Piromania: quello che c’è da sapere

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali inserisce questa condizione psicologica nella sezione relativa ai disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta.

Piromania: quello che c’è da sapere

La piromania è una condizione psicologica a causa della quale si prova un costante e ossessivo impulso ad appiccare incendi.

Si tratta di un disturbo patologico inserito e classificato all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) che ha a che fare, per l’appunto, con un deficit nel controllo degli impulsi.

In questo articolo cercheremo di entrare nel dettaglio rispetto al significato della piromania, evidenziando le principali manifestazioni sintomatologiche, le possibili cause e gli eventuali trattamenti per curarla.

Che cosa è la piromania?

La piromania può essere considerata come una intensa e incontrollabile ossessione per il fuoco, per le fiamme e per le conseguenze che possono derivarne. L’appiccare fuoco, o l’innescare un incendio, di per sé determinano nel piromane una condizione di sollievo, di piacere e in ultima istanza di euforia. L’impulso e la gratificazione sono talmente intensi da lasciare sullo sfondo le responsabilità che derivano dal gesto.

Il termine piromania è stato coniato all’inizio del 1800 da Charles Chrétian Henry Marc, medico francese, combinando le due parole greche pyros e mania, che significano rispettivamente fuoco e passione smodata, eccessiva.

Cosa vuol dire piromania: il significato

Una persona può essere definita piromane nel momento in cui, in più di un’occasione, si è resa responsabile dell’appiccamento intenzionale e premeditato del fuoco. 

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, in particolare, inserisce questa condizione psicologica nella sezione relativa ai disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta

La caratteristica tipica di questo disturbo è l’incapacità della persona che ne soffre di resistere ad un impulso, benché questo sia distruttivo.

Fanno parte di questo gruppo anche la cleptomania e la ludopatia o gioco d’azzardo patologico.

I criteri stabiliti dal DSM-5 per effettuare una diagnosi di piromania sono molto stringenti e, per questo, raramente questa condizione patologica viene diagnosticata.

Entrando nel merito, ci sono delle condizioni che devono verificarsi perché una persona possa essere definita piromane, ovvero:

  • deve aver appiccato volontariamente un incendio in più di un’occasione
  • deve aver provato un senso di tensione prima e di appagamento dopo aver appicato il fuoco
  • provare attrazione per il fuoco
  • provare piacere nel vedere e/o appiccare incendi
  • soffrire di sintomi che non siano spiegabili con altre condizioni psicologiche quali disturbi della condotta, disturbi antisociali di personalità o episodi di tipo maniacale in generale

Secondo il DSM-5, non si tratta di piromania se il soggetto appicca l’incendio per i seguenti motivi:

  • denaro
  • ideologia
  • vendetta
  • rabbia
  • per coprire un’altra azione criminosa
  • come conseguenza di allucinazioni
  • per vantaggio personale di vario genere (ragioni assicurative, ad esempio)
  • stato di ebbrezza.

Comorbidità con altre patologie

La piromania spesso si presenta in associazione con altre condizioni psichiatriche. È questo il caso del disturbo da uso di sostanze o della ludopatia, così come il disturbo depressivo o il disturbo bipolare.

Come capire se si soffre di piromania: i sintomi

Come abbiamo anticipato parlando della definizione che il DSM-5 dà della piromania, l’atto dell’appiccare il fuoco è preceduto da un senso di eccitazione e tensione. Durante l’azione, invece, il piromane è affascinato dal fuoco, che desta in lui curiosità e interesse. Chi soffre di piromania prova questi sentimenti anche nei confronti delle attrezzature utilizzate per compiere il gesto e per le conseguenze che esso comporta. Dopo l’atto, infine, il piromane prova sollievo e gratificazione.

Alla luce di questi sintomi, il piromane non appicca un incendio per:

  • ragioni economiche
  • criminali
  • ideologiche
  • alterazione della salute mentale (ad esempio, a causa di droga o alcol) 

Allo stesso tempo, inoltre, non si può parlare di piromania quando il fuoco viene appiccato da pazienti che soffrono di altri disturbi della condotta o nel corso di episodi maniacali.

Profili psicologici del piromane

Unità speciali dell’FBI ha stilato dei profili di tipo psicologico-comportamentale del piromane, che si discostano in parte da quanto è possibile leggere sul DSM-V. Si è piromani per:

  • vandalismo. Solitamente sono gruppi di persone che per noia o per divertimento si ritrovano ad appiccare fuoco
  • profitto, quando si ha l’obiettivo di un guadagno personale, per trasformare un terreno agricolo in terreno edificabile, ad esempio
  • vendetta, quando l’appiccare fuoco avviene come ritorsione o risarcimento
  • terrorismo politico, quando ad essere danneggiato è lo Stato, o una istituzione pubblica, con l’obiettivo di esercitare pressione per indirizzare decisioni
  • per altri crimini, quando il fuoco è uno strumento per eliminare prove di un altro tipo di crimine, così da interferire con le indagini.

Un possibile profilo del piromane permette di descrivere un uomo tra i 30 anni e i 40 anni, con bassa scolarità e di preferenza residente in zone di campagna. Si tratta di una persona che non ha senso di rimorso, manifestando quindi un tratto antisociale.

Spesso fin da bambino ha dimostrato interesse di tipo patologico nei confronti del fuoco, iniziando a dar fuoco, non visto, a piccoli oggetti. Quando sente l’impulso ad appiccare fuoco cerca di preferenza luoghi vicini alla propria casa, o luoghi comunque familiari o conosciuti. È possibile che utilizzi strumenti semplici per l’accensione, come una sigaretta accesa o un accendino.

Che differenza c’è tra piromane e incendiario?

Ad essere più precisi, e anche sulla base dei profili psicologici appena passati in rassegna, è possibile indicare una differenza tra piromane e incendiario.

Il piromane agisce su una base psicopatologica, laddove l’incendiario è maggiormente spinto da ragioni di ordine economico, per semplice vendetta o per delinquere.

Come si diventa piromani: le cause

Le cause scatenanti della piromania possono essere molteplici e determinare varie tipologie di questo disturbo. Oltre ai fattori psicologici, possono contribuire all’insorgere del disturbo anche aspetti ambientali e sociali. Un’origine chiara di tale condizione, però, non è ancora stata identificata. I piromani, in particolare, vengono classificati in base alle motivazioni che innescano il desiderio morboso di appiccare il fuoco. 

Alcune indagini a campione, in particolare, hanno evidenziato il bisogno di riconoscimento alla base della piromania, interesse verso il fuoco, ma anche attitudine anti-sociale e rancore.

Altre ricerche, invece, si sono concentrate sul vissuto del paziente, sulla sua adolescenza e sulle origini della sua condizione patologica.

Come si cura la piromania?

Generalmente, la piromania viene trattata combinando la terapia farmacologica (solitamente gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) ai percorsi individuali di psicoterapia.

Per quanto riguarda l’approccio psicoterapeutico, la strada più battuta dagli specialisti è quella della terapia comportamentale. 

Il terapeuta può, altresì, concentrarsi sulle azioni del paziente, inquadrandole inizialmente, per poi analizzare nell’ottica di provare a eliminare il comportamento patologico. 

In molti casi, si segue una strategia psicodinamica che, partendo dalle emozioni negative che innescano i comportamenti scorretti, cerca di identificare i problemi che esse celano.

Alcuni studi, infine, hanno evidenziato l’efficacia di alcuni approcci alternativi, come il ricorso alla recitazione o simulazioni della mania in questione.