Il termine daddy issues viene utilizzato comunemente per indicare un rapporto di tipo conflittuale da parte di una figlia nei confronti della propria figura paterna.
Questo rapporto padre figlia, che non è propriamente risolto, potrebbe essere alla base di problematiche nelle relazioni sentimentali che si sviluppano durante l’età adulta.
Come può essere definito in termini più esatti il complesso paterno? Come si caratterizza e, soprattutto, in che modo può essere riconosciuto e integrato, per iniziare a vivere delle relazioni affettive più complete e mature?
Cosa si intende con “daddy issues”?
Prima di definire i daddy issues dobbiamo porre una considerazione clinica: non esiste una diagnosi per i daddy issues. Si parla piuttosto di complesso paterno, con riferimento al complesso di Elettra elaborato da Carl Gustav Jung. Secondo Jung infatti la figlia femmina vive dei sentimenti di possesso nei confronti della figura del padre, e di competizione e gelosia nei confronti della madre.
Questa teorizzazione è complementare rispetto a quanto stabilito da Freud nel 1913 con il complesso di Edipo. Secondo il fondatore della teoria psicoanalitica il bambino intorno ai 3, 5 anni vive sentimenti di desiderio e di possesso nei confronti della madre, ed entra in competizione nei confronti della figura di riferimento paterna. Sentimenti che sono poi attraversati e integrati.
I daddy issues si inscrivono in questo contesto teorico, come relazioni di tipo disfunzionale tra le figlie e i padri. Relazioni che si riverberano anche nei legami affettivi che saranno sviluppati quando la bambina sarà diventata adulta.
Chi ha i daddy issue?
Quando una bambina si ritrova a pronunciare frasi del tipo: “Papà è solo mio”, oppure quando cerca di farsi spazio tra il padre e la madre, a tutti i costi, nel letto così come in circostanze più pubbliche, come una cena o una passeggiata, o ancora quando abbraccia il padre e distanzia aggressivamente la madre. Tuti questi sono segnali che un complesso paterno è forse in corso.
Questi possono essere visti infatti come i primissimi segnali che indicano come una bambina stia sviluppando nei confronti del padre un comportamento possessivo, caratterizzato dalla gelosia. Ed è fondamentale che il padre sia in grado di arginarli, ponendo i giusti limiti.
Come capire se si hanno daddy issues?
I segnali riconducibili a daddy issues, all’origine di un complesso paterno, possono essere diversi:
- ricerca, da parte della donna, di relazioni con uomini particolarmente più grandi, quasi a cercare una figura che svolga un ruolo protettivo. Spesso gli uomini che accettano questo tipo di relazione hanno bisogni di compensazione. Hanno la necessità di sentirsi più grandi, maturi o importanti
- bisogno costante di rassicurazioni, che vengono comunque trovate all’esterno da sé
- sentimenti di gelosia, incontrollabile e immotivata. Sentimenti che possono determinare una presenza eccessiva da parte della donna, oltre a stati d’ansia particolarmente pesanti
- incapacità di vivere la propria solitudine. Nonostante i problemi che possono emergere durante una relazione, vivere da single è altrettanto complesso. Per questa ragione si passa da una relazione alla successiva, quasi senza soluzione di continuità.
Tra gli altri segnali che possono indicare questa condizione vanno indicati la paura dell’abbandono, una scarsa autostima rispetto alle relazioni sentimentali, mania del controllo e costante bisogno di protezione e di rassicurazione. È anche possibile che si tenda a vivere crisi di coppia con frequenza, fino all’abbracciare relazioni tossiche.
Ulteriori conseguenze di daddy issues
Non è raro osservare, in una persona che soffre di complesso paterno o materno, sintomi più severi quali la depressione, o disturbi di tipo psicosomatico anche gravi.
Rapporti particolarmente problematici con una figura genitoriale possono inoltre essere presenti nei quadri clinici dei disturbi di personalità.
A cosa sono dovuti i daddy issues?
Tanto i daddy issues, quanto i complementari mommy issues, possono essere riconducibili nelle loro cause ad una figura genitoriale che è risultata/risulti assente o anaffettiva, tendente all’abuso fisico o psicologico, che si sia comportata o si comporti in modo prepotente o apertamente violento con la seconda figura genitoriale.
È possibile che una figura genitoriale alla radice di un complesso paterno abbia l’aspetto di padre premuroso, attento alle necessità dei propri figli, e sia quasi irreprensibile nei suoi comportamenti. Ma è altrettanto possibile che al di sotto di questa immagine si celi una figura genitoriale narcisista.
Una figura che aspira a vedere nella propria figlia, o figlio, la propria grandiosità, e stimola disfunzionalmente i propri figli affinché siano all’altezza delle sue aspettative grandiose. Il genitore narcisista può arrivare anche a svalutare e criticare in più occasioni i propri figli per rimanere sul podio del nucleo familiare.
Come superare i daddy issues?
Affrontare i daddy issues o le questioni derivanti da un rapporto difficile e problematico con una delle due figure genitoriali, è un passaggio che può essere svolto attraverso una psicoterapia. Le tappe di questo percorso si specificano in un riconoscimento delle proprie emozioni, che spesso rischiano di essere negate, non accettate o, come è stato indicato, somatizzate.
Una seconda tappa è data dal guadagnare uno sguardo diverso, più consapevole, rispetto alle dinamiche alla base del rapporto problematico con la figura genitoriale. In questo modo è possibile vedere con serenità, finalmente, i pattern che hanno condotto a relazioni non gratificanti. Così da iniziare a vivere in modo responsabile e autonomo sia il rapporto con sé, sia le relazioni affettive.
(10 Marzo 2023)