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La gentilezza in psicologia: perché è importante

La gentilezza è un attitudine fondamentale per l'essere umano. Capace di rinsaldare i legami sociali, è un atteggiamento che ha molti risvolti positivi sul benessere psicofisico. Vediamo quali.

La gentilezza in psicologia: perché è importante

La gentilezza è un atteggiamento benevolo e rispettoso verso gli altri. Questa attitudine, radicata nel rispetto e nell’empatia, caratterizzata dalla considerazione e preoccupazione verso gli altri, è considerata una virtù in molte culture.

Alimentata dalla compassione, la gentilezza si riflette in un atteggiamento di riguardo verso la preziosità di ogni vita. E non si limita soltanto ai rapporti con gli altri, ma abbraccia anche il rapporto con noi stessi. 

Essa rappresenta un’esperienza profonda che crea significato e scopi, trasmettendo considerazione e apprezzamento per la dignità di ogni essere vivente.

In un mondo sempre più distante e impersonale, la gentilezza assume un ruolo cruciale. Oltre a migliorare il nostro benessere, crea un’atmosfera positiva intorno a noi. Gesti gentili non solo hanno un impatto sul nostro umore, ma sono legati anche a benefici fisici. Adottare la gentilezza come stile di vita può trasformare la nostra relazione con noi stessi e con gli altri. Proprio come l’antico detto suggerisce: “Tratta gli altri come vorresti essere trattato”. La gentilezza non è solo una virtù, ma una scelta consapevole che può creare un mondo più armonioso e appagante per tutti.

Cosa significa essere una persona gentile?

La gentilezza trova radici profonde nel nostro istinto di cooperazione e altruismo, elementi essenziali per la sopravvivenza della specie. Questo comportamento prosociale va al di là dell’individuo, poiché nutre anche i bisogni psicologici di relazione e appartenenza. 

Agire gentilmente genera una cascata di effetti positivi. Non solo fa bene all’altro, ma fa bene anche a noi stessi. La scienza dimostra, ad esempio, che atti di gentilezza stimolano il rilascio di neurotrasmettitori come serotonina e ossitocina, riducendo così ansia e paura

Essere gentili può aumentare l’autostima, soprattutto negli adolescenti, e migliorare il benessere psicologico generale. Inoltre, atti di gentilezza non solo migliorano il nostro stato emotivo, ma sono stati collegati anche a una migliore salute fisica generale.

A cosa serve la gentilezza? 

La gentilezza, come accennato, ha un profondo impatto sul nostro benessere emotivo, sociale e persino fisico. 

Agire con gentilezza non solo migliora la qualità delle relazioni interpersonali, ma contribuisce anche a creare un senso di comunità e solidarietà. 

Dal punto di vista psicologico, la gentilezza non solo stimola l’attivazione di neurotrasmettitori legati al piacere e al benessere, ma può anche influenzare positivamente l’espressione genica associata a una migliore immunità. Inoltre, è un modo per contrastare l’ansia sociale e promuovere una maggiore connessione tra le persone, riducendo l’isolamento e aumentando il senso di appartenenza.

Gli studi dimostrano che i neonati già esprimono comportamenti affabili verso gli altri a partire dai 6 mesi di età. La cooperazione e l’altruismo sono stati essenziali per l’evoluzione umana, e il nostro sistema nervoso è cablato per rispondere positivamente alla gentilezza. 

La gentilezza, dunque, riveste un ruolo centrale nel campo della psicologia, poiché incide profondamente sulla nostra salute mentale e sulle dinamiche relazionali. La psicologia dimostra che praticare atti di gentilezza non solo migliora il nostro stato d’animo, ma contribuisce anche a creare un circolo virtuoso di emozioni positive e connessioni significative.

Riduzione dello stress e dell’ansia

Uno dei vantaggi più notevoli della gentilezza risiede nella sua capacità di ridurre lo stress e l’ansia. Viviamo in un mondo frenetico, in cui i ritmi accelerati possono lasciarci esausti e tesi. Gli atti di gentilezza, come aiutare qualcuno in difficoltà o semplicemente condividere un sorriso, agiscono come un contrappeso a questo stress. Come già detto, stimolano il rilascio di sostanze chimiche nel nostro cervello, che riducono i livelli di cortisolo, promuovendo una sensazione di calma e benessere.

Benessere emotivo

La gentilezza ha il potere di migliorare il nostro benessere emotivo. Compiere gesti gentili non solo fa bene a chi riceve la gentilezza, ma anche a chi la offre. Si è scoperto che agire gentilmente attiva le aree del cervello legate alla gratificazione e al piacere, creando un senso di soddisfazione interiore. 

Legami sociali

La psicologia sociale ci insegna che la gentilezza e l’altruismo sono fondamentali per il funzionamento delle comunità umane. Praticare la gentilezza ci rende più attraenti agli occhi degli altri, facilitando la formazione e il mantenimento di legami salutari. Inoltre, agire gentilmente può spezzare il circolo vizioso dell’isolamento sociale, poiché crea un ambiente di fiducia reciproca che incoraggia l’apertura emotiva e la condivisione.

La gentilezza crea un ambiente positivo. Negli ambiti lavorativi e familiari, questa attitudine può trasformare radicalmente le dinamiche comportamentali.

Gli individui che praticano la gentilezza si dimostrano più collaborativi, comunicativi ed empatici. Ciò crea un contesto in cui le idee fluiscano liberamente, in cui i conflitti si risolvano in modo costruttivo e in cui ogni persona si senta valorizzata e rispettata.

Autostima e gentilezza

La gentilezza nutre l’autostima. Gli atti di gentilezza non solo influenzano positivamente l’immagine che gli altri hanno di noi, ma anche la percezione che abbiamo di noi stessi. Quando ci impegniamo in comportamenti gentili, sperimentiamo una sensazione di realizzazione e autoefficacia. Questo, a sua volta, rafforza l’autostima e la fiducia nelle nostre capacità.

Come si pratica la gentilezza?

La gentilezza è un atto concreto che può essere coltivato quotidianamente per ottenere benefici duraturi nella nostra vita e nella vita degli altri. Ecco alcuni modi concreti attraverso cui praticare la gentilezza e renderla parte integrante del nostro stile di vita:

  • Auto-gentilezza: prima di poter essere gentili con gli altri, è essenziale iniziare da noi stessi. Coltivare l’autocompassione significa trattarsi con lo stesso affetto e comprensione che riserveremmo a un amico caro. Sfumare la voce critica interna e accogliere le nostre imperfezioni è il primo passo per creare un legame gentile con noi stessi
  • Atti quotidiani: la gentilezza può essere espressa attraverso piccoli gesti quotidiani. Sorridere a un estraneo, tenere aperta una porta, fare un complimento sincero: queste azioni apparentemente semplici possono fare la differenza nella giornata di qualcuno e nel nostro umore
  • Volontariato: offrire il nostro tempo e le nostre risorse per aiutare gli altri è un modo potente per esprimere gentilezza. Partecipare a iniziative di volontariato ci mette in contatto con le esigenze della comunità e ci offre la possibilità di fare una differenza tangibile nella vita delle persone
  • Ascolto empatico: una forma profonda di gentilezza è l’ascolto attivo ed empatico. Dare a qualcuno la nostra piena attenzione senza giudicare o interrompere può far sentire all’altra persona veramente vista e compresa
  • Autenticità: la gentilezza autentica deriva da un sincero desiderio di aiutare gli altri. Quando agiamo con gentilezza senza aspettarci nulla in cambio, creiamo un legame genuino e duraturo che va al di là delle apparenze.