Il DSM-5 è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, redatto dall’American Psychiatric Association.
È uno dei sistemi nosografici, ovvero descrittivi, più utilizzati da psichiatri, psicologi e medici in tutto il mondo. Giunto alla quinta edizione nel 2013, il DSM-5 rappresenta un pilastro fondamentale nella diagnosi e classificazione dei disturbi mentali.
Esploriamo cosa sia esattamente il DSM-5, la sua storia, la sua struttura e i cambiamenti significativi apportati nella quinta, e per ora ultima, edizione.
Cosa si intende per DSM-5?
Il DSM-5, abbreviazione di Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, viene redatto dall’American Psychiatric Association ed è un sistema di classificazione dei disturbi mentali.
È ampiamente utilizzato per scopi clinici, di ricerca e statistici. Questo manuale fornisce criteri diagnostici, descrizioni e altre informazioni su disturbi mentali quali, ad esempio, la depressione, l’ansia, la schizofrenia.
Quanti DSM esistono?
Il DSM ha avuto diverse edizioni dalla sua prima pubblicazione. Il 1952 è l’anno della prima edizione, DSM-I. Da allora, sono state prodotte le seguenti edizioni:
- DSM-II nel 1968
- DSM-III nel 1980
- DSM-III-R (edizione rivisitata) nel 1987
- DSM-IV nel 1994
- DSM-IV-TR (testo revisionato) nel 2000
- DSM-5 nel 2013.
La numerazione è passata da romana a araba con l’edizione DSM-5, per evitare limitazioni nella numerazione di future revisioni o aggiornamenti. Nel 2023 in Italia è stata pubblicata una revisione, che prende titolo DSM-5-TR. In questa edizione sono presenti aggiornamenti dei criteri diagnostici oltre ai codici ICD-10-CM.
Importanza del DSM-IV
L’edizione del 1994, a differenza delle precedenti, si specifica per essere:
- nosografica, ovvero i quadri sintomatologici hanno ora una valutazione casistica e basata sulla frequenza
- ateorica, quindi non si basa su alcun tipo di teoria né di approccio teorico
- assiale, i disturbi sono raggruppati su 5 assi, per avere diagnosi standardizzate
- di base statistica, poiché i sintomi acquistano significato, in qualità di dati basati su frequenza, calcolata in termini statistici.
Cambiamenti nel DSM-5
La quinta edizione del DSM ha introdotto diverse modifiche significative rispetto alle edizioni precedenti. Innanzitutto, sono state apportate nuove categorie diagnostiche e criteri diagnostici modificati per diversi disturbi. Ad esempio, la sindrome di Asperger è stata inclusa nello spettro autistico, e nuovi criteri diagnostici sono stati proposti per l’ADHD e il disturbo bipolare.
Quando è uscito il DSM-5 in Italia?
In Italia, il DSM-5 è stato pubblicato nel 2014. È importante notare che, oltre alle edizioni principali, sono state effettuate piccole modifiche nelle ristampe di alcune versioni intermedie. Ad esempio, la settima ristampa del DSM-II nel 1973 ha rimosso l’omosessualità dalla classificazione psicopatologica.
Nella sua attuale struttura, si specifica, il DSM-5 risulta essere composto da tre sezioni:
- introduzione agli aggiornamenti
- diagnosi
- condizioni che hanno bisogno di ricerche di approfondimento, strumenti e scale, oltre ad aspetti riferibili alla cultura e, in chiusura, il glossario.
Quali sono i disturbi del DSM-5?
I disturbi mentali attualmente classificati sono 370, che sono descritti sulla base della prevalenza di specifici sintomi. I sintomi cui si fa riferimento sono principalmente osservati nel comportamento della persona. Allo stesso tempo, ci sono riferimenti sia alla struttura dell’io che alla struttura della personalità.
Le diverse dimensioni di valutazione di un individuo durante una diagnosi psichiatrica sono organizzate in una suddivisione in assi. Questo approccio multiassiale fornisce una valutazione completa e dettagliata del paziente, considerando diversi aspetti della sua condizione mentale e generale.
I cinque assi del DSM sono:
- asse 1, che riguarda i disturbi clinici principali come la depressione, la schizofrenia e altri disturbi dell’umore e dell’ansia. Include anche i disturbi dell’apprendimento e alcune condizioni neurologiche
- asse 2, dedicata ai disturbi della personalità e al ritardo mentale. Include disturbi di personalità come il disturbo borderline di personalità e il disturbo antisociale di personalità
- asse 3, che considera le condizioni mediche generali e le malattie fisiche che possono influenzare la salute mentale. Condizioni come il diabete o le malattie cardiache ad esempio
- asse 4, ovvero i fattori psicosociali e ambientali che possono influenzare la diagnosi, come eventi stressanti nella vita del paziente, problemi lavorativi, relazioni interpersonali difficili
- asse 5, relativa alla Valutazione Globale del Funzionamento (VGF) del paziente. Si tratta di un punteggio numerico che riflette il livello di funzionamento del paziente nella vita quotidiana, e tiene conto sia gli aspetti sociali che lavorativi.
Quali sono i criteri diagnostici?
Ogni disturbo classificato nel DSM-5 presenta i propri specifici criteri diagnostici. Una panoramica, non esaustiva, contempla i seguenti criteri:
- descrizione del disturbo. Ogni disturbo nel DSM-5 è descritto in modo dettagliato, incluso il nome del disturbo, i sintomi caratteristici e le manifestazioni cliniche
- criteri diagnostici specifici che devono essere soddisfatti per fare una diagnosi del disturbo. Sono spesso suddivisi in sintomi chiave e comportamenti osservabili che devono essere presenti per un dato arco di tempo
- criteri di esclusione. Alcuni disturbi hanno criteri di esclusione che specificano quali altre condizioni devono essere escluse per fare una diagnosi del disturbo in questione. Per evitare sovrapposizioni diagnostiche
- durata e persistenza. Alcuni disturbi richiedono che i sintomi siano presenti per un certo periodo di tempo per essere considerati per la diagnosi
- distress e disabilità. Spesso, i sintomi devono causare significativo distress o disabilità nel funzionamento quotidiano dell’individuo per essere considerati clinicamente rilevanti
- criteri associati. Questa sezione può includere ulteriori criteri o sintomi che spesso si verificano insieme al disturbo principale. Questi criteri possono fornire ulteriori dettagli per una diagnosi accurata.
- diagnosi differenziale. Questa sezione fornisce linee guida per distinguere uno disturbo specifico da altre condizioni simili o correlate. Aiuta i clinici a fare una diagnosi accurata
- criteri dimensionali (DSM-5 Sezione III). Oltre ai criteri categorici, il DSM-5 Sezione III include anche valutazioni dimensionali per valutare la gravità dei sintomi e i tratti di personalità attraverso scala numeriche, consentendo una valutazione più dettagliata.
Come si usa il DSM-5?
Il DSM-5 è uno strumento fondamentale per i professionisti della salute mentale. Utilizzato nella valutazione clinica, aiuta a diagnosticare disturbi mentali confrontando i sintomi del paziente con criteri specifici. Questa diagnosi precisa è fondamentale per la pianificazione del trattamento mirato a ciascun disturbo. Inoltre, il DSM-5 facilita la comunicazione tra professionisti, perché fornisce un linguaggio standardizzato.
Nei settori della ricerca e degli studi clinici, il manuale stabilisce basi chiare e coerenti per l’analisi dei dati. Serve anche per creare un riferimento strutturato e comune, dal momento che aiuta i professionisti a identificare schemi comportamentali e sintomi complessi. Nel contesto di trattamenti multidisciplinari, il DSM-5 è utile a garantire che ogni membro del team comprenda appieno la diagnosi e i piani di trattamento. In conclusione, il DSM-5 può essere considerato una risorsa essenziale che guida la pratica clinica, la ricerca e la comunicazione nel campo della salute mentale.
(17 Ottobre 2023)