Sentirsi vuoto è un’esperienza intricata e spiacevole che molte persone si trovano ad affrontare.
Questo fenomeno, intriso di sfumature psicologiche ed emotive, ci spinge a indagare oltre la superficie delle nostre sensazioni quotidiane. Da episodi di depressione a momenti di smarrimento esistenziale, il vuoto interiore è un territorio complesso e multiforme, che deve essere attentamente considerato.
La dottoressa La Greca, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino, ci aiuta a fare chiarezza sul tema, spiegando cosa vuol dire sentirsi vuoti, quali sono le cause alla base di questa condizione e come intervenire.
Che cosa significa sentirsi vuoti dal punto di vista psicologico?
Sentirsi vuoto è una sensazione che può essere descritta come un insieme di vissuti che sono caratteristici dell’esperienza psichica, e che possono quindi manifestarsi in tutte le persone con peculiarità e modalità differenti.
Il senso di vuoto viene comunemente associato al senso di noia, ma riguarda anche:
- apatia
- alessitimia
- sensazione di appiattimento emotivo
- insoddisfazione
- mancanza di senso e di motivazione
- solitudine
- confusione
- disillusione
- non appartenenza
- noncuranza
- vergogna.
Sentirsi vuoti può essere un’esperienza personale normale e passeggera, ma anche l’indicatore di una profonda sofferenza psichica.
Quali sono le possibili cause del sentirsi vuoti?
Il senso di vuoto può essere causato da:
- mancanza di motivazione o di obiettivi
- assenza di scopo e progettualità nella vita
- fallimento
- insoddisfazione.
Eventi traumatici e alcune caratteristiche personali possono ulteriormente favorire l’insorgere di questi vissuti, come ad esempio, la bassa autostima.
Quali i sintomi che accompagnano al senso di vuoto?
I sintomi più comuni che possono accompagnare il senso di vuoto, come già accennato, possono essere:
Questi sono alcuni dei segnali del sentirsi vuoti. In generale, il senso di vuoto è associato a emozioni negative o alla sensazione di non provare nulla. Altri sintomi correlati sono i comportamenti impulsivi, come:
- uso di droghe o alcol
- abbuffate
- acquisti compulsivi
- comportamenti autolesivi, come ferirsi e procurarsi tagli
- tentativi di suicidio.
In certi casi, l’esperienza di sé nel vuoto porta a sperimentare sintomi dissociativi.
Quali fattori psicologici possono contribuire al sentirsi vuoti?
Seppur premettendo che l’esperienza personale è sempre unica, è possibile rintracciare alcuni fattori psicologici che possono contribuire al senso di vuoto, tra cui, come già accennato:
- depressione
- bassa autostima
- sensazione di non essere all’altezza e di non essere abbastanza
- episodi e vissuti traumatici.
Tra questi, la depressione emerge come una forza significativa, avvolgendo l’individuo in un’atmosfera cupa e caratterizzata dalla mancanza di speranza. L’affrontare giornalmente la tristezza profonda può contribuire in maniera sostanziale alla percezione di vuoto.
In aggiunta, la bassa autostima e la mancanza di fiducia in se stessi possono generare un costante senso di insufficienza, alimentando il vuoto interiore e la convinzione di non essere all’altezza delle aspettative, sia personali che altrui.
La sensazione di non essere abbastanza può derivare da confronti sociali, idealizzazioni irraggiungibili o aspettative irrealistiche che lasciano l’individuo con una persistente sensazione di inadeguatezza.
Episodi e vissuti traumatici costituiscono un ulteriore terreno fertile per l’insorgere del vuoto interiore. Eventi dolorosi o situazioni traumatiche possono gettare un’ombra sulla psiche, lasciando dietro di sé un profondo malessere emotivo che si traduce in un vuoto difficile da colmare.
Quali disturbi psichici sono associati al senso di vuoto?
In letteratura, il senso di vuoto è considerato parte del quadro sintomatologico di alcuni disturbi psicopatologici. Vediamo i principali.
Disturbo depressivo
Nel disturbo depressivo il senso di vuoto può esplicitarsi in profondi sentimenti di tristezza e in apatia, accompagnati da una mancanza di speranza verso sé stessi e la vita. Il senso di fallimento diviene evidente, accresciuto da una percezione di inferiorità e indegnità rispetto agli altri.
Un altro elemento caratteristico del disturbo depressivo è l’anedonia, che si traduce nella perdita dell’interesse per attività precedentemente gradite e appaganti. Questo porta gradualmente all’abbandono degli interessi personali e all’isolamento emotivo. La stanchezza e la mancanza di energie completano il quadro patologico, rendendo ogni gesto e compito estremamente faticoso, al di là delle proprie capacità.
Disturbo borderline di personalità
Nel disturbo borderline di personalità, il senso di vuoto è considerato dal DSM 5 come criterio diagnostico, facendo riferimento alla disregolazione emotiva e degli impulsi.
In questo disturbo della personalità, le emozioni sono in costante fluttuazione, talvolta prive di un motivo apparente.
I processi di pensiero si rivelano altrettanto instabili, oscillando tra momenti di chiarezza razionale ed estremi distorti. Il comportamento segue questa variabilità, alternando fasi di linearità ed efficienza a improvvisi scatti di rabbia e azioni impulsive.
In aggiunta a questa instabilità generale, chi vive con il disturbo borderline sperimenta un vuoto interiore, caratterizzato da una dolorosa assenza di scopi.
In questo stato, si manifestano tendenze impulsive, che si sostanziano in comportamenti come abbuffate di cibo, abuso di sostanze, autolesionismo e tentativi di suicidio, con una notevole perdita di controllo.
La percezione di sé di chi affronta il disturbo borderline si presenta sfumata e frammentata. Coloro che ne soffrono hanno difficoltà a comprendere le proprie emozioni e desideri. L’incertezza riguardo agli obiettivi nelle relazioni e nella vita in generale contribuisce alla sensazione pervasiva di vuoto e smarrimento.
Disturbo narcisistico di personalità
Il sentirsi vuoti è un elemento chiave del disturbo narcisistico di personalità. La dinamica narcisista può essere interpretata come un processo in cui un’idea grandiosa di sé e il conseguente orgoglio svolgono un ruolo di difesa contro un profondo senso di vuoto e di mancanza di significato.
All’interno di questa dinamica, emergono le difficoltà nella delineazione di scopi e desideri al di fuori del sé grandioso, così come l’incapacità di comprendere appieno la natura dei bisogni affettivi personali.
Il vuoto nel narcisista si configura come una sensazione di spegnimento interiore, una dissolvenza dell’immagine di sé. Si traduce in una mancanza di senso, nel sentirsi soli, e si trasforma in una carenza di scopo nella propria esistenza e nella difficoltà di stabilire una direzione nella vita. A questo vuoto si sovrappone l’elemento speculare dell’orgoglio, inteso come una forza intensa che spinge verso la grandiosità del sé.
Disturbi del comportamento alimentare
Nei disturbi del comportamento alimentare, il vuoto attiene alla fragilità dell’autostima; le persone con disturbo alimentare tentano di controllare il senso di vuoto attraverso il controllo del cibo o le abbuffate.
Da una parte, il sentirsi vuoti dentro si traduce in pratiche restrittive dell’alimentazione, come il vomito o il rifiuto del cibo, come avviene nell’anoressia, cercando di ottenere un controllo sulle emozioni per emanciparsi dalle delusioni.
Dall’altra, il cibo diventa uno strumento in grado di offrire una soddisfazione temporanea, colmando il senso di vuoto attraverso una sua assunzione massiccia, come avviene nella bulimia.
Vengono innescati così senso di colpa e disgusto per sé stessi che creano un circolo vizioso, e acuiscono la sensazione di vuoto.
Come superare il senso di vuoto?
È di fondamentale importanza comprendere il significato personale del senso di vuoto e lavorare sulla regolazione e comprensione emotiva.
Quando si sperimenta per lungo tempo e con sofferenza questa condizione, è utile rivolgersi a un professionista della salute mentale per una valutazione personalizzata che permetta di costruire una proposta terapeutica mirata.
(13 Novembre 2023)