Psichiatria

Stabilizzatori dell’umore: cosa sono e quando usarli

Rientrano in questa categoria tutti i farmaci impiegati per trattare tutti questi disturbi psichiatrici caratterizzata da importanti oscillazioni dell'umore. Vediamo modalità d'uso, meccanismo d'azione e effetti collaterali.

Stabilizzatori dell’umore: cosa sono e quando usarli

Gli stabilizzatori dell’umore sono una classe di farmaci che, come indica lo stesso termine, vengono utilizzati per trattare i disturbi caratterizzati da oscillazioni dell’umore, e in particolare il disturbo bipolare.

Questi farmaci hanno l’obiettivo di regolare queste oscillazioni, riducendo sia i sintomi di mania e ipomania che quelli depressivi.

Il dottor Tricoli, psicologo e psicoterapeuta del Santagostino, spiega cosa sono questi farmaci, come funzionano e in quali casi sono indicati. 

Cosa sono gli stabilizzatori dell’umore?

Gli stabilizzatori dell’umore sono una classe di farmaci in grado di controllare, in tutto o in parte, le oscillazioni del tono dell’umore. Vengono impiegati in presenza di:

  • Significativa alterazione o marcate oscillazioni del tono dell’umore 
  • Instabilità emotiva
  • Irritabilità
  • Mancanza di controllo degli impulsi
  • Aggressività
  • Depressione cronica e resistente agli altri farmaci
  • Iperattività e iperreattività del sistema nervoso centrale
  • Irrequietezza e agitazione. 

L’obiettivo è quello di aiutare il paziente a raggiungere una maggiore stabilità emotiva, migliorando la funzionalità quotidiana e riducendo il rischio di ricadute.

Come funzionano: il meccanismo d’azione

Gli stabilizzatori dell’umore sono una classe di farmaci appartenenti alla categoria antiepilettici. Tra questi l’acido valproico e la carbamazepina sono le molecole più importanti e inibiscono le scariche ripetitive prolungate indotte dalla depolarizzazione delle membrane neuronali. 

Il gabapentin, antiepilettico e antinevralgico, agisce aumentando la biodisponibilità del GABA (acido gamma-amminobutirrico), uno dei più potenti neurotrasmettitori inibitori del sistema nervoso centrale, in grado di regolare l’eccitabilità neuronale e il tono muscolare.

Il litio agisce sui canali del sodio a livello di membrana, esercita un’azione sulle ammine cerebrali e nei meccanismi intracellulari di proteine con funzioni di messaggero; inibisce gli enzimi proteinchinasi cerebrali. 

L’acido valproico e il litio interagiscono nel nucleo dei neuroni con i fattori che regolano l’espressione genica.

A cosa servono gli stabilizzatori dell’umore?

Gli stabilizzatori dell’umore sono una classe di farmaci utilizzati principalmente per trattare disturbi dell’umore, e in particolare il disturbo bipolare. Questa è una condizione caratterizzata da variazioni estreme dell’umore, che possono oscillare tra fasi maniacali (o ipomania) e fasi depressive. Questi sbalzi possono influenzare notevolmente la vita quotidiana del paziente, interferendo con il lavoro, le relazioni e la qualità complessiva della vita. Gli stabilizzatori dell’umore mirano principalmente a:

  • Stabilizzare le fasi di mania e ipomania, durante le quali le persone sperimentano un aumento dell’energia, dell’euforia, dell’irritabilità e talvolta del comportamento impulsivo. 
  • Stabilizzare le fasi depressive, caratterizzate da profonda tristezza, disinteresse, affaticamento e altri sintomi tipici della depressione, riducendone l’intensità e prevenendo possibili ricadute.

In generale, gli stabilizzatori dell’umore sono impiegati per trattare un’ampia gamma di patologie come:

  • Disturbi dell’umore
  • Disturbo bipolare 
  • Mania
  • Depressione
  • Psicosi Maniaco-Depressiva. 

Quali sono gli stabilizzatori dell’umore?

Gli stabilizzatori dell’umore comprendono diversi farmaci, come:

  • Carbolithium
  • Depakin
  • Valproato di Sodio
  • Depamag
  • Lithiofor
  • Litio
  • Oxcarbazepina (Tolep)
  • Carbamazepina (Tegretol)
  • Lamotrigina (Lamictal). 

Più precisamente, sono considerati stabilizzatori dell’umore e indicati per il trattamento, sia in acuto sia nel lungo termine, del disturbo bipolare, i seguenti farmaci:

  • Sali di litio 
  • Acido valproico 
  • Olanzapina 
  • Aripiprazolo.

Alcuni farmaci, ideati inizialmente per il trattamento dell’epilessia come anticonvulsivi, vengono impiegati anche per stabilizzare l’umore, ad esempio:

  • Carbamazepina 
  • Lamotrigina 
  • Gabapentin 
  • Topiramato.

Litio

Il litio, tra gli stabilizzatori dell’umore, è quello più conosciuto, oltre che il primo a essere stato utilizzato. Si tratta di un elemento naturale che si trova in alcune acque minerali e anche, in piccole tracce, nel corpo umano. È usato per trattare gli episodi maniacali depressivi e per prevenirli. È associato di frequente a:

  • Aumento della sete e della minzione 
  • Nausea 
  • Aumento di peso 
  • Leggero tremore delle mani.

Acido valproico 

L’acido valproico (Depakin) è un farmaco anticonvulsivante, il cui sale sodico e i suoi derivati ammidici vengono impiegati per curare sia le diverse forme di epilessia generalizzata, sia le epilessie parziali. Viene, inoltre, impiegato per trattare alcuni disturbi dell’umore, come i disturbi maniacali e il disturbo bipolare.

Olanzapina

L’olanzapina è usata principalmente per trattare i sintomi della schizofrenia negli adulti e nei ragazzi a partire dai 13 anni di età. Questo farmaco può essere impiegato, allo stesso modo, nel trattamento del disturbo bipolare.

Aloperidolo

L’aloperidolo è un farmaco antipsicotico. È indicato in particolare per il trattamento di disturbi che condizionano il comportamento, il modo di pensare e di sentire, come: bipolarismo, schizofrenia e disturbi del comportamento.

Quali sono gli effetti collaterali degli stabilizzatori dell’umore?

Gli effetti collaterali più comuni degli stabilizzatori dell’umore comprendono:

Dopo quanto fanno effetto?

Gli stabilizzatori dell’umore solitamente iniziano a fare effetto dopo 15 giorni dall’inizio dell’assunzione, e raggiungono la loro massima efficacia dopo 4 – 6 settimane. Una volta che i sintomi si sono stabilizzati, di solito la cura viene protratta per un minimo di 6 mesi.

In generale, la durata della terapia varia in base alle necessità e alle caratteristiche del paziente. Dopo che il farmaco raggiunge la sua massima efficacia il medico curante prescrive una dose più bassa di mantenimento.

Gli stabilizzatori dell’umore sono utili nella prevenzione di futuri episodi maniacali o depressivi. L’uso a lungo termine di questi psicofarmaci può favorire il mantenimento di un buono stato di salute. L’interruzione del farmaco deve avvenire gradualmente, dal momento che la cessazione può aumentare significativamente il rischio di ricadute.

Quali sono gli stabilizzatori dell’umore naturali?

Esistono stabilizzatori dell’umore naturali, acquistabili senza prescrizione medica. In questi casi, è necessario valutare quali di questi abbiano una reale efficacia medica, insieme alla gravità del disturbo che si deve trattare e ai possibili effetti collaterali.

È necessario valutare, nello specifico, se il disturbo sia di lieve entità, e gestibile attraverso prodotti naturali. Tuttavia, in presenza di un disturbo bipolare o dell’umore severo, il trattamento d’elezione è quello farmacologico.

Iperico o erba di San Giovanni

Noto fin dall’antichità, l’iperico, anche noto con il nome di erba di San Giovanni, ha una dimostrata efficacia antidepressiva, soprattutto in caso di depressioni lievi e moderate, con un effetto paragonabile ad alcuni farmaci contro la depressione.

Alcuni studi autorevoli concludono che gli estratti di iperico sono superiori al placebo nella cura della depressione maggiore, dimostrando un’efficacia simile ai classici antidepressivi, ma con meno effetti collaterali. 

Tuttavia, la raccolta degli effetti collaterali, nel caso dell’iperico, è stata sottoposta a una sorveglianza meno stringente rispetto ai comuni farmaci. Pertanto, la sicurezza di questa pianta officinale nel lungo periodo non è ancora stata studiata in modo approfondito.

L’uso dell’iperico è particolarmente diffuso in Germania, soprattutto nel trattamento della depressione negli adolescenti, prima di provare la strada farmacologica.

Acidi grassi omega-3 

Gli acidi grassi a catena lunga, come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), sono in grado di ridurre l’infiammazione, considerata una causa parziale della depressione e del disturbo bipolare. 

In particolare, uno studio ha dimostrato che uno stile di vita sedentario e cattive abitudini alimentari sono fattori predisponenti allo sviluppo della depressione. 

La ricerca si è concentrata sugli effetti dell’attività fisica e degli acidi grassi omega-3 sulla depressione negli anziani e i risultati sono stati positivi.

SAMe

Il SAMe, noto anche come S-Adenosyl-L-metionina, è un stabilizzatore dell’umore naturale con effetti antidepressivi scientificamente dimostrati. Diversi studi hanno provato che SAMe spesso funziona meglio del placebo o degli antidepressivi da prescrizione, ed è utile nelle depressioni resistenti agli farmaci tradizionali.