Vigoressia, che cos’è e come trattarla

Le manifestazioni di questa condizione psicologica rientrano tra i disturbi di tipo ossessivo compulsivo e consistono principalmente nell'eccessiva e patologica preoccupazione per la propria muscolosità

Vigoressia, che cos’è e come trattarla

La vigoressia rientra nella categoria dei disturbi di tipo ossessivo compulsivo. Questa condizione psicologica si manifesta con un’eccessiva preoccupazione per il proprio tono muscolare.

Si tratta di una sindrome che si manifesta principalmente con la preoccupazione eccessiva nei confronti delle proprie forme e dei propri muscoli. Una preoccupazione con tratti ossessivi, appunto, capace di determinare comportamenti disfunzionali e pericolosi quali: esercizio fisico estenuato, abuso di sostanze dopanti, scelte alimentari pericolose.

Anche la vita sociale e la sessualità, maschile e femminile, possono risentirne in modo estremamente negativo. Quali sono le cause della vigorresia, e come uscirne in modo sicuro e definitivo? 

Cosa si intende per vigoressia?

La vigoressia, che nel 1993, quando fu indicata per la prima volta in uno studio fu definita anoressia inversa, è una tipo di dismorfofobia per la quale la persona percepisce il proprio corpo come troppo magro e con poca massa muscolare.

Sebbene il DSM-5 non riporti la vigoressia tra i disturbi mentali, i sintomi di questa sindrome sono riportati all’interno della categoria dei disturbi ossessivo-compulsivi.

Il significato del termine deriva dalle due parole che lo compongono: vigor e orexis. Queste due parole derivano rispettivamente dal latino e dal greco stanno per: forza e fame, desiderio. La vigoressia è quindi una fame, un desiderio di forza.

Questa dispercezione corporea è complementare, se si vuole, a quanto accade nell’anoressia nervosa. Per questa ragione la vigoressia, o bigoressia, viene anche chiamata anoressia inversa. Una terza denominazione è complesso di Adone, perché la persona vigoressica si considera smilza e poco muscolosa rispetto ad un presunto e irraggiungibile ideale di perfezione fisica del tutto irrealistico.

Una ultima denominazione è, inoltre dismorfia muscolare. Secondo i dati dell’Istituto di fisiologia clinica (Cnr-Ifc), riconducibili al 2020, la vigoressia è una condizione clinica con incidenza prevalentemente maschile, con una fascia di età che oscilla tra i 19 anni e i 35 anni. L’Italia, sempre nel 2020, ha visto ben 60.000 diagnosi di vigoressia. Si stima un aumento di incidenza anche nella popolazione femminile.

Come si comporta chi soffre di vigoressia?

I sintomi e i comportamenti di una persona vigoressica, nel concreto, possono essere indicati come segue:

  • eccessivo esercizio fisico: il vigoressico dedica gran parte del suo tempo all’allenamento, spesso più volte al giorno, senza pause opportune o giorni di riposo. L’esercizio diventa la priorità assoluta anche a discapito di quanto il proprio corpo chiede
  • ansia da mancato allenamento: si manifestano ansia, sensi di colpa e sintomi di astinenza quando non l’allenamento previsto salta, anche per un solo giorno, con ripercussioni sul tono dell’umore
  • insoddisfazione per il proprio corpo: nonostante l’aumento di massa muscolare e il miglioramento della forma fisica, persiste un senso di insoddisfazione verso il proprio aspetto. Questa percezione distorta può esasperare l’attività fisica
  • isolamento sociale: con allontanamento da amici, famiglia, o con riduzione di lavoro e di attività ricreative per fare spazio a ulteriori sessioni di allenamento. Anche le relazioni affettive possono risentirne
  • attenzione restrittiva alla dieta: il controllo ossessivo può estendersi alla dieta, con regimi alimentari estremamente rigidi per massimizzare i risultati dell’esercizio fisico, arrivando a rigettare specifiche categorie di cibo, ad esempio i carboidrati, senza basi scientifiche
  • negazione del problema: molte persone che soffrono di vigoressia faticano a riconoscere di avere un problema. Possono infatti giustificare il loro comportamento come parte di uno stile di vita sano o come una scelta per il raggiungimento di un obiettivo fisico.

Cause della vigoressia

Come per gli altri disturbi dismorfofobici, anche per la vigoressia le cause possono essere divise tra:

  • familiari
  • psicologiche
  • sociali
  • atre cause

Vigoressia e fattori familiari

Tra le cause della vigoressia può essere presente un pattern familiare di perfezionismo, attenzione alle apparenze e al rapporto con il cibo. Almeno uno dei genitori con vigoressia potrebbe avere (o aver avuto) un rapporto poco equilibrato con l’aspetto fisico e con il cibo. 

I familiari possono trasmettere ai figli un’attenzione spasmodica alle qualità del cibo, alla forma fisica e alla necessità di mostrarsi agli altri in modo impeccabile.

Fattori psicologici

Tra le cause della vigoressia, gli aspetti psicologici individuali sono altrettanto importanti. Il livello di autostima è spesso correlato in modo bidirezionale con l’aspetto fisico e il riscontro che si ottiene dagli altri. Ognuno di noi ha bisogno di apprezzamento e conferme da parte degli altri. L’aspetto fisico può diventare uno strumento per ottenere tali conferme e sostenere l’autostima.

Fattori sociali

La vigoressia risente molto dei fattori sociali. Anche questi, infatti, ricoprono un ruolo molto rilevante nello sviluppo dei disturbi alimentari e ossessivo-compulsivi legati al corpo.

I mass media e i social network attribuiscono un grande peso alla bellezza e alla forma fisica. Gli standard proposti da marchi di abbigliamento, da programmi televisivi, social e riviste sono spesso irraggiungibili per la maggior parte delle persone. Senza contare che molte di queste immagini sono ritoccate per risultare ancora più seducenti e attraenti.

Il bisogno di sentirsi desiderabili e in linea con questi standard elevati può portare le persone a sottoporsi ad allenamenti, diete, trattamenti del corpo e chirurgia plastica. Se per le donne è importante sentirsi magre, per gli uomini è importante sentirsi forti e muscolosi.

Altre cause della vigoressia

Le altre cause della vigoressia si riscontrano nella storia dei singoli individui che ne soffrono. A volte, infatti, un eccessivo allenamento e attenzione alla muscolarità dipendono da:

  • bullismo in infanzia o adolescenza, essere stati presi in giro per atteggiamenti “femminili” o per il proprio aspetto fisico in generale
  • una storia di rifiuti o tradimento da parte di partner, compagni/e, o persone a cui si era interessati, oppure di solitudine relazionale
  • un atteggiamento giudicante o sprezzante da parte delle figure di riferimento, che ha minato l’autostima della persona.

Quali possono essere le conseguenze?

La vigoressia, se non trattata in modo adeguato, può avere una serie di conseguenze sulla vita della persona interessata. Ad esempio, l’assunzione di steroidi anabolizzanti, soprattutto se incontrollata, può avere effetti collaterali gravi come:

Anteporre l’esercizio fisico alle relazioni sociali e all’attività lavorativa può determinare isolamento sociale, con conseguente depressione

Un allenamento continuo ed estenuante, con carichi estremi e senza giorni di riposo, inoltre, può avere effetti opposti a quelli desiderati sui muscoli, indebolendoli e rendendoli più suscettibili agli infortuni. 

Vigoressia e ortoressia

La vigoressia e l’ortoressia sono sì disturbi legati entrambi all’alimentazione e allo stile di vita, ma presentano differenze cospicue nonostante in punti in comune. Entrambi i disturbi sono relativi a comportamenti ossessivi legati al benessere fisico, ma sono differenti per focus e impatto sulla vita di tutti i giorni.

La vigoressia, ricordiamo, si specifica in una preoccupazione patologica per il proprio corpo e l’attività fisica, facendo sì che la persona dedichi una eccessiva quantità di tempo all’esercizio, spesso a discapito delle relazioni sociali e di altre attività. La ricerca continua del miglioramento e la percezione distorta del proprio corpo possono condurre a stress e ansia significativi, oltre che a compiere scelte di integrazione nutritiva dannose per muscoli e reni.

L’ortoressia invece si concentra sulla qualità del cibo consumato, con un’accentuata ossessione per il mangiare sano o estremamente salutare. Questo disturbo porta spesso a restrizioni dietetiche severe, alla esclusione di interi gruppi alimentari che sono percepiti come nocivi.

Come si diagnostica la vigoressia?

La diagnosi di vigoressia è abbastanza complessa, dal momento che le persone che ne soffrono tendono a nascondere il disturbo.

Si basa sostanzialmente sull’evidenza di una preoccupazione ossessiva per il proprio tono muscolare e sul riscontro di comportamenti maniacali che riguardano il sollevamento pesi e per una dieta ipocalorica e iperproteica

Questi sintomi di vigoressia possono manifestarsi in almeno 4 modalità, che costituiscono a loro volta 4 importanti criteri diagnostici:

  • la persona antepone l’esercizio fisico e la dieta a tutto il resto
  • evita di mostrare il proprio corpo per paura che non sia sufficientemente atletico. Il mostrarsi in pubblico determina ansia, stress e disagio
  • la preoccupazione per il tono muscolare e l’allenamento è tale da indurre all’isolamento sociale, alla perdita di amici, lavoro
  • la persona continua a praticare l’esercizio fisico, nonostante gli infortuni, e a usare anabolizzanti nonostante la consapevolezza dei loro effetti.

Come guarire dalla vigoressia?

Il primo passo per superare la vigoressia è rendersi conto che si tratti di un problema. Non sempre, infatti, le persone con questo disturbo ne sono consapevoli o ritengono problematici i propri comportamenti. I vigoressici sono spesso convinti di seguire indicazioni giuste e salutari. Inoltre, i programmi alimentari rigidi e l’attività sportiva sostengono la loro fragile autostima.

Il problema è che questo atteggiamento di autodisciplina può riflettere una tendenza a punire sé stessi, o a mostrare inconsciamente di essere amabili proprio perché si è disposti a soffrire. 

Per guarire dalla vigoressia è quindi importante innanzitutto rendersi conto di avere un rapporto poco equilibrato e sano con la dieta e l’attività fisica. Dopodiché è importante intraprendere un percorso di psicoterapia psicodinamica, per individuare i fattori che hanno portato a sviluppare questo disturbo.