La derealizzazione è un disturbo psicologico che fa sì che una persona percepisca il mondo come irreale o distaccato. Questo può causare una sensazione di estraneità o di dissociazione dal proprio corpo e dalle esperienze quotidiane.
La derealizzazione può essere causata da una varietà di fattori, tra cui stress, ansia, depressione o abuso di sostanze. Il trattamento per la derealizzazione spesso include la psicoterapia o la medicina, a seconda della gravità dei sintomi e delle cause sottostanti.
Quali possono essere le cause della derealizzazione? E in che modo può essere trattata, nel dettaglio? Lo illustra la dottoressa Ilaria Bellavia, psicologa e psicoterapeuta psicodinamica del Santagostino.
Cosa è la derealizzazione?
La derealizzazione può essere definita come un sintomo dissociativo, persistente o ricorrente, a causa del quale il soggetto percepisce il mondo esterno in modo distorto, come se la realtà, gli oggetti e le persone che lo circondano fossero estranei e sconosciuti.
Allo stesso tempo, le parole che vengono pronunciate e i gesti che vengono compiuti non sono percepiti come propri. Piuttosto, la persona derealizzata tende a vederli come osservatore esterno, dissociato da sé e da quanto gli accade.
Possiamo aver, ad esempio, perdita del senso della realtà. Questo è il primo sintomo della derealizzazione, che porta inoltre il soggetto a percepire l’ambiente attorno a sé come sconosciuto, e determina una mancanza di appartenenza rispetto a quanto il soggetto stesso compie oppure dice.
La depersonalizzazione e la derealizzazione sono inoltre stati che possono accompagnarsi.
Cosa si prova durante un episodio di derealizzazione?
I sintomi del disturbo di realizzazione sono diversi. Il soggetto descrive una condizione di distacco rispetto al mondo esterno, come se un velo si fosse frapposto. La realtà viene percepita come priva di vividezza e di alcuna sfumatura emotiva.
Sia le risposte emotive che il riconoscimento visivo delle persone affettivamente vicine diventano particolarmente labili. Spesso vengono vissuti episodi di déjà vu, e i luoghi familiari e consueti diventano estranei. Si ha la sensazione di osservarsi dall’esterno, e la percezione del tempo e dello spazio tendono a sfumare.
Questi sono sintomi fonte di disagio, e possono essere percepiti come intollerabili. Non è infrequente infatti che si associno ad ansia e depressione. È inoltre possibile che si verifichi un peggioramento dei sintomi stessi dovuto allo stress che la derealizzazione comporta.
Dobbiamo specificare che il soggetto è sempre consapevole che quanto sta percependo non corrisponde alla realtà, è piuttosto un suo modo di percepire la realtà. Questa distinzione è fondamentale, perché permette di distinguere il disturbo di derealizzazione dal disturbo psicotico.
Quanto tempo dura la derealizzazione?
I sintomi della derealizzazione possono avere un’insorgenza graduale o improvvisa, e gli episodi possono avere una durata che va dalle poche ore e può estendersi ad un arco temporale più significativo, dalle settimane fino ai mesi o anche gli anni.
Questo disturbo insorge tipicamente nel pieno dell’infanzia, ed è relativamente raro che si manifesti dopo i 40 anni.
Quali sono le cause della derealizzazione?
I fattori che determinano un episodio singolo o ricorrente,di derealizzazione sono riconducibili principalmente nell’avere subìto un forte stress. Ma dobbiamo essere più precisi, dal momento che le fonti di stress sono molteplici:
- abuso o trascuratezza di tipo emotivo nel periodo dell’infanzia
- abuso fisico
- assistere ad episodi di violenza domestica
- improvvisa morte di una persona affettivamente vicina o cara
- abuso di sostanze stupefacenti.
Lo stress può essere anche provenire da contesti che appartengono alla sfera economica o professionale. Episodi possono insorgere anche in un contesto di attacchi di panico o di disturbo di personalità borderline.
Come capire se si soffre di derealizzazione?
La valutazione e l’eventuale diagnosi si basano inizialmente sulla sintomatologia data dagli episodi di derealizzazione e possibile concomitanza con episodi di depersonalizzazione dalla durata ricorrente o che, comunque, tendono a ripresentarsi.
Il soggetto sa che queste esperienze dissociative non corrispondono a realtà e prova estrema angoscia o vede una importante diminuzione della qualità di vita, sia sul piano sociale che lavorativo.
È possibile che siano prescritti esami volti ad escludere cause di natura organica, come l’abuso di sostanze psicotrope o le sindromi convulsive. Esami quali TAC, ECG, oltre alle analisi del sangue e delle urine. Si ricorre anche alla somministrazione di test psicologici o colloqui strutturati.
Come si esce dalla derealizzazione?
I soggetti che presentano sintomi di derealizzazione possono essere affiancati e aiutati ad uscirne attraverso due approcci: il trattamento farmacologico e la psicoterapia. I farmaci ansiolitici o antidepressivi possono essere adottati, sotto stretta indicazione medica, per alleviare i sintomi di ansia e depressione correlati a questo disturbo.
La psicoterapia, cui si ricorre nei casi in cui non dovesse verificarsi una risoluzione spontanea del disturbo, prevede diversi approcci:
- cognitivo, che può aiutare il soggetto a interrompere l’eventuale catena di pensieri ossessivi sulla percezione di irrealtà
- comportamentale, grazie al quale il soggetto può imparare a svolgere attività per distrarsi dai sintomi della derealizzazione
- psicodinamico, con il quale è possibile una elaborazione e una gestione dei conflitti, delle emozioni e delle esperienze di tipo negativo che possono avere determinato l’insorgenza del disturbo.
La derealizzazione si presenta con sintomi dissociativi e l’obiettivo ultimo della terapia, accanto alla risoluzione dei sintomi stessi, dovrebbe essere un pieno recupero del dialogo interno del soggetto. Dialogo che si è momentaneamente interrotto a causa di un evento traumatico e stressante, e che impedisce una completa integrazione della personalità.
(16 Marzo 2023)