Psichiatria

Emofobia: cos’è la paura del sangue e come affrontarla

Si tratta di una delle fobie meno comprese, ma più comuni, che può essere affrontata e superata attraverso la psicoterapia con il supporto di un professionista della salute mentale

Emofobia: cos’è la paura del sangue e come affrontarla

L’emofobia, o paura irrazionale del sangue, è una delle fobie più comuni e al contempo meno comprese al mondo.

Per chi ne è affetto, la vista del sangue, o in alcuni casi persino il solo pensiero, può innescare una serie di reazioni fisiche ed emotive molto debilitanti. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio cosa sia l’emofobia e quali sono le sue possibili cause, al fine di fare luce su questa condizione e fornire informazioni utili su come affrontarla e superarla. 

Che cosa è l’emofobia?

L’emofobia, o paura irrazionale del sangue, è una delle fobie meno comprese che affliggono molte persone nel mondo. Questa emozione intensa e spesso debilitante può scatenarsi in situazioni apparentemente innocue, come una semplice ferita o un prelievo del sangue di routine.

La fobia del sangue può essere così potente in alcune persone da causare attacchi di panico e svariati sintomi fisici come sudorazione eccessiva, battito cardiaco accelerato, vertigini o sincopi vasovagali. Questa paura può rendere difficile assistere o prestare soccorso a qualcuno in caso di incidenti o semplicemente curarsi. 

Gli stimoli fobici associati all’emofobia possono variare da persona a persona, ma alcuni comuni includono:

  • esami del sangue e procedure mediche invasive come l’iniezione di farmaci o le trasfusioni. 
  • Ferite o traumi che causano sanguinamento.
  • Sangue mestruale.
  • Sanguinamento accidentale, come il taglio di un dito mentre si cucina o il sanguinamento delle gengive.
  • Scene di film o televisione che mostrano sangue e procedure o visite mediche.
  • Discorsi su argomenti legati al sangue, come le malattie del sangue o la donazione di sangue.

Perché ad alcuni fa impressione il sangue?

La paura del sangue è innata in tutti noi, in quanto si tratta di una reazione istintiva che è parte del nostro sistema di sopravvivenza, poiché ci avverte del pericolo. Tuttavia, nelle persone con emofobia, questa reazione naturale è amplificata e diventa eccessiva e invalidante nella vita quotidiana.

È importante notare che l’esperienza personale influenza molto lo sviluppo dell’emofobia. Ad esempio, se una persona ha vissuto un trauma infantile legato al sangue potrebbe essere più incline a sviluppare questa fobia in età adulta.

È importante notare che la gravità della reazione fobica può variare notevolmente da persona a persona. Mentre alcuni individui emofobici possono sperimentare solo lievi livelli di ansia, altri possono accusare panico estremo e sintomi fisici.

Quante persone soffrono di emofobia?

L’emofobia è più comune di quanto si possa pensare. Tuttavia, molte persone che ne soffrono non cercano aiuto a causa della paura del giudizio o della derisione. Si stima che circa il 3-4% della popolazione generale soffra di emofobia in qualche misura. Questo significa che milioni di persone in tutto il mondo sono oggi influenzate dalla paura di vedere il sangue.

Come si cura l’emofobia?

Affrontare l’emofobia di solito richiede il supporto di un professionista della salute mentale, che può aiutare a identificare gli stimoli fobici specifici e sviluppare strategie per affrontarli in modo efficace. La buona notizia è che si tratta di una condizione trattabile. La terapia dialettico comportamentale (DBT), ad esempio, si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento di questa e altre fobie. 

La DBT, lo ricordiamo, è una forma di terapia cognitivo-comportamentale sviluppata per aiutare le persone a regolare le loro emozioni intense e migliorare le loro relazioni interpersonali.

Nel caso dell’emofobia, la DBT può aiutare l’individuo a comprendere meglio le radici della propria paura, esplorare le convinzioni negative associate al sangue e imparare a gestire le reazioni fisiche ed emotive da esso scatenate. Inoltre, la terapia può includere esercizi di esposizione graduale, tramite cui la persona viene gradualmente esposta al sangue in modi controllati per ridurre la paura.