Il multitasking è la capacità di portare avanti e concludere più compiti in contemporanea.
Ma esiste per davvero o è semplicemente il risultato della capacità di svolgere più attività in rapida successione?
Inoltre, se esiste, è un’abilità da considerare sempre positivamente? Oppure può avere conseguenze sulla salute mentale e il benessere psicologico nel medio-lungo termine? Esistono effettivamente dei rischi? È possibile limitarli con le giuste strategie?
Vediamo cos’è il multitasking, rispondendo ai dubbi più comuni su una delle skill più richieste nel mondo del lavoro odierno.
Che cosa si intende per multitasking?
Multitasking significa svolgere più attività contemporaneamente. Idealmente, per sviluppare questa capacità è necessaria una grande abilità di controllo e organizzazione dei propri pensieri e delle proprie emozioni, in modo da dividere le risorse attentive su più di un’attività alla volta.
Quando si è in una situazione di multitasking, quindi, bisogna essere in grado di esercitare un’attenzione e una concentrazione costanti. Non si tratta di un compito facile o scontato e, per certi versi, neppure auspicabile. Quando le attività sono onerose e richiedono un importante sforzo, il multitasking può comportare alcuni rischi.
Esiste davvero?
La ricerca psicologica suggerisce che, in realtà, la vera modalità multitasking non esiste. Quello che facciamo è semplicemente passare rapidamente da un compito all’altro.
Maggiore è la nostra abilità nello svolgere un compito, più possiamo farlo “automaticamente”, lasciando che il nostro cervello e le nostre risorse cognitive si occupino di un’altra attività in breve tempo.
Qual è il rischio del multitasking?
È difficile dire se il multitasking sia dannoso o meno, ma vi sono molte prove che mostrano come questo comportamento possa:
- causare stress
- ridurre l’efficacia
- aumentare la possibilità di errori e incidenti.
Il problema è che, se da una parte il multitasking può essere utile in compiti di minore importanza (come parlare e camminare), dall’altro può risultare dannoso quando si svolgono compiti complessi, ad esempio mettersi alla guida.
Quando passiamo da un’attività all’altra, infatti, perdiamo di efficienza perché ci viene richiesta una redistribuzione continua della nostra attenzione. Ogni nuova attività comporta un cambio di focalizzazione, ed anche se lo switch richiede millisecondi. L’insieme di queste perdite di tempo e il continuo sforzo cognitivo possono ridurre la produttività e l’attenzione generale in modo significativo.
Sotto il profilo psicologico, inoltre, l’abitudine al multitasking può aumentare l’ansia e la depressione, rendendo difficile focalizzarsi sui pensieri e definire le priorità. Studi condotti da università come Stanford e la University of London hanno evidenziato la perdita della capacità di filtrare le informazioni rilevanti, con una conseguente diminuzione dell’efficienza e una sorprendente riduzione del quoziente intellettivo di 15 punti.
Quali sono gli effetti collaterali del multitasking?
L’essere multitasking può provocare diversi effetti sia negativi che positivi.
Effetti negativi
Tra i possibili effetti negativi del multitasking rientrano:
- Riduzione della produttività. Focalizzarsi su più compiti contemporaneamente può portare a una riduzione dell’efficienza in ciascuno di essi. Il cervello è più efficace quando si concentra su una singola attività per volta.
- Aumento della probabilità di commettere errori in ciascuna attività. Questo perché si divide l’attenzione e la capacità di concentrazione.
- Stress e ansia, come detto, dovuti alla costante commutazione tra attività. Questo avviene perché il cervello deve adattarsi rapidamente a diverse sfere cognitive
- Fatica mentale. Il multitasking rende più difficile mantenere un elevato livello di concentrazione su qualsiasi compito.
- Riduzione della qualità del lavoro e rischio di burn out. L’attenzione è frammentata tra più attività, di conseguenza la qualità del lavoro svolto in ciascuna di esse può diminuire
- Diminuzione della memoria a breve termine, dal momento che le informazioni non vengono elaborate in modo efficace.
- Riduzione della creatività. La creatività richiede spesso un’attenzione profonda e la capacità di collegare idee in modo originale. Questa capacità può essere compromessa quando si è costantemente impegnati in più compiti
- Difficoltà a stabilire relazioni. L’essere costantemente impegnati in molte attività può influire negativamente sulle relazioni interpersonali, perché si presta meno attenzione a chi ci circonda.
- Perdita di tempo. Contrariamente a quanto si possa pensare, il multitasking può effettivamente far perdere tempo, poiché si spende tempo nel passare da un’attività all’altra e nel riadattamento del focus.
Effetti positivi
Nonostante si convenga in genere più sugli effetti negativi del multitasking, alcuni studi hanno comunque dimostrato che è possibile individuare alcuni effetti positivi. Questi sono correlati, in particolare, alla capacità di passare velocemente da un compito all’altro, soprattutto in determinate situazioni. Tra gli effetti potenzialmente positivi ci sono:
- miglioramento delle prestazioni scolastiche. Secondo uno studio condotto su adolescenti, coloro che dedicano più tempo alle attività mediali e svolgono più attività in contemporanea possono ottenere risultati migliori nei compiti svolti in presenza di distrazioni.
- Aumento della memoria di lavoro. I nativi digitali, abituati a un ambiente multitasking sin da giovani, potrebbero aver sviluppato una memoria di lavoro più ampia. Ciò implica prestazioni migliori in ambienti con più distrazioni rispetto a situazioni che richiedono focalizzazione su un singolo compito.
- Incremento della velocità in compiti motori. In un esperimento condotto su persone anziane, è emerso che l’esecuzione di compiti cognitivi mentre si svolgevano attività motorie come il ciclismo ha portato a un aumento significativo della velocità di pedalata, specialmente durante i compiti cognitivi più semplici. Questo suggerisce che il multitasking può migliorare le prestazioni in compiti motori.
- Interazione dei meccanismi di arousal cognitivo e fisiologico. Questa interazione può portare al rilascio di neurotrasmettitori come dopamina, norepinefrina ed epinefrina. I neurotrasmettitori, a loro volta, possono migliorare la velocità e l’efficienza cerebrale, in particolare nei lobi frontali. Questi effetti possono aumentare la disponibilità di risorse cognitive supplementari che facilitano la performance sia nei compiti motori che in quelli cognitivi.
Come essere multitasking limitando le conseguenze negative?
Molti studiosi sostengono che l’essere umano non sia fatto per il multitasking. Al contrario, la sua natura sarebbe portata a concentrarsi su una sola cosa alla volta.
Se tuttavia si desidera sviluppare le capacità di multitasking, limitando le conseguenze negative, può essere utile migliorare a fondo le singole attività che ci si propone di svolgere. Più diventiamo capaci a fare qualcosa, infatti, più saremo rapidi ed efficaci nel passare dall’una all’altra.
Le potenziali conseguenze negative del multitasking, però, esistono sempre. Per quanto possiamo diventare bravi, infatti, messaggiare mentre siamo alla guida non è mai una buona idea, oltre a essere espressamente vietato dalla legge e dalle regole di buon senso.
Il secondo rischio è quello del sovraccarico cognitivo. Le probabilità che ciò accada aumentano soprattutto nel caso in cui il multitasking sia una strategia che adottiamo spesso.
I raggi del sole bruciano una foglia solo se concentrati in un unico punto grazie a una lente. Allo stesso modo, noi dobbiamo diventare bravi a focalizzare la nostra attenzione su un singolo punto. Questo permette di “smarcare” più velocemente le cose da fare e, in questo modo, subire in misura minore lo stress.
(4 Settembre 2024)