Il complesso di superiorità è una manifestazione psicologica caratterizzata da atteggiamenti e comportamenti di supponenza e presunzione.
Può rappresentare un ostacolo alla creazione di relazioni e legami positivi e sani, ed essere il riflesso di profonde insicurezze. Insieme alla dottoressa Mazzarini, psicoterapeuta di Santagostino Psiche, vediamo in cosa consiste il complesso di superiorità, quali sono le sue caratteristiche e quali strategie adottare per gestirlo.
Cos’è il complesso di superiorità?
Il complesso di superiorità è una manifestazione psicologica in cui una persona crede di avere capacità e qualità superiori rispetto alla media. Soggetti con questo complesso tendono a valutarsi in modo esageratamente positivo e a mostrare un atteggiamento di superiorità verso gli altri. Questa condizione può manifestarsi in diversi contesti e circostanze, portando la persona ad avere aspettative eccessive nei confronti di sé stessa e degli altri, rendendo difficile essere soddisfatti dei risultati ottenuti.
Il complesso di superiorità può essere considerato come l’altra faccia della medaglia del complesso di inferiorità, e può installarsi su un bisogno di compensare, celare, nascondere, evitare a sé stessi un vissuto e una sensazione sottostante di senso di inadeguatezza (incapacità, inferiorità, etc.).
Si può attivare o emergere, in particolare, nelle situazioni di confronto con l’altro e di competizione dove, se non si attivasse questa parte, il soggetto potrebbe avvertire emozioni inaccettabili per lui, quali la vergogna, che potrebbe sottendere appunto l’indicibile senso di incapacità, o di percepirsi peggiore, più brutto o di minore valore rispetto agli altri.
Quali sono le caratteristiche di una persona con un complesso di superiorità?
Il complesso di superiorità può manifestarsi con diverse caratteristiche e sintomi, per esempio:
- eccessiva fiducia in sé stessi, nelle proprie abilità, competenze e conoscenze
- arroganza e presunzione: soggetti con un complesso di superiorità possono manifestare un atteggiamento arrogante, considerandosi superiori e guardando gli altri con disprezzo o superiorità
- scarsa empatia verso gli altri, che sono considerati inferiori o poco meritevoli di attenzione
- bisogno di dominio e di controllo: possono cercare di imporre le proprie opinioni e modi di fare
- disprezzo per la debolezza e i fallimenti degli altri
- svalutazione dei successi altrui
- difficoltà ad accettare le critiche o i feedback negativi, percependoli come un attacco alla loro immagine
- bisogno di confronto costante, con conseguenti tentativi di dimostrare che sono migliori sotto vari aspetti.
Perché si sviluppa un complesso di superiorità?
Il complesso di superiorità è strettamente correlato al modo in cui si è stati educati, amati e su come si è imparato a vedere sé stessi. Ha a che fare con l’autostima e dipende, inoltre, dall’osservazione e la valutazione da parte degli altri.
Secondo Alfred Adler, psicologo e allievo di Sigmund Freud, il complesso di superiorità può essere una forma di compensazione per i sentimenti di inferiorità intrinseca.
Le cause alla base del complesso possono variare da persona a persona e sono influenzate da diversi fattori psicologici e sociali. Alcune possibili cause includono:
- compensazione dell’insicurezza
- esperienze passate, come il successo continuo o l’essere costantemente elogiati o adorati da altre persone, possono spingere un individuo a sviluppare un senso esagerato di superiorità. Queste esperienze positive possono portare a una visione distorta di sé stessi e degli altri
- ambiente sociale: può influenzare la percezione di sé. Ad esempio, un ambiente familiare o sociale competitivo o che promuove un ideale di superiorità può contribuire alla formazione del complesso
- bisogno di autoaffermazione e di sentirsi valorizzati. Il desiderio di sentirsi superiori agli altri può derivare da un senso di mancanza di valore personale o dal bisogno di accettazione.
Senso di superiorità e vergogna
Come detto in precedenza, la vergogna è una delle emozioni che possono avere un’influenza decisiva per lo sviluppo del complesso di inferiorità.
Per spiegare meglio: se si prova vergogna si potrebbe rischiare di non integrarsi nei contesti sociali, e in virtù di una risposta a tale sofferenza l’individuo potrebbe arrivare a esercitare il proprio potere sull’altro sviluppando un senso di superiorità, per trasformare la sensazione di schiacciamento e inferiorità in padronanza e potere.
La vergogna è un’emozione complessa difficile da ammettere e da nominare, che per sua natura fa paura e che inibisce l’espressività.
Nel complesso di superiorità, entra in gioco, quindi, un aspetto di difesa per cui, pur di non sentirsi inferiore, incapace, inadeguato o indegno e provare, di conseguenza vergogna, il soggetto può arrivare ad adottare strategie di evitamento importanti e/o a sviluppare strutture di personalità, connotate anche da quello che si definisce senso di superiorità.
Si tratta comunque di un complesso processo intrapsichico e di una risposta relazionale correlata al modo in cui si è stati cresciuti e amati così come allo sviluppo emotivo.
Nello specifico, tuttavia, le cause sono varie e diversificate, ascrivibili appunto all’ambiente familiare, al contesto socio culturale ma anche ad alcuni tratti individuali: è qui che entra in gioco l’autostima e può originarsi la vergogna.
Questa emozione nei piccoli può nascere verso i 2-3 anni, quando il bambino scopre che le sue manifestazioni possono essere sottoposte anche a giudizio negativo. Se non riesce a tollerare la frustrazione che ne deriva o riceve dall’ambiente riscontri molto critici, nella crescita cercherà una risposta per sopravvivere a questo stato cognitivo intollerabile (il senso di inferiorità) e a emozioni indicibili (come paura, vergogna, umiliazione o invidia). Tra le risposte che potrebbe trovare, ci potrebbe essere appunto il senso di superiorità.
Sistema di rango sociale
Il complesso di superiorità è correlato, inoltre, al sistema del rango sociale, presente negli uomini e negli animali. Questo sistema definisce le gerarchie sociali secondo i ranghi di dominanza e di sottomissione.
Viene sperimentato soprattutto nell’adolescenza, quando il gruppo assume per sua natura una funzione identitaria fondamentale. Con il passare del tempo, la sensazione di essere dominante o dominato si dovrebbe ridurre, a vantaggio di una maggiore consapevolezza di sé come individui autonomi e indipendenti.
Il gruppo perde il suo valore identitario e l’individuo, grazie anche alle risposte ambientali avute in famiglia e allo sviluppo di una sana autostima, diventa un adulto che percepisce il valore dentro di sé, senza la necessità che sia validato dagli altri.
Nello specifico il giudizio, la colpevolizzazione e ridicolizzazione rientrano tra i comportamenti con cui si esercita la dominanza, e la vergogna è manifestazione di sottomissione. Chi vive sottomissione prova vergogna e impotenza. Chi afferma la propria dominanza, invece, sviluppa un senso di onnipotenza.
Quindi, il complesso di superiorità può anche nascere o da un senso di dominanza schiacciante o da un senso di sottomissione che porta a celare il vissuto di vergogna troppo intenso. Se l’individuo, in età adulta, non riesce a trasformare questo sentimento che come detto nasce in infanzia (anche a causa di condizioni educativo-ambientali carenti), avrà difficoltà a liberarsi da una concezione negativa di sé. Per compensare questi effetti dirompenti, rischierà di sviluppare uno smisurato senso di superiorità: più è schiacciato dal suo senso di inferiorità, più sogna onnipotenza e dominio.
Dunque, sia l’eccesso che la mancanza di autostima non sono indice di una buona e sana considerazione di sé, dal momento che entrambe le condizioni si configurano come modi rigidi e non adattivi per gestire la bassa fiducia in sé stessi.
Quali disturbi psicologici possono determinare il complesso di superiorità?
Il complesso di superiorità può manifestarsi in vari disturbi psicologici, anche se è importante notare che non si tratta di una categoria diagnostica formale. Tuttavia, alcuni disturbi della personalità possono essere associati alla sua manifestazione:
- disturbo narcisistico di personalità: i narcisisti mostrano spesso un senso esagerato di importanza di sé, la necessità di ammirazione e mancanza di empatia.
- disturbo antisociale di personalità: le persone antisociali possono manifestare un senso grandioso del proprio valore e una mancanza di considerazione per i diritti e i sentimenti degli altri
- disturbo borderline di personalità: le persone con questo disturbo di solito lottano con sentimenti di vuoto e instabilità nell’immagine di sé, possono anche sperimentare fluttuazioni tra sentimenti di superiorità e inferiorità
- disturbo di personalità paranoica: la paranoia può determinare diffidenza e sospetto diffusi verso gli altri. Ciò può talvolta portare a una convinzione della propria superiorità e una tendenza a ignorare o svalutare gli altri.
Come influenza le relazioni personali e il benessere psicologico?
Il complesso di superiorità può influenzare negativamente le relazioni personali e il benessere di una persona. Può determinare un atteggiamento che provoca tensioni nelle relazioni personali, derivanti dai comportamenti arroganti, dispregiativi e di sufficienza che il soggetto può mettere in atto.
Questi comportamenti possono far sentire gli altri inferiori o umiliati, creando un clima di negatività e conflitto. Le persone con un complesso di superiorità possono avere difficoltà ad ascoltare e comprendere i punti di vista degli altri, mancando quindi di empatia. Questo può rendere difficile la comunicazione efficace e la risoluzione dei conflitti nelle relazioni.
Quali sono i trattamenti e le modalità di gestione?
Il complesso di superiorità può essere affrontato attraverso una combinazione di strategie di intervento e trattamenti. Tuttavia, è importante tenere presente che ogni individuo è unico e che le strategie di intervento possono variare in base alle specifiche esigenze e alle circostanze della persona interessata. Alcune strategie generali che possono essere utili nel gestire il complesso di superiorità comprendono:
- consapevolezza e riconoscimento: il primo passo per affrontare il complesso di superiorità è diventare consapevoli della sua presenza e riconoscere i sintomi associati. Questo può essere fatto attraverso l’auto-osservazione e l’aiuto di uno psicologo o di un psicoterapeuta
- terapia individuale, come la psicoterapia cognitivo-comportamentale o la terapia psicodinamica, può essere utile per esplorare le radici del complesso di superiorità, identificare i modelli di pensiero disfunzionali e sviluppare strategie per un autosviluppo sano
- lavoro sull’autostima: come già detto, spesso, il complesso di superiorità nasconde un’insicurezza profonda e una bassa considerazione di sé. Lavorare sull’autostima attraverso il riconoscimento delle proprie qualità e punti di forza, così come accettando le proprie vulnerabilità, può ridurre il bisogno di sentirsi superiori agli altri
- empatia e prospettiva degli altri: sviluppare l’empatia e la capacità di mettersi nei panni degli altri può aiutare a superare l’atteggiamento arrogante e a comprendere che ogni persona ha il proprio valore e le proprie esperienze, che meritano rispetto
- supporto sociale: avere una forte rete sociale può aiutare a ridurre il bisogno di cercare riconoscimento e superiorità rispetto agli altri.
Come comportarsi con le persone che si sentono superiori?
Avere a che fare con le persone che si sentono superiori può essere un’esperienza spiacevole e implicare notevoli difficoltà. Tuttavia, possono essere messe in atto alcune strategie per gestire queste situazioni:
- evitare di alimentare il loro comportamento: le persone che hanno un complesso di superiorità spesso cercano di ottenere riconoscimento e attenzione dagli altri. Evitare di alimentare il loro comportamento e non reagire in modo eccessivamente emotivo o aggressivo può contribuire a non incentivare il loro atteggiamento
- mantenere la calma e la compostezza: rispondere con un tono di voce pacato e mantenere una postura sicura e rispettosa può contribuire a ridurre le tensioni e a stabilire un clima di rispetto reciproco
- porre limiti e definire chiaramente i confini: nel caso in cui il comportamento della persona che si sente superiore diventi offensivo o svalutante, può essere necessario porre dei limiti chiari e precisi. Ad esempio, si può comunicare che certi comportamenti o parole non sono accettabili e che non saranno tollerati
- mantenere una prospettiva positiva: può essere utile mantenere una prospettiva positiva e ricordare che il comportamento di queste persone spesso deriva da un profondo senso di insicurezza. Mantenere un atteggiamento di comprensione e tolleranza può aiutare a trovare modi costruttivi per affrontare la situazione.
In generale, comportarsi con le persone che si sentono superiori richiede pazienza, determinazione e abilità nel gestire le situazioni di tensione. È importante ricordare che il comportamento di queste persone non riflette necessariamente la realtà e che non si dovrebbe mai accettare un atteggiamento di superiorità come giusto o necessario.
(28 Dicembre 2023)