioramento delle abitudini notturne e del sonno. Poiché spesso la paralisi del sonno è associata a privazione cronica o a sonno di scarsa qualità, è essenziale garantire almeno 6-8 ore di addormentamento notturno regolare, cosa che può accadere mantenendo un ritmo sonno-veglia costante, coricandosi e svegliandosi sempre alla stessa ora.
È importante creare un ambiente notturno accogliente con una stanza buia, silenziosa e a temperatura adeguata. Un letto confortevole, l’esercizio fisico regolare, evitando di praticarlo poco prima di coricarsi, il limitare il consumo di caffeina ed evitare di mangiare o bere alcolici poco prima di andare a letto sono tutti accorgimenti che possono migliorare la qualità del sonno e ridurre la probabilità di episodi di paralisi del sonno.
In casi più gravi, soprattutto se la causa è una profonda scomposizione del sonno REM, il trattamento farmacologico può essere prescritto. Gli antidepressivi triciclici, come la clomipramina, possono essere utilizzati per ridurre l’intensità del rilassamento muscolare notturno e la profondità del sonno REM. Ma è necessario sottoporsi a consulto medico prima di intraprendere qualsiasi terapia farmacologica.
La prognosi della paralisi del sonno è generalmente positiva, soprattutto se vengono adottate abitudini notturne sane e regolari. Evitare la privazione cronica di sonno e mantenere una routine sonno-veglia costante sono passi fondamentali per prevenire la paralisi del sonno e le sue ricadute.
(6 Novembre 2023)