Ludopatia, come curare la dipendenza dal gioco

La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico (Gap), è una dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Può compromettere non solo la vita economica, ma anche l'equilibrio e gli affetti personali di chi ne soffre.

Ludopatia, come curare la dipendenza dal gioco

La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico (Gap), è un disturbo comportamentale che consiste nella dipendenza dal gioco d’azzardo

Il gioco compulsivo può portare ad una grave compromissione, a tutto tondo, della qualità della vita delle persone che ne soffrono determinando danni di natura economica, perché la persona ludopatica non è capace di prevedere gli eventuali danni economici. In più, chi soffre di questa dipendenza rischia anche di alienarsi gli affetti personali e i rapporti di amicizia.

In questo articolo cercheremo di dare una definizione al disturbo da gioco d’azzardo patologico, provando a individuarne i principali sintomi, i comportamenti messi in atto da chi ne soffre. Oltre alle cause e i possibili trattamenti terapeutici disponibili.

Che cos’è la ludopatia?

L’Istituto superiore di sanità definisce la ludopatia come un comportamento problematico, che persiste e ricorre nel tempo, associato al gioco d’azzardo. In parole semplici, la ludopatia è una dipendenza dal gioco dazzardo. Questo disturbo, noto anche come gioco d’azzardo patologico (Gap), nel 2013 è stato classificato come dipendenza comportamentale all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbo mentali (DSM-5).

La ludopatia può portare a un disagio tale da compromettere in maniera significativa ogni aspetto della vita delle persone che ne sono affette, dalle relazioni al lavoro passando, in generale, per la sfera sociale.

Chi colpisce maggiormente la ludopatia?

Il gioco d’azzardo patologico colpisce maggiormente adolescenti e studenti universitari, dove farebbe registrare tassi di prevalenza compresi tra il 3 e l’8% di questa fascia della popolazione. La ludopatia tende a manifestarsi prima nelle persone di sesso maschile rispetto a quelle di sesso femminile.

Stress e stati depressivi sono fattori che possono far peggiorare la patologia e aumentare l’impulso a giocare.

La dipendenza da gioco d’azzardo, sembra essere un fenomeno in crescita in Italia. Se è vero, infatti, che secondo gli ultimi dati relativi al 2020 sul gioco d’azzardo è stato registrato un calo delle somme spese in presenza alle macchinette (dovuto in gran parte alla pandemia, con ogni probabilità), c’è stato anche un concomitante aumento del denaro speso nel gioco online.

Quanti tipi di ludopatia ci sono?

Ci sono diversi tipi di ludopatia, che possono essere distinti esclusivamente in base al tipo di gioco d’azzardo che fa scattare la dipendenza comportamentale. I giochi d’azzardo che più incidono sono:

  • slot machine
  • gioco online, con maggiore propensione per il poker online
  • scommesse, attuate nel calcio, nella corsa ai cavalli.

Più utile è, forse, distinguere tra i differenti tipi di giocatori. Robert Custer, tra gli studiosi di gioco d’azzardo patologico più importanti, ha stabilito sei tipi di giocatori:

  • professionista, quindi capace di gestire tempo e risorse. Tanto da rendere il gioco d’azzardo un lavoro
  • antisociale, alla ricerca di guadagno, disposto anche a fare carte false pur di vincere
  • sociale occasionale, che usa il gioco d’azzardo a scopo ricreativo e per fare conoscenze, senza rischiare alcun comportamento patologico
  • sociale serio e costante, per il quale l’azzardo è l’unica modalità di distrazione e divertimento, senza alcuna conseguenza
  • per fuga, che sceglie l’azzardo per mettere da parte disagio, depressione o solitudine, ed è comunque in grado di gestirsi
  • compulsivo, incapace di esercitare alcun controllo sul gioco, quindi preda della dipendenza.

Ludopatia: i sintomi

Perché la dipendenza da gioco d’azzardo sia accertata a livello diagnostico, è necessario che il paziente manifesti entro l’arco temporale di un anno, almeno quattro tra questi sintomi:

  • irritabilità e sensazione di irrequietezza quando smette di giocare
  • presenza di pensieri ossessivi legati al gioco
  • crescita del bisogno di giocare a fronte di stati emotivi come stress, depressione o ansia
  • tentativi ripetuti, ma fallimentari di gestire l’impulso del gioco
  • bisogno di puntare somme di denaro sempre più elevate per sentirsi appagati
  • negare e nascondere il proprio disturbo mentendo
  • perdere denaro (anche in somme ingenti) è uno stimolo a rigiocare 
  • compromissione della sfera sociale, dello studio o del lavoro a causa della propria dipendenza
  • richiesta di prestiti a fronte di una situazione finanziaria compromessa a causa del gioco.

Dinamiche neurobiologiche della ludopatia

L’abuso del gioco d’azzardo si ha quando questo tipo di gioco entra nell’area del cervello deputata alla gratificazione, agendo con quelle che possono essere definite proprietà dopaminergiche. La dopamina è il neurotrasmettitore implicato nel meccanismo della ricompensa e del piacere.

La gratificazione fa sì che, con buona probabilità, la persona ripeta il comportamento che ha determinato piacere. È altrettanto possibile che il solo pensare un comportamento gratificante determini che il sistema della gratificazione scarichi di vitamina. Nella ludopatia si ha una dinamica simile a quella appena descritta.

Come comincia la ludopatia?

Come per ogni altra dipendenza, ad esempio la dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti, anche la ludopatia inizia in modo quasi impercettibile e subdolo. La persona, infatti, non si rende conto di essere a rischio.

Spesso si inizia con piccole quantità di denaro, la possibilità di perdere qualche euro non desta alcuna preoccupazione. Nel corso del tempo, però, aumentano sia la frequenza che la ripetizione delle scommesse, e anche gli importi tendono ad essere più consistenti.

Il comportamento che porta alla ludopatia passa da una iniziale fase di ricerca del gioco, del tutto ricreativo. La persona, in prima battuta, cerca una gratificazione che agisca come sedativo rispetto a condizioni come ansia, ad esempio, o qualsiasi altro vissuto interiore negativo. In questo modo si ha rinforzo, e il comportamento viene ripetuto. In scala sempre maggiore, e sempre più rischiosa.

Il ludopatico è, in definitiva, una persona incapace di gestire il primo impulso che determinerà il comportamento legato alla gratificazione, o alla eccitazione.

Ludopatia: le cause

Più che una causa specifica, la ludopatia sarebbe dovuta ad una concomitanza di ragioni. A tal proposito sono state formulate diverse ipotesi sui fattori in grado di favorire lo sviluppo di una dipendenza da gioco d’azzardo. 

In primo luogo, potrebbe esistere nelle persone affette da ludopatia una predisposizione di tipo genetico, legata a particolari vulnerabilità di tipo neurobiologico. I pazienti che hanno sviluppato dipendenze patologiche, ad esempio, condividono in molti casi la difficoltà nella gestione e nel controllo degli impulsi

Ciò sarebbe dovuto all’alterazione di alcuni neurotrasmettitori associati a serotonina, noradrenalina e dopamina.

Nello sviluppo di gioco d’azzardo patologico interverrebbero anche fattori ambientali. Ad esempio, chi è cresciuto in famiglie con problemi di ludopatia sarebbe più predisposto a sviluppare il disturbo.

La dipendenza dal gioco d’azzardo, poi, potrebbe essere favorita da alcuni fattori cosiddetti “scatenanti”, legati soprattutto a eventi di vita traumatici o, come abbiamo accennato, a fattori psicologici come lo stress, l’ansia o la depressione.

Infine, in chi ha già sviluppato il disturbo, ci sono fattori di mantenimento che rinforzano il comportamento di dipendenza come la vittoria o la sconfitta, l’illusione di evadere dai propri problemi o l’eccitazione determinata dal gioco.

Come convincere una persona ludopatica a farsi curare?

Quando un parente o una persona amica e vicina si accorgono di avere a che fare con una persona che sta adottando comportamenti da ludopatico, gioca magari inizialmente di nascosto oppure a domanda diretta su frequenza del gioco e importi spesi, nega, si è di fronte ad una situazione complessa.

Non è infatti possibile indurre nel ludopatico la consapevolezza della sua dipendenza, nemmeno di fronte ad un estratto conto con tutti i prelievi e le giocate svolte, per fornire un esempio grossolano ma chiaro.

A volte, il modo migliore per provare ad aiutare una persona che soffre di ludopatia è usare una visita dal medico di base, come pretesto, e lasciare quindi che sia il professionista a provare un primo approccio.

Come si può curare la ludopatia?

Per il disturbo da gioco d’azzardo patologico, interventi di tipo psicoterapeutico come la terapia cognitivo comportamentale sono sicuramente approcci che si possono rivelare efficaci. Lo scopo di questi trattamenti, infatti, è, innanzitutto, arrivare a comprendere quali siano i meccanismi che stanno alla base del disturbo da gioco. Una volta superata questa fase, si può intervenire per individuare le strategie migliori per gestire il disturbo nella vita di tutti i giorni, che possono prevedere anche un’esposizione controllata al trigger della dipendenza.

Qualora la dipendenza sia più severa e la psicoterapia da sola non sia sufficiente, potrebbe essere necessario affiancare anche una terapia di tipo farmacologico. Specialmente nei casi in cui il paziente abbia sviluppato anche forme di depressione, stati d’ansia o altre malattie di tipo psichiatrico.

Anche la terapia di gruppo può essere una buona strategia terapeutica, in quanto pazienti che soffrono dello stesso disturbo e hanno vissuto esperienze simili potrebbero confrontarsi proficuamente tra di loro.