Poliamore: cos’è e come funziona

II poliamore è una forma relazionale che prevede di avere rapporti intimi, romantici o sessuali con più persone contemporaneamente. Non si tratta di una relazione aperta, ma di una pratica che si basa su precisi principi etici. Vediamo quali.

Poliamore: cos’è e come funziona

Il poliamore rientra tra le relazioni definite non-monogamie etiche e si basa sul rispetto reciproco e il pieno consenso di tutte le parti coinvolte.

A differenza della monogamia, dove ci si impegna a stare con un/una partner alla volta, il poliamore ammette la possibilità di amare e desiderare più di una persona contemporaneamente.

Approfondiamo insieme alla dottoressa Alessia Bajoni, psicoterapeuta coordinatrice del Servizio Adolescenti di Santagostino Psiche, la definizione di poliamore. Vediamo, inoltre, in cosa si differenzia dalle altre possibili forme di relazioni, monogame e non.

Cos’è il poliamore?

Il poliamore è un tipo di relazione amorosa, e dichiaratamente consensuale, nella quale ciascun partner può avere rapporti sentimentali con più persone. Il termine deriva dall’aggettivo greco poly e dalla parola latina amor, appunto amore. Non si ha a che fare con il concetto di coppia tradizionalmente inteso, ma con un nuovo modo di configurare la relazione.

Si tratta di un tipo specifico di non-monogamia etica, definibile come relazione intima, affettiva e di tipo erotico e sessuale, nel contesto della quale non si ha esclusività affettiva tra i partner. Purché accada in modo sempre consensuale e consapevole. In una relazione poliamorosa, quindi, tutte le parti sono informate e concordano sulla natura aperta della loro situazione sentimentale. L’idea centrale è che l’amore non debba essere limitato o ristretto e che sia possibile mantenere relazioni significative e profonde con più persone nello stesso periodo.

Le relazioni poliamorose, che si basano sempre sul rispetto reciproco e la comunicazione, possono essere di natura esclusivamente romantica, sessuale, o abbracciare entrambe le possibilità. Inoltre, non è posta alcuna preclusione rispetto all’orientamento sessuale o all’identità di genere.

Quando è nato il concetto?

A introdurre il termine poliamore è stata per la prima volta l’autrice Morning Glory Zell-Ravenheart, al secolo Diana Moore. Il termine esattamente introdotto era “relazione poliamorosa”, in un articolo intitolato A Bouquet of Lovers e pubblicato nel 1990 nella rivista Green Egg.

In seguito, nel 1992, Jeffiner L. Wesp realizzò un newsgroup, ovvero uno spazio virtuale di discussione, chiamato alt.polyamory, sulla rete di server Usenet. Uno spazio di incontro e confronto ancora attivo. In questo modo il concetto si è diffuso in diversi Paesi occidentali.

I Paesi Bassi permettono matrimoni di Stato tra più di due partner. Nel 2005 tre partner hanno potuto celebrare la prima unione nazionale.

Come funziona il poliamore? 

Le relazioni poliamorose si fondano su specifici accordi di relazione, per il mantenimento del reciproco rispetto. Questi accordi non sono mai definitivi e possono essere rinegoziati tutte le volte in cui sia richiesto o risulti necessario, dato che le relazioni poliamorose possono essere anche di lungo termine, come ogni altro tipo di relazione.

Tra gli accordi possibili si possono segnalare:

  • la dichiarazione da parte del partner di avere fatto una nuova conoscenza
  • scelta delle informazioni che vanno condivise con i partner
  • le emozioni che si provano in determinate situazioni.

La comunicazione, insieme al consenso e all’empatia, sono dunque i tre pilastri su cui si fonda questo tipo di relazione, che non si basa sul possesso. Un tipo di relazione, quella poliamorosa, nella quale il tradimento viene semmai concepito come mancanza di onestà e omissione piuttosto che perdita di esclusività sessuale e affettiva.

Cos’è la compersione?

I rapporti poliamorosi sono emersi, come possibilità relazionale da praticare e di cui parlare, solo negli ultimi trent’anni. E questa novità richiede nuove parole per essere raccontata, oltre che vissuta.

Un neologismo che esprime in modo chiaro il rapporto poliamoroso è la parola compersione, che indica di base uno stato d’animo, un sentimento, quindi di natura soggettiva. Un sentimento comparabile alla gioia o alla soddisfazione di fronte alla possibilità che il proprio partner si ritrovi coinvolto in un altro rapporto, di tipo sessuale oppure affettivo.

La compersione può essere rivolta non solo al proprio, o alla propria, partner, ma anche alla persona con cui loro decidono di condividere sentimenti e, nel caso, i rapporti sessuali.

Quanti tipi di poliamore esistono?

La relazione poliamorosa non è definita una volta per tutte e può svilupparsi in almeno tre modalità. Tutte accomunate sempre dagli unici vincoli di questo tipo di relazione: ascolto, comunicazione, consenso esplicito e mutua dichiarazione di intenti.

Il poliamore può essere aperto. In questo tipo di rapporto, i partner si accordano affinché ognuno possa avere delle relazioni di tipo sessuale fuori dal rapporto di coppia. Rispetto al rapporto principale, poi, ciascuno dei partner è libero di incontrare e frequentare altre persone, attraverso rapporti che possono svilupparsi autonomamente.

Esiste quindi il poliamore chiuso, che a sua volta si divide in due ulteriori tipologie. La prima variante, per così dire, è denominata polifedeltà, e richiede che la sessualità sia praticata solo all’interno della relazione. Nella seconda variante si ha un matrimonio di gruppo, che prevede fedeltà sessuale e nel quale possono essere coinvolti sei partner che si occupano, in modo condiviso, della casa, di eventuali figli, delle spese connesse.

Ci sono infine i poliamorosi solisti, che non abitano con il partner, o la partner, ma vivono da soli o con altre persone, che possono essere congiunti della famiglia di origine oppure amici, coinquilini.

Altri tipi di non monogamie etiche

Il poliamore, come già accennato, fa parte delle cosiddette non monogamie etiche. Queste forme relazionali comprendono:

  • polifedeltà, in cui le relazioni sentimentali sono ristrette a uno specifico gruppo di partner
  • poliamore gerarchico, in esistono relazioni principali, sovraordinate rispetto a quelle secondarie
  • anarchia relazionale: in cui non vi è distinzione tra i diversi tipi di relazione (d’amore e non)
  • poligamia (poliginia, poliandria e loro combinazioni), in cui una persona si sposa con più partner, che, a loro volta, possono avere altre relazioni poliamorose
  • relazione di gruppo, matrimonio di gruppo, triade, in cui i membri coinvolti nella relazione di gruppo si considerano legati gli uni agli altri allo stesso modo
  • relazione in cui un partner è monogamo, ma accetta che l’altro abbia relazioni diverse.

Quali sono le cause psicologiche del poliamore?

Le ragioni per cui una persona o un gruppo di persone può scegliere di intraprendere o partecipare a relazioni poliamorose sono diverse e dipendono dalla personalità, dall’esperienza e dalla concezione di vita di ciascuno. Le cause psicologiche che possono portare all’adozione di una relazione poliamorosa possono includere:

  • il desiderio di maggiore intimità e connessione emotiva con più di un partner
  • la volontà di diversificare le esperienze relazionali: si crede che una sola relazione non possa soddisfare tutte le esigenze emotive e sessuali
  • una predisposizione naturale a intrattenere relazioni con più di una persona alla volta
  • desiderio di onestà e trasparenza: chi non si identifica o non trova soddisfacente la monogamia potrebbe adottare il poliamore come pratica per essere onesto verso sé stesso e verso gli altri rispetto ai propri bisogni e desideri
  • rifiuto delle norme sociali tradizionali circa le relazioni monogame, e volontà di esprimere autonomia e libertà nel definire la propria vita sentimentale
  • adesione a valori come l’autonomia individuale e il rifiuto della proprietà dell’altro
  • bisogno di crescita e sviluppo personale. Il poliamore può offrire il contesto giusto per affrontare e superare gelosia e possessività
  • desiderio di costruire una rete relazionale più ampia con adulti a cui ci si sente vicini e che possono anche contribuire, eventualmente, alla cura dei figli e alla gestione di un nucleo familiare allargato
  • evoluzione naturale della relazione monogama, che può doversi adattare ai nuovi bisogni e desideri di ciascun partner
  • curiosità e sperimentazione di nuove dinamiche relazionali.

La società, tuttavia, spesso rifiuta di accettare e comprendere questo diverso modo di vivere l’amore, tendendo a stigmatizzarlo come errato o patologico. Questa diffidenza e stigmatizzazione è mirata a preservare e difendere le pratiche relazionali dominanti e istituite, che impongono l’uniformità e il modello di coppia monogama.

Rifiuto dell’idea romantica dell’anima gemella

Le persone che scelgono l’amore poliamoroso rifiutano l’idea romantica dell’esistenza di un’anima gemella unica per ognuno. Da una prospettiva poliamorosa, infatti, è irrealistico pensare che una sola persona possa soddisfare pienamente o “completarne” un’altra.

Dunque, nel poliamore, non esiste l’aspettativa che qualcuno debba sacrificarsi o conformarsi alle esigenze di un altro. Piuttosto, ciascuno ha sia il diritto che l’obbligo di prendersi cura di sé e di cercare la propria soddisfazione, anche attraverso più rapporti simultanei.

Secondo i suoi sostenitori, il poliamore è connaturato alla condizione umana, essendo l’uomo un animale per natura non monogamo. La pratica della monogamia, invece, è un costrutto culturale che si è sviluppato principalmente per assicurare riconoscimento e stabilità alla discendenza. Dunque, svolge una funzione di tutela del nucleo familiare.

La storia, tuttavia, testimonia che il poliamore è stato praticato da comunità che lo vivevano serenamente e con profondo mutuo rispetto.

Quali difficoltà possono sorgere in una coppia poliamorosa?

Essere in un rapporto poliamoroso, dobbiamo precisare, non significa essere parte di una coppia aperta, che prevede la possibilità di avere rapporti, con persone fuori della relazione, di natura esclusivamente sessuale. Le relazioni aperte prevedono, per definizione, quello che potrebbe essere definito tradimento consensuale.

Le coppie poliamorose, infatti, spesso patiscono la mancanza di un gruppo di riferimento esterno, che possa essere di aiuto nei momenti complessi e delicati che possono presentarsi.

Momenti delicati da gestire possono essere una comunicazione non sincera e trasparente, oppure inaspettati e del tutto comprensibili sentimenti di gelosia o di mancanza di fiducia. Oppure, ancora, il senso di colpa che potrebbe sorgere rispetto alle scelte che questo tipo di relazione richiede e comporta.

Anche la paura di perdere potere o controllo sul partner può essere un altro ostacolo, specialmente quando si condividono relazioni con più persone.

Inoltre, bisogna considerare il tempo e l’energia richiesti per gestire più relazioni contemporaneamente, così come le complessità legate all’inclusione di nuovi partner nel gruppo originale.

Infine, una delle difficoltà principali è la mancanza di modelli di riferimento per sviluppare interazioni all’interno di uno stile di vita poliamoroso. Questo può creare incertezza e complicazioni nella gestione delle dinamiche relazionali. Inoltre, preoccupazioni sociali, tra cui il giudizio negativo da parte di amici e familiari che spesso non comprendono questo tipo di relazione, possono aggiungere pressione e senso di inadeguatezza.

Come affrontare le conseguenze psicologiche del poliamore?

Il poliamore rimane un concetto relativamente poco conosciuto per molti, nonostante l’aumento delle famiglie poliamorose in Europa e in tutto il mondo.

Gli psicologi e gli studiosi mirano a sensibilizzare il pubblico e ad aumentare la consapevolezza su questo fenomeno. L’intento è quello di ridurre i pregiudizi e gli stereotipi associati al poliamore, promuovendo una migliore comprensione e accettazione delle diverse forme di relazione.

Consapevolezza, comunicazione aperta e rispetto

Affrontare le conseguenze psicologiche del poliamore richiede buone dosi di consapevolezza, comunicazione aperta e supporto. È importante esplorare le proprie emozioni, i propri desideri, i limiti e le aspettative che si hanno nei confronti della relazione poliamorosa.

La comunicazione aperta con i partner è il primo passo. La chiarezza è essenziale per evitare incomprensioni e conflitti e la gestione della gelosia dovrebbe essere affrontata in modo sano e costruttivo. Investire nel proprio sviluppo personale, attraverso la terapia, può essere utile per affrontare le implicazioni psicologiche legate al poliamore.

È di fondamentale importanza, inoltre, stabilire e rispettare i limiti personali di tutte le persone coinvolte. Trovare un gruppo di supporto o una comunità che condivide esperienze simili può aiutare a ottenere sostegno, consigli e a superare le difficoltà che si incontrano.

Infine, il rispetto per le scelte e i desideri altrui è un principio chiave. È fondamentale assicurarsi che tutte le relazioni siano basate sul consenso e sulla volontà di tutti i partner coinvolti.