La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare, portando vantaggi ma anche, in certi casi, maggiore stress. Vediamo quali sono i principali elementi di difficoltà legati allo smart-working e 8 consigli per ridurre lo stress da telelavoro.
Anche se il processo di digitalizzazione in Italia era in atto da tempo, la pandemia ha portato una rivoluzione nel mondo del lavoro e dell’istruzione. In pochi mesi, studenti e lavoratori hanno cambiato radicalmente le proprie abitudini, sperimentando vantaggi e svantaggi connessi al cosiddetto smart-working.
Oltre a un cambio di mentalità, il telelavoro ha messo tutti di fronte ad alcuni fattori stressanti, che riguardano soprattutto:
- la sensazione di solitudine;
- la mancanza di confini tra attività lavorativa e vita privata;
- la maggiore esposizione a distrazioni che limitano la produttività.
A conferma di questo, un sondaggio della rivista Thrive Global, nel maggio 2020 ha rilevato che il 75 per cento dei lavoratori si sentivano stressati e meno produttivi del solito.
I principali sintomi dello stress digitale includono:
- ridotta motivazione;
- diminuzione della qualità delle performance;
- aumento della stanchezza mentale;
- sintomi fisici (cefalee, occhi secchi, dolori articolari, problemi gastrointestinali);
- sentirsi emotivamente “svuotati”;
- difficoltà a recuperare le energie.
In questo articolo vediamo come gestire lo stress da smart-working e come ridurre le fonti di distrazione che rendono meno produttivo il lavoro da casa.
Minore attenzione e i sintomi del disagio digitale
Nell’epoca digitale non è facile restare focalizzati. I principali problemi di attenzione e produttività sono legati soprattutto a:
- gestione dei confini;
- continue distrazioni derivanti da notifiche, riunioni online e multitasking.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Il problema dei confini
Lavorare da casa sembra aver favorito una diffusione dei confini tra la vita privata e quella lavorativa. Un esempio di tale effetto è la sensazione di dover essere sempre reperibili, anche al di fuori dell’orario lavorativo.
Connettersi con i colleghi da luoghi di solito non legati al lavoro inoltre (salotto, cucina, camera da letto), ha creato diverse difficoltà, configurandosi come ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo di stati ansiosi e/o depressivi. Ciò è vero in particolare per chi deve gestire figli o genitori anziani o assistere familiari malati.
Il lavoro da casa, infine, può diventare una fonte di nervosismo anche per la rumorosità degli ambienti o la mancanza di spazi e strumenti adeguati.
Le distrazioni digitali
Un altro problema posto dallo smart-working è rappresentato dalle distrazioni digitali e dal multitasking, il tentativo di portare avanti più attività contemporaneamente. I ricercatori che lavorano nel campo della psicologia generale sanno da tempo che il multitasking non è davvero una possibilità (APA, 2006). Passare di continuo da un’attività all’altra, infatti, comporta la necessità di ri-calibrare l’attenzione sul nuovo compito, con un costo di risorse cognitive e di tempo in grado di “mangiare” fino al 40 per cento della produttività.
Se già in un ufficio le distrazioni sono notevoli (diverse schede aperte sul pc, email distraenti, riunioni, urgenze…), dover gestire i fattori distraenti in casa può comportare un dispendio di risorse cognitive capace di condurre al burnout, una sindrome che riguarda l’esaurimento psicofisico legato al lavoro.
Come fare dunque per gestire al meglio lo smart-working?
-Leggi anche: FOMO,10 consigli per ridurre l’intossicazione da smartphone
I consigli per la gestione dello stress da smart-working
I confini possono essere intesi come le linee di demarcazione tra i vari contesti in cui viviamo e tra i ruoli che impersoniamo.
Ad esempio, nel corso della giornata possiamo passare dal ruolo di lavoratori a quello di genitori, per poi passare alla dimensione di partner.
Dato che la nostra vita è composta da vari sottosistemi, diventa molto importante gestire i confini tra questi contesti. Nel fare questo, ognuno ha il suo stile. Inoltre, i confini tra i sistemi possono essere definiti in maniera più marcata o meno netta a seconda delle situazioni.
Come rispondiamo a richieste eccessive da parte dei superiori o non pertinenti al ruolo? Che stile comunicativo adottiamo nel contesto lavorativo? Come gestiamo il confronto con i colleghi?
Mantenere confini chiari può aiutare a vivere meglio la quotidianità. Ecco alcuni spunti per riuscire in questo compito:
- Mantenere orari congrui all’attività lavorativa, con orario di inizio e fine della giornata;
- Fissare momenti di pausa, in modo particolare per il pranzo, in cui si possa consumare un pasto secondo corrette abitudini di educazione alimentare e nutrizionale;
- Ricordare che l’attenzione subisce fluttuazioni naturali, e che spesso basta una pausa per ritrovare la concentrazione;
- Dove possibile, differenziare gli ambienti dedicati al lavoro da quelli riservati alla vita quotidiana (stanze o postazioni diverse);
- Creare un rituale che possa definire la separazione tra i diversi ambiti/momenti della giornata (es. passeggiata in pausa pranzo, hobby a fine giornata, ecc…);
- Eliminare o ridurre le notifiche: secondo una ricerca dell’Università di San Diego, 6 persone su 10 non riescono a ignorare le notifiche che ricevono. Questo distrae e porta a dedicare meno tempo al lavoro. Se l’impulso di controllare il telefono è più forte di noi, può essere utile lasciarlo in un’altra stanza o impostare limitazioni all’utilizzo delle app (ormai la maggior parte degli smartphone prevede questa possibilità).
- Ridurre le email dallo smartphone. Cercare di gestire lettura e risposta delle email solo dal pc.
- Pasti senza schermi. È importante dedicare la giusta consapevolezza e attenzione al pasto. Se si è in compagnia, inoltre, può essere un momento di socialità e conversazione da non sprecare.
Allenarsi al benessere
Per migliorare le capacità assertive e di gestione dei confini esistono allenamenti specifici. L’assertività e il time management (capacità di gestire il tempo a disposizione) sono abilità utili soprattutto in situazioni conflittuali e/o stressanti, che possono attuarsi in diversi contesti e ambiti di vita, non in ultimo quello della vita privata. A volte i percorsi di counseling psicologico o di coaching per la salute possono aiutare a gestire meglio lo smart-working e ritrovare l’equilibrio tra vita e lavoro.
(24 Febbraio 2021)