L’amnesia retrograda è la perdita parziale o totale della capacità di ricordare gli eventi o le informazioni acquisite prima dell’evento che l’ha causata.
La sua gravità può variare notevolmente da persona a persona, interessando ricordi che spaziano da dettagli specifici fino a interi periodi della vita precedenti al disturbo.
Vediamo quando può verificarsi e come può essere trattata.
Cosa si intende per amnesia retrograda? Definizione
L’amnesia retrograda è un disturbo della memoria che compromette la capacità di ricordare eventi o informazioni precedenti all’evento amnestico, ovvero all’avvenimento che l’ha innescata.
Il suo opposto è l’amnesia anterograda, che implica l’impossibilità di conservare ricordi successivi all’evento causale.
È possibile immaginare la memoria come un archivio mentale in cui conserviamo i nostri ricordi. In caso di amnesia retrograda, l’accesso a questo archivio sembra essere bloccato o danneggiato.
In sostanza, chi è affetto da questo tipo di amnesia ha difficoltà a richiamare alla mente i ricordi antecedenti all’evento scatenante. Tuttavia, conserva la facoltà di ricordare ciò che avviene in seguito e di immagazzinare nuove informazioni.
L’amnesia retrograda interessa in genere i ricordi di natura autobiografica. Non intacca i comportamenti legati alle interazioni sociali e i gesti appartenenti alla sfera professionale. Ad essere alterata è infatti la memoria episodica, che comprende fatti ed esperienze vissute in prima persona. Non è intaccata la memoria procedurale, relativa ad abitudini e abilità motorie, cognitive e percettive.
Quali sono le cause di amnesia retrograda?
Le cause dell’amnesia retrograda possono essere diverse. Sono correlate in ogni caso a una lesione cerebrale che si ripercuote sul regolare funzionamento del cervello. Tra i principali fattori che possono produrre questa alterazione vi sono:
- lesioni traumatiche che insorgono dopo un incidente
- lesioni cerebrovascolari provocate da eventi patologici acuti come ictus, infarto, aneurisma, attacco epilettico
- malattie infettive a carico del cervello (meningite, encefalite)
- processi degenerativi come quelli associati a malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer
- emorragie cerebrali
- tumori cerebrali
- deficit nutrizionali che possono influenzare il corretto funzionamento del cervello (carenza di vitamina B1)
- più raramente, shock, intossicazione causata da alcuni farmaci o alcol.
Quanto dura l’amnesia retrograda?
L’amnesia retrograda può coprire un periodo di tempo variabile. Può essere circoscritta a un periodo limitato, oppure comprendere l’intera vita passata.
Nella maggior parte dei casi, le lacune si concentrano sugli eventi più recenti e non riguardano invece i ricordi più remoti.
Quanti tipi di amnesia esistono?
A seconda della gravità e della natura delle cause sottostanti, l‘amnesia retrograda può essere:
- transitoria
- permanente
- progressiva.
Tipologia | Descrizione |
---|---|
Amnesia Retrograda Transitoria |
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Amnesia Retrograda Permanente |
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Amnesia Retrograda Progressiva |
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Come si diagnostica?
La diagnosi dell’amnesia retrograda è un processo complesso che richiede una valutazione clinica, neurologica e psichiatrica.
A un’accurata anamnesi per raccogliere informazioni sulla storia clinica e sui sintomi presentati dal paziente seguono dei test neuropsicologici per valutare le funzioni cognitive, inclusa la memoria.
Tra gli esami che possono essere svolti per individuare eventuali lesioni o anomalie strutturali nel cervello correlate all’ amnesia vi sono:
- tomografia computerizzata (TC)
- risonanza magnetica (RM)
- PET (tomografia ad emissioni di positroni).
In alcuni casi, possono essere eseguiti esami del sangue e delle urine per escludere eventuali cause metaboliche o tossiche del disturbo.
Cosa fare in caso di amnesia retrograda? Trattamenti
Il trattamento dell’amnesia retrograda è mirato a gestire le cause sottostanti del disturbo e a migliorare la qualità della vita del paziente. Questo può includere interventi terapeutici come:
- terapia occupazionale
- esercizi di allenamento della memoria
- psicoterapia, volta ad aiutare il paziente a sviluppare strategie di coping e a migliorare le sue capacità cognitive
- cura farmacologica per trattare eventuali sintomi associati, come ansia o depressione
- integratori alimentari per sopperire a eventuali carenze nutrizionali che ostacolano la ripresa della memoria.
L’insorgenza di un’improvvisa perdita di memoria, specie se associata a un trauma cranico o a sintomi quali confusione e disorientamento, dovrebbe essere sempre oggetto di un’immediata valutazione medica per accertare le cause del disturbo.
(29 Settembre 2024)