Il disturbo bipolare: cos’è e quali sono i sintomi

Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica contraddistinta da gravi alterazioni dell'umore. Vediamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come deve essere trattato.

Il disturbo bipolare: cos’è e quali sono i sintomi

Il disturbo bipolare, anche conosciuto come bipolarismo o sindrome maniaco-depressiva, è una condizione caratterizzata dall’alternarsi di episodi depressivi e fasi di euforia e eccitazione.

Rientra tra i disturbi dell’umore e colpisce circa 1 milione di persone solo in Italia.

Il rischio di suicidio, per chi soffre del disturbo, è 15 volte superiore rispetto a quello della popolazione generale. Risulta quindi fondamentale ricorrere a un’adeguata terapia farmacologica (basata in genere su farmaci stabilizzatori dell’umore) e alla psicoterapia.

Ma quali sono i sintomi di un disturbo bipolare? E come è possibile curarlo?

Cos’è il disturbo bipolare (o bipolarismo)?

Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica che provoca forti cambiamenti dell’umore, influenza le emozioni, il comportamento e la capacità di funzionare nella vita quotidiana.

Per capire meglio di cosa si tratti, possiamo immaginare la mente umana come una stanza con un termostato che mantiene stabile e gradevole la temperatura interna. Nel disturbo bipolare, il termostato funziona male, causando forti squilibri. 

Quali sono i sintomi del bipolarismo?

Chi è affetto da disturbo bipolare alterna episodi di depressione, durante i quali si sente triste e apatico, a episodi maniacali o ipomaniacali, durante i quali si sente attivo, euforico o molto irritabile e impulsivo.

Tra le fasi di mania e depressione, la persona può anche avere periodi di relativa stabilità.

Fase depressiva

La fase depressiva del disturbo bipolare presenta i sintomi classici della depressione (o episodio depressivo maggiore). Si caratterizza per la presenza di:

  • tono dell’umore molto basso
  • pensieri negativi su di sé, sul futuro e sugli altri
  • alterazione dei ritmi del sonno, con insonnia o eccesso di sonno 
  • cambiamenti nell’alimentazione, con perdita o aumento di peso. 

Dal punto di vista emotivo, possono comparire altri sintomi depressivi come sentimenti di disperazione, di colpa, di impotenza o di angosciaSi perde l’interesse per attività un tempo considerate piacevoli e non si ha alcuna voglia di uscire e di incontrare gente.

Gli aspetti cognitivi comprendono la fatica a concentrarsi, a mantenere l’attenzione e a prendere decisioni e i sentimenti di disperazione. Gli episodi depressivi solitamente durano di più di quelli maniacali e si presentano con più frequenza. Possono avere risvolti talmente gravi da condurre al suicidio o all’autolesionismo.

Fase maniacale

La fase maniacale del disturbo bipolare, al contrario di quella depressiva, si manifesta con umore elevato in maniera persistente ed eccessiva: si è su di giri, ottimisti o estremamente irritabili. Tra i sintomi maniacali rientrano:

  • sensazione di euforia
  • autostima molto alta, che può aggravarsi fino al delirio di onnipotenza o alla megalomania
  • scarsa capacità di perseguire i propri obiettivi 
  • ridotta capacità di giudizio e di pianificazione
  • impulsività e agitazione
  • sensazione di avere energie illimitate: non si sente il bisogno di mangiare o di dormire
  • difficoltà di concentrazione
  • pensieri caotici, che corrono rapidi e fuori controllo
  • aumento dell’interesse verso le attività sessuali 
  • condotte a rischio, come uso di sostanze e guida spericolata.

Raramente e nei casi più severi, la fase maniacale può presentare sintomi psicotici come allucinazioni e deliri

Gli episodi ipomaniacali sono simili agli episodi di mania, ma hanno una minore intensità, e rappresentano una forma meno grave: si percepisce euforia e maggiore produttività mantenendo, tuttavia, una maggiore capacità di portare avanti i propri impegni quotidiani, senza perdere il contatto con la realtà.

Fase mista

La fase mista è un periodo transitorio tra la depressione e la mania. In questa fase, i sintomi depressivi e ipomaniacali si presentano insieme, solitamente, accompagnati da un’ansia pervasiva e sentimenti di irritabilità o aggressività.

Negli episodi misti, l’euforia e la depressione si avvicendano rapidamente, anche nell’arco della stessa giornata. Chi li sperimenta può provare, per esempio, un’intensa agitazione ed eccitazione, tipiche della mania, ma rimanere depresso. O al contrario, può manifestare forme di mania con sensazione di gioia e umore alto, ma il suo pensiero rimane immobile, e la persona inattiva.

La classificazione e le tipologie di disturbo bipolare

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM5), i disturbi bipolari si possono distinguere in:

  • Disturbo bipolare di tipo 1
  • Disturbo bipolare di tipo 2
  • Disturbo ciclotimico (o ciclotimia)

Disturbo bipolare di tipo 1

Prevede l’alternarsi di fasi depressive a fasi maniacali o miste, della durata di almeno 7 giorni. Affinché sia diagnosticato, deve verificarsi almeno un episodio maniacale, a prescindere dall’insorgenza o meno di fasi depressive o ipomaniacali

Disturbo bipolare di tipo 2

Caratterizzato da fasi depressive e ipomaniacali. Un episodio ipomaniacale deve durare almeno 4 giorni. In questo secondo tipo prevalgono gli aspetti di impulsività e irritabilità che non diventano vera e propria mania. Affinché sia diagnosticato, devono verificarsi almeno un episodio ipomaniacale e un episodio depressivo maggiore

Disturbo ciclotimico (o ciclotimia)

Il disturbo ciclotimico, o ciclotimia, si caratterizza per periodi ipomaniacali e depressivi della durata di pochi giorni, seguiti da un decorso meno severo rispetto ai disturbi di tipo 1 e 2.

Qual è il disturbo bipolare più grave?

Non è possibile stabilire quale tra il disturbo bipolare di tipo 1 e quello di tipo 2 sia più grave. La differenza tra i due sta piuttosto nella diversa modulazione dei sintomi:

  • la presenza di effettivi episodi maniacali nel disturbo bipolare 1
  • la prevalenza dei sintomi depressivi, con periodici episodi ipomaniacali, nel disturbo bipolare 2.

Si può affermare, invece, che il disturbo ciclotimico sia contraddistinto da sintomi meno gravi rispetto alle precedenti sottocategorie: la depressione non diventa mai maggiore, così come le manifestazioni ipomaniacali sono meno intense.

Quali sono le cause del disturbo bipolare?

Le cause del disturbo bipolare sono ad oggi sconosciute. Il disturbo sembra avere origine da una trasmissione su base genetica ed ereditaria e il suo esordio si colloca intorno alla tarda adolescenza o alla prima età adulta. La base genetica, però, non sembra essere l’unica causa, alcuni fattori ambientali possono aumentare il rischio di insorgenza, per esempio:

Il ruolo del trauma

Le ricerche più recenti dimostrano che la comparsa del disturbo bipolare, così come quella di altri disturbi della personalità, è spesso preceduta da traumi. Circa la metà delle persone che soffrono del disturbo dichiarano di aver subito eventi traumatici o disturbanti nell’infanzia. Questi eventi possono riguardare episodi di maltrattamento, violenza sessuale, abusi psicologici, ma anche l’abbandono fisico ed emotivo (per esempio da parte dei genitori).

Si evidenzia, inoltre, che i soggetti con disturbo bipolare che hanno subito un trauma infantile presentano un maggior rischio di attuazione suicidaria, e una maggiore gravità dei sintomi depressivi. L’esperienza di trauma infantile, quindi, sembra essere associata a un esito clinico peggiore e a una maggiore compromissione del funzionamento psichico.

Come inizia il disturbo bipolare?

L’esordio del disturbo bipolare si colloca, come si è detto, durante l’adolescenza o nella prima età adulta. Solitamente si verifica in modo brusco, spesso come conseguenza di eventi di vita stressanti, ma può avere a volte un sviluppo progressivo e silente, accompagnato da sintomi quali irritabilità, deficit dell’attenzione e scarso controllo dei comportamenti.

Il primo episodio può essere:

  • di tipo maniacale (come accade nella maggioranza dei casi nel disturbo bipolare di tipo 1)
  • oppure depressivo (più frequente nel disturbo bipolare di tipo 2).

La diagnosi del disturbo bipolare

Va precisato che, nel campo della sofferenza mentale, porre una diagnosi non è sempre facile. La diagnosi si fonda sui sintomi fisici ed emotivi e sui comportamenti riportati dal paziente. In molti casi le valutazioni sono discordanti.

Nell’ambito dei disturbi mentali, il grado di accordo diagnostico fra valutatori diversi non supera, secondo la ricerca scientifica, il 60-65%. Inoltre, una stessa persona può presentare disturbi diversi in comorbilità, cioè è possibile porre più di una diagnosi. Le conoscenze sui disagi psichici presentano ancora molte lacune, per cui la comprensione e la classificazione dei disturbi è in continua evoluzione.

Non è un caso, infatti, che il disturbo bipolare abbia un alto tasso di diagnosi errate o imprecise, e venga confuso con altri disturbi della personalità.

Diagnosi differenziale con il disturbo borderline di personalità

La principale diagnosi differenziale da eseguire è quella con il disturbo borderline di personalità

Anche quest’ultimo si caratterizza per la presenza di una difficoltà nella regolazione delle emozioni con conseguente instabilità dell’immagine di sé, del comportamento, dei pensieri e delle relazioni interpersonali. Alcuni dei sintomi ricordano quindi, effettivamente, il disturbo bipolare: impulsività, comportamenti a rischio, umore instabile, instabilità nelle relazioni interpersonali.

Mentre il bipolarismo presenta oscillazioni del tono dell’umore indipendenti da fattori scatenanti esterni, le oscillazioni emotive del borderline dipendono maggiormente dall’ambiente esterno. Inoltre chi soffre di questo disturbo riporta maggiori vissuti di vuoto e vergogna e alterna ansia, depressione e rabbia (e non depressione ed euforia). In entrambi i casi, invece, possono essere presenti pensieri di morte e tentativi di suicidio.

A differenza del disturbo bipolare, il disturbo borderline non è una condizione che presenta periodi di remissione (cioè di assenza di malattia).

 

Dal disturbo bipolare si guarisce? Le possibili cure e i rimedi

Non esiste una terapia definitiva per la cura del disturbo bipolare: gli interventi sono indirizzati al controllo dei sintomi e dei singoli episodi maniacali o depressivi. Questi possono essere trattati con successo, e i pazienti riescono ad avere una vita normale e attiva.

Gli approcci terapeutici sono prevalentemente due: il trattamento farmacologico e la psicoterapia.

La riuscita del trattamento dipende da molti fattori, primo fra tutti, la disponibilità del paziente a farsi curare: la persona con disturbo bipolare, infatti, difficilmente riconosce di essere malata. Inoltre ha un’importanza decisiva anche l’ambiente circostante e l’esposizione ai fattori di stress.

Trattamento farmacologico

Il trattamento farmacologico per il disturbo bipolare si avvale soprattutto degli stabilizzatori dell’umore. Questa classe di psicofarmaci si è rivelata utile per trattare entrambe le fasi del disturbo, quella depressiva e maniacale, e nel prevenire le ricadute. Nello specifico, il farmaco d’elezione è il litio, che riesce a prevenire l’esordio degli episodi, nella maggior parte dei casi. 

Gli antidepressivi, come triciclici e SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), sono indicati nelle fasi depressive. Mentre antipsicotici e neurolettici, e in misura minore le benzodiazepine, sono utili per il trattamento della mania nella sua fase acuta. 

È importante ricordare che il trattamento farmacologico del disturbo bipolare è un processo molto delicato. La somministrazione dei farmaci deve essere operata con un attento dosaggio e con molta ponderazione. A volte, può essere necessario molto tempo prima di trovare la cura adatta.

Psicoterapia

È importante che il trattamento farmacologico, che resta ineludibile, sia sempre affiancato dalla psicoterapia, perché la cura abbia effetti apprezzabili e durevoli. La psicoterapia infatti consente una migliore stabilizzazione dell’umore. 

L’approccio che si è dimostrato più utile in caso di disturbo bipolare è la terapia cognitivo comportamentale, soprattutto quando il bipolarismo è secondario a un disturbo di personalità. La psicoterapia mira a intervenire su determinati comportamenti, e serve in particolare a fare in modo che il paziente:

  • non interrompa la cura farmacologica
  • riconosca i sintomi iniziali delle diverse fasi e di conseguenza sappia come comportarsi
  • impari a mettere in discussione i propri modelli di pensiero disfunzionali
  • impari ad affrontare con strategie mirate le difficoltà quotidiane
  • gestisca la rabbia e l’aggressività
  • migliori le proprie abilità comunicative.

Tutto quello che c'è da sapere sul disturbo bipolare: le domande frequenti e gli articoli correlati

Che cos'è la mania?

La mania è uno stato d’umore estremamente elevato e intenso, caratterizzato da euforia, iperattività, pensieri accelerati e comportamento impulsivo o incontrollato.

Durante un episodio maniacale, la persona può avere un’esagerata autostima, ridotto bisogno di sonno e un’energia eccessiva, spesso portando a decisioni rischiose o comportamenti dannosi. A differenza dell’ipomania, la mania può causare una significativa compromissione del funzionamento quotidiano e, in casi gravi, anche perdita di contatto con la realtà (psicosi).

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Che cos'è l'ipomania?

L’ipomania è uno stato d’umore elevato, caratterizzato da un aumento di energia, euforia o irritabilità, ma meno grave rispetto alla mania.

Durante un episodio ipomaniacale, la persona può essere molto attiva, parlare velocemente, sentirsi più creativa e sicura di sé, ma senza perdere il contatto con la realtà. Tuttavia, l’ipomania può comunque interferire con la vita quotidiana e, se non trattata, può peggiorare, evolvendo in mania o depressione.

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Che cos'è la depressione?

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da una profonda e persistente tristezza, perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane e una sensazione generale di vuoto o disperazione.

I sintomi possono includere affaticamento, difficoltà di concentrazione, cambiamenti nell’appetito o nel sonno, e pensieri ricorrenti di inutilità o suicidio. La depressione può interferire con la capacità di funzionare nel lavoro, nelle relazioni e nella vita sociale.

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Che cos'è la ciclotimia?

La ciclotimia è un disturbo dell’umore caratterizzato da oscillazioni croniche e leggere tra periodi di ipomania (umore elevato e maggiore energia) e depressione lieve.

Questi cambiamenti d’umore non sono gravi come quelli presenti nel disturbo bipolare, ma possono comunque interferire con la vita quotidiana e il benessere della persona. Spesso i sintomi sono abbastanza lievi da non essere facilmente riconosciuti, ma il disturbo può evolvere in forme più severe di disturbi dell’umore se non trattato.

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Cosa deve evitare un bipolare?

Per coloro che soffrono di un disturbo bipolare possono essere utili alcuni accorgimenti comportamentali, indirizzati a limitare il numero degli episodi depressivi e maniacali e ridurne l’intensità. Un miglioramento della qualità della vità è importante per il benessere psicologico dei pazienti bipolari. Alcuni consigli utili includono: 

  • gestire lo stress attraverso attività creative, significative e piacevoli
  • praticare attività fisica regolare, evitando sia lo sforzo eccessivo che la sedentarietà 
  • avere una buona igiene del sonno
  • evitare l’abuso di alcol e di sostanze.

Come gestire una persona bipolare in famiglia?

Aiutare un familiare con disturbo bipolare non è sempre facile. Per prima cosa, è fondamentale acquisire un’adeguata conoscenza della malattia e informarsi su sintomi, trattamenti e cure disponibili. Questo può fornire una base solida per offrire supporto al familiare che ne soffre. 

Altro passo essenziale è quello di distinguere la persona dal disturbo e riconoscere che i cambiamenti d’umore sono il risultato di un alterato funzionamento del sistema nervoso e non il riflesso del vero carattere del familiare. Accettare questa distinzione aiuta a sviluppare una maggiore comprensione e a trattare le situazioni critiche con pazienza e compassione.

Anche la consulenza e il supporto di un professionista possono aiutare il paziente e i familiari nella gestione della malattia e delle difficoltà che essa comporta. Il familiare, inoltre, deve essere incoraggiato a seguire la terapia prescritta. È utile, a questo scopo, mantenere una comunicazione aperta con lo specialista, accertandosi che le cure siano seguite regolarmente.

Un altro fattore che può aiutare a stabilizzare l’umore del paziente e a prevenire ricadute è quello di favorire uno stile di vita regolare, evitando stimoli eccessivi e il consumo di sostanze stimolanti. Programmare attività e impegni in modo da ridurre lo stress può contribuire al mantenimento di un ambiente calmo e rassicurante per il paziente.

Il disturbo bipolare è caratterizzato da fasi depressive e maniacali, quindi è importante essere preparati a gestire da un punto di vista emotivo sia pratico questi momenti difficili. Infine, mai sottovalutare il rischio di suicidio durante le fasi depressive. Se si notano segnali di pericolo, è fondamentale rivolgersi immediatamente a un professionista qualificato o chiamare i numeri di soccorso.