Il pianto è una reazione naturale di fronte a emozioni intense, che ha spesso un effetto catartico. Eppure a volte smettere di piangere non è così semplice.
In alcuni momenti le emozioni sembrano prendere il sopravvento e si fa fatica a tenerle a bada, talvolta proprio quando si vorrebbe mantenere un “contegno”. In determinati periodi, inoltre, il pianto può manifestarsi di frequente, in modo improvviso o incontrollabile: in questi casi può essere una spia di una particolare vulnerabilità o di problemi più profondi.
Approfondiamo in questo articolo le ragioni che si celano dietro il bisogno di piangere e i meccanismi che lo scatenano, cercando poi di capire come gestire questa espressione emotiva.
Perché piangiamo?
Per capire come mai in alcune situazioni può essere difficile smettere di piangere, è fondamentale innanzitutto chiarire quali siano le ragioni che più frequentemente inducono il pianto.
Si può piangere per esprimere un ampio spettro di emozioni e stati d’animo: tristezza, dolore, rabbia, nervosismo, ansia, disperazione, ma anche gioia o commozione. Questo atto non solo esprime ciò che sentiamo internamente, ma può servire da valvola di sfogo per allentare la pressione interiore e alleggerire l’accumulo di stress.
Le lacrime possono essere anche uno strumento comunicativo, un mezzo per esternare agli altri i propri sentimenti. In questo senso, il pianto può essere un segnale di ricerca di conforto e aiuto. Fin dall’infanzia, le lacrime agiscono come un silente grido che invoca la vicinanza delle persone care. Anche in età adulta, possono manifestarsi in momenti di estremo bisogno emotivo, in cui, spesso in modo inconsapevole, si cerca una connessione con le persone attorno.
In generale, l’inclinazione al pianto è molto soggettiva: alcune persone piangono spesso o comunque con facilità, per via di una particolare sensibilità o di una predisposizione all’espressione dei propri sentimenti; altre lo fanno di rado, spesso a causa di un’autocensura. Basti pensare alla norma sociale, espressione di radicati stereotipi di genere, che concede alle donne il “diritto” a una maggiore emotività e richiede invece agli uomini un controllo stoico delle proprie emozioni.
Perché non riesco a smettere di piangere?
Alla luce di quanto detto, le ragioni che rendono difficile frenare le lacrime possono essere diverse.
Situazioni come un lutto, la fine di una relazione amorosa, eventi traumatici o anche un litigio violento possono essere fortemente destabilizzanti e generare un bisogno insopprimibile di piangere: la modalità di sfogo più primitiva e istintiva.
Si può non riuscire a smettere di piangere quando si ha un crollo emotivo a causa di stati di stress o ansia prolungati: un momento di sovraccarico che ha bisogno di tempo per essere riassorbito.
A volte si può piangere senza motivo apparente. In questi casi non riuscire a smettere può celare un conflitto interiore irrisolto o un’emozione non elaborata: condizioni che mettono alla prova l’equilibro psicoemotivo di una persona e, prima o poi, devono trovare una via d’uscita, un canale per esprimersi.
In determinati periodi può capitare inoltre di piangere spesso, più di quanto non si faccia normalmente, o anche tutti i giorni. Questo potrebbe essere il segno di un’alterazione persistente del benessere psicologico, che può essere dovuta a un disturbo dell’umore, come la depressione, o a disturbi mentali, come il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo bipolare o il disturbo borderline.
Cosa fare per smettere di piangere?
Cosa fare sul momento quando si è sorpresi da un pianto incontrollabile? Respirare profondamente e lentamente è una prima mossa efficace: inspirare contando fino a cinque, trattenere il respiro contando ancora fino a cinque, e poi espirare. Ripetere questo metodo diverse volte dovrebbe aiutare a calmare il pianto.
Anche distrarre la mente può risultare utile: concentrarsi in un’attività piacevole e appagante, come ascoltare musica, fare una passeggiata o prendersi cura di sé, è un modo efficace per ristabilire l’equilibrio emotivo.
Ma se per smettere di piangere intendiamo risolvere gli stati emotivi che scatenano il pianto, l’unica soluzione possibile è riconoscere i motivi profondi alla base di questa reazione emotiva e affrontare le emozioni che porta con sé. Ogni stato d’animo, per essere elaborato e metabolizzato, deve essere accolto, non ignorato o represso.
Può essere d’aiuto allora parlare con qualcuno di fidato, un familiare o un amico. Se il pianto è frequente o si presenta con vere e proprie crisi o senza una causa apparente, potrebbe essere opportuno consultare uno psicologo o psicoterapeuta per un’analisi più approfondita e un percorso terapeutico mirato a riconquistare il benessere emotivo.
Cosa fare per evitare di piangere?
Può capitare di sentirsi sull’orlo delle lacrime in contesti in cui si preferirebbe non mostrarsi vulnerabili, per esempio in un ambiente professionale o in presenza di molte persone che non si conoscono. In questi casi si può provare a calmare l’emotività con alcune strategie:
- prendere una boccata d’aria e fare due passi
- respirare profondamente
- parlare con qualcuno
- cercare dei motivi di distrazione.
È importante sottolineare, tuttavia, che il pianto non andrebbe mai represso, perché rappresenta un’espressione emotiva naturale e in quanto tale non deve essere mai motivo di vergogna. In molti casi, anzi, piangere è liberatorio e può alleviare il senso di oppressione e stress che si prova, dando sollievo. È bene ricordarsene anche quando si presenta in situazioni “scomode”.
(11 Ottobre 2024)