La parola e il concetto di narcisista covert o meno che sia, sono nella società attuale usati come etichetta indifferenziata per indicare persone, caratteri, modalità e stili di vita che hanno come caratteristica comune il bisogno costante di conferma e ammirazione dall’altro.
L’obiettivo ultimo è sempre quello di mantenere un’immagine personale e sociale che sia all’altezza delle aspettative proprie, altrui, spesso vissute come elevate e rigide. Per questo, il narcisista covert arriva ad usare l’altra persona, e non mostra alcuna empatia.
Insieme alla dottoressa Alessia Bajoni, responsabile del Servizio specialistico di Psicologia e Psicoterapia per adolescenti del Santagostino, viene affrontata la figura del narcisista covert, con particolare attenzione al periodo dell’adolescenza. Sono passate in rassegna le sue caratteristiche, e viene spiegato come riconoscerlo.
Narcisista covert e overt, due facce della stessa medaglia
In ambito psicologico e psicopatologico il termine narcisistico indica un’insieme di organizzazioni di personalità ben precise: nel DSM V, la diagnosi di disturbo di personalità narcisistica viene effettuata sulla presenza di:
- modello pervasivo di grandiosità
- necessità di adulazione
- mancanza di empatia
- caratteristiche come la convinzione di essere speciali e unici e di doversi associare solo a persone di altissimo livello
- bisogno di essere incondizionatamente ammirati
- sfruttamento degli altri per raggiungere i propri obiettivi.
Comprendere ciò che porta a strutturare una modalità narcisistica implica andare anche al di là dell’apparente superiorità e intoccabilità della persona con questo tipo di funzionamento. Le due facce della medaglia narcisistica sono il narcisismo covert e quello overt. Il primo timido, evitante con forti sentimenti di vergogna, il secondo arrogante, aggressivo, superbo. Leggerle in maniera separata può portare a uno sguardo semplicistico e anche giudicante della personalità narcisistica.
Alle radici delle problematiche narcisistiche
Prima di entrare nelle dinamiche del narcisismo covert, può essere dunque utile approfondire l’origine di alcune problematiche narcisistiche. Molti autori hanno osservato come in ogni narcisista fatuo e grandioso si nasconde un ‘bambino impacciato e vergognoso’ e in ogni narcisista depresso e autocritico è latente un’immagine grandiosa di ciò che la persona dovrebbe o potrebbe essere. Così ne parla Alice Miller nel suo Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé.
Altri evidenziano la presenza di traumi infantili e in fase evolutiva, in queste persone, legate al sentirsi ‘non visti per come erano’ ma solo come prolungamento del Sé genitoriale, con la conseguente strutturazione di un falso Sé: bambini che si sono sentiti costretti a rispondere ai desideri dei genitori, negando o scindendo i propri. O a sviluppare fantasie grandiose e onnipotenti di Sé, come nel caso in cui il bambino copra con le proprie abilità una probabile malattia mentale della madre o del padre, mantenendo in realtà un senso profondo di vergogna e inferiorità nascosto rispetto a pensieri e desideri repressi.
Le persone con struttura narcisistica temono di essere messe da parte, di perdere improvvisamente l’autostima o la coesione del Sé, di sentirsi di colpo nessuno, invece che qualcuno: il timore della frammentazione sembra essere una ripetizione dentro di sé del vissuto di relazioni di attaccamento instabili, insicure, in cui spesso vi sono state delle inversioni di ruolo, con un conseguente senso di precarietà soggettiva e confusione sul proprio ruolo in famiglia.
La forma covert: chi è il narcisista covert?
Il narcisista covert nasconde dietro uno stile relazionale timido e ritirato, con dei vissuti di inferiorità e vergogna, un bisogno di essere idealizzato e di essere riconosciuto nella propria grandiosità. Appare come una persona estremamente vulnerabile ai giudizi e allo sguardo altrui, sofferente, che può facilmente sviluppare sintomi depressivi e di ritiro sociale. Tende a relazionarsi con l’altro senza vederlo, senza dunque sviluppare empatia, e tende, ripetendo dunque forse un trauma subito in precedenza, a ‘usare’ l’altro come conferma di Sé, del proprio valore o a sminuire l’altro per dare valore a Sé.
La manipolazione è dunque la modalità difensiva e ripetitiva per impedire di affrontare una distanza dall’altro, che risulterebbe insopportabile e impensabile: l’altro deve realizzare le aspettative presenti nella mente del narcisista covert, altrimenti la distanza diventerebbe l’equazione simbolica del proprio disvalore e della propria incapacità.
Gli psicologi del Sé hanno coniato il termine oggetto-Sé per indicare quelle persone che nella vita di ognuno alimentano un senso di identità attraverso la loro conferma, ammirazione e approvazione, e diventano dunque parte dell’identità di ognuno. Nelle persone con struttura narcisista gli oggetti-Sé sostituiscono la struttura interna di personalità: la persona narcisista ha talmente bisogno di oggetti-Sé da dimenticare l’altro e altri aspetti del rapporto. Il costo più pesante dunque della persona narcisistica, sia overt che covert, è di perdere la capacità di amare.
Narcisismo covert e adolescenza
Individuare un funzionamento narcisistico di tipo covert nella fase evolutiva dell’adolescenza non è semplice. In adolescenza si struttura l’identità della persona e i molteplici cambiamenti a livello fisico, sessuale, cerebrale, psicologico e relazionale rendono l’adolescente in una fase di per sé vulnerabile a livello narcisistico e ancora in una fase di strutturazione di personalità. Non si può dunque parlare di una personalità con già una struttura narcisistica ma solo di tratti narcisistici.
Allo stesso tempo la GenZ ha di per sé una sua natura innata narcisistica amplificata dall’utilizzo di internet e di strumenti elettronici che amplificano stimoli e messaggi legati alla propria immagine e quella altrui, a una pressione sociale sul sembrare e dover rispondere a degli standard di prestazione e di apparenza elevati, a un modello relazionale con l’altro improntato alla conferma del proprio valore più che all’incontro con l’altro.
Narcisismo covert e ritiro sociale
In questa cornice di lettura può però essere interessante notare delle somiglianze tra il funzionamento del narcisismo covert e alcuni adolescenti che tendono al ritiro sociale e scolastico o i cosiddetti hikikomori. L’evitamento e la chiusura in casa, il tagliarsi fuori ‘dallo sguardo e dalle relazioni con i coetanei’, l’eliminazione della realtà esterna che i giovani che fanno fatica a uscire di casa e ad andare a scuola mettono in atto, sono l’espressione estrema dell’evitamento del narcisista covert, in preda a sentimenti di vergogna e inferiorità, a sentimenti di non ‘sentirsi all’altezza delle richieste dell’altro’.
L’adolescente che si ritira è un adolescente che cerca di rallentare il processo evolutivo dell’adolescenza per un sentirsi inadatto ai compiti evolutivi spesso, come il narcisista covert, mantenendo segrete dentro di sé delle fantasie e aspettative di un Sé ideale e idealizzato, vissute come irraggiungibili e quindi impossibili.
Alcuni giovani ritirati possono mantenere dei desideri di un autentico rapporto con l’altro e dunque, con un adeguato supporto psicoterapico e un intervento di supporto ai genitori e alla famiglia, poter avere una ripresa di una vita esterna e relazionale basata su un ridimensionamento di tali fantasie. Altri invece richiedono un continuo e costante lavoro di differenziazione dalle aspettative genitoriali narcisistiche con cui si sono profondamente identificati e da cui non vedono via di uscita.
Come si comporta in adolescenza un narcisista covert?
In maniera trasversale all’età, ma con un’attenzione specifica all’adolescenza, i comportamenti principali agiti dal narcisista covert sono i seguenti:
- bisogno di controllo: il narcisista covert esercita un controllo implicito od esplicito sull’altro al fine di mantenere un atteggiamento degli altri nei suoi confronti di accondiscendenza o idealizzazione
- svalutazione dell’altro e autoidealizzazione: svalutazione e idealizzazione sono i meccanismi maggiormente utilizzati dai narcisisti. L’obiettivo è di sminuire il valore degli altri e attraverso questo poter segretamente dare valore a sé e evitare, contemporaneamente, il confronto con la delusione delle proprie aspettative
- manipolazione: è strettamente connessa ai meccanismi sopra descritti. Corrisponde al desiderio inconscio del narcisista covert di mantenere un controllo sull’imprevedibilità degli altri e della vita. Il narcisista covert utilizza la colpevolizzazione, la vittimizzazione e la pietà
- sviluppo di relazioni tossiche: il narcisista covert tende a instaurare le relazioni con tratti tossici, di controllo e dipendenza sull’altro, di svalutazione dell’altro e focalizzazione solo sui propri bisogni
- ritiro sociale e depressione: è facile che i tratti di timidezza, chiusura ed evitamento, come sopra spiegato per gli adolescenti, rendano il narcisista covert più incline a sviluppare quadri depressivi e di ritiro sociale come forma di protezione da una realtà troppo dura da digerire.
Cosa fa arrabbiare un narcisista covert?
La frustrazione della grandiosità dell’immagine di Sé e la delusione dei progetti segreti onnipotenti sono la principale causa delle reazioni rabbiose dei narcisisti covert.
Possono essere reazioni anche forti, con poco controllo degli impulsi, che possono avere come oggetto i limiti e gli errori commessi, secondo il narcisista, dagli altri in maniera intenzionale per arrecare danno a lui, o lei. Può essere una rabbia senza oggetto e motivo, che ha la sola funzione di sfogare all’esterno il vissuto interiore di incapacità nel gestire ed elaborare le frustrazioni.
L’educazione in fase di crescita, per passare ora ai più giovani e agli adolescenti, al fallimento, all’insuccesso e alla possibilità di apprendere dagli errori, previene lo sviluppo in età adulta di tratti narcisistici.
Come comportarsi con un narcisista covert?
Essere in relazione con un narcisista covert può essere davvero complicato, un sottile lavoro da equilibrista tra il mantenere una distanza, che protegga sé, e una costruzione di una vicinanza in cui ci sia sempre più spazio per un rispecchiamento delle modalità di comportamento del narcisista e delle conseguenze sugli altri di questi stessi comportamenti.
L’empatizzare può essere utile solo quando la persona narcisista covert sia lui stesso in grado di riconoscere il suo lato sofferente e ferito e il suo lato grandioso.
È fondamentale consigliare l’aiuto professionale di uno psicoterapeuta sia quando la sofferenza, il ritiro e i vissuti depressivi possono mettere a rischio l’incolumità della persona che abbiamo accanto con un funzionamento narcisistico. E anche come via per aumentare la consapevolezza personale e migliorare il proprio modo di relazionarsi con sé e gli altri.
(3 Aprile 2024)