L’ansia da prestazione si manifesta con un timore e una preoccupazione eccessivi riguardo all’attuazione di una performance futura.
Chi ne soffre, prefigura nella sua mente lo scenario peggiore, temendo di non essere all’altezza di ciò che dovrà fare. La paura di fallire gioca un ruolo chiave nella sua insorgenza.
L’ansia da prestazione comporta stress, maggiore suscettibilità e irritabilità. Si tratta di manifestazioni che aumentano con l’avvicinarsi del momento in cui bisognerà effettivamente mettersi in gioco. Il senso di inadeguatezza genera pensieri negativi che possono tradursi anche in sintomi psicosomatici e comportamenti grossolani e impacciati.
In questo articolo vediamo come si manifesta l’ansia da prestazione, quali sono le sue possibili cause e come affrontarla al meglio, per evitare che influenzi negativamente le proprie performance.
Che cos’è l’ansia da prestazione?
L’ansia da prestazione può riguardare diverse sfere della vita quotidiana, come:
- lavoro
- scuola
- relazioni interpersonali
- rapporti sessuali
- sport.
Chi ne soffre ritiene che il successo o il raggiungimento degli obiettivi sia fondamentale per sentirsi apprezzato dagli altri. L’ansia da prestazione è, infatti, strettamente correlata al giudizio altrui. Per coloro che la sperimentano, il risultato di una prova deve essere necessariamente positivo. Se questo standard di perfezione non viene raggiunto, si prova allora un profondo malessere.
A livello interpersonale, questa forma d’ansia si manifesta con la costante necessità di essere accettati e stimati dagli altri.
Nella sfera scolastica o lavorativa, può indurre il desiderio di mettere in mostra le proprie capacità di fronte ai genitori durante il percorso di studi. Oppure di dimostrare ai propri superiori di essere competenti nell’eseguire i propri compiti.
Nel contesto sessuale, l’ansia da prestazione colpisce sia uomini che donne che attribuiscono grande importanza alla performance. L’eccessiva preoccupazione di non essere all’altezza o di deludere il partner può ostacolare il godimento della relazione sessuale, portando a un calo del desiderio o a difficoltà nell’ottenere l’orgasmo.
In ogni situazione, chi soffre del disturbo associa l’esito dell’evento al proprio valore personale, interpretando l’approvazione come crescita e la disapprovazione come perdita dell’autostima.
Quali sono i sintomi dell’ansia da prestazione?
I sintomi dell’ansia da prestazione possono essere sia mentali che somatici. Nel primo caso, il disturbo si traduce principalmente in:
- pensieri negativi
- apprensione
- scarsa autostima
- irritabilità che cresce con l’avvicinarsi del momento della performance.
Da un punto di vista fisico, invece, può comportare:
- sensazione generale di malessere
- sudorazione eccessiva
- tensione muscolare
- palpitazioni
- nausea e vomito
- bocca asciutta.
Nei casi più severi, l’ansia da prestazione può degenerare in veri e propri disturbi dell’umore, al punto da compromettere la qualità della vita, e risultare invalidante.
Bisogna precisare comunque che, prima di una prestazione di qualsiasi tipo, gli stati ansiosi possono essere fisiologi. Tuttavia, diventano patologici nel momento in cui ci si prefissa un ideale irrealistico di perfezione che rende inaccettabile qualsiasi risultato si discosti da questo obiettivo.
Gioca, inoltre, un ruolo cruciale, come abbiamo detto, l’eccessivo timore del giudizio altrui, che deve essere necessariamente e completamente positivo.
Ansia da prestazione sessuale nell’uomo
L’ansia da prestazione sessuale è un’esperienza che riguarda molti uomini, sebbene sia il più delle volte taciuta. Come suggerisce il termine, si caratterizza per una preoccupazione eccessiva che genera stress circa le proprie capacità e attività sessuali. Questo fenomeno può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e sulla qualità delle relazioni intime. Generalmente, l’ansia da prestazione sessuale si manifesta con:
- difficoltà a mantenere l’erezione, nonostante il desiderio sessuale
- eiaculazione precoce o eiaculazione ritardata
- diminuzione del desiderio: la paura di non soddisfare le aspettative può ridurre l’interesse verso l’attività sessuale
- problemi di concentrazione durante l’atto sessuale
- stress e tensione muscolare, che possono ostacolare ulteriormente la performance sessuale.
Le cause dell’ansia da prestazione sessuale sono varie e spesso interconnesse. Tra queste si possono includere:
- pressioni sociali e culturali: ad esempio, aspettative irrealistiche sulla virilità e la performance sessuale che generano pressione psicologica
- esperienze sessuali passate negative, di insuccesso o impaccio, possono portare alla paura di ripetere tali episodi
- problemi di comunicazione nella coppia: soprattutto, difficoltà nel parlare apertamente dei propri desideri e preoccupazioni con il partner
- fattori di stress esterni, legati ad esempio al lavoro, alle finanze
- problemi di autostima.
La comprensione dei sintomi e delle cause è il primo passo verso l’identificazione e l’adozione di strategie efficaci per superare l’ansia da prestazione sessuale. Spesso, affrontare quest’ansia richiede un approccio integrato che può includere terapia, comunicazione aperta con il partner, e pratiche di riduzione dello stress.
Perché si soffre di ansia da prestazione? Cause
L’ansia da prestazione è spesso causata dalla percezione di una forte discrepanza tra ciò che una determinata performance richiede e la propria capacità di essere all’altezza del compito. La focalizzazione è tutta sull’esito e non sul percorso che lo precede. Ciò che ne consegue è influenzato negativamente da questa premessa erronea.
Chi soffre di questa forma d’ansia percepisce le probabilità di insuccesso molto più alte di quanto siano in realtà. Questo determina un aumento dello stress, dei pensieri negativi e di tutti i sintomi psicosomatici succitati. Si genera così un circolo vizioso che è difficile spezzare.
Tra le cause dell’ansia da prestazione ci sono anche le aspettative troppo alte rispetto alla propria performance. Come detto, tutto ciò che si discosta anche minimamente da quell’obiettivo non fa altro che incrementare gli stati ansiosi.
L’ansia da prestazione è, quindi, alimentata da idee irrazionali. L’autostima rischia così di precipitare nel momento in cui si devono fare i conti con la realtà, generando un malessere profondo. In un certo senso, il fallimento viene previsto al punto da diventare una sorta di profezia che si autoavvera.
Cosa fare in caso di ansia da prestazione? Soluzioni e rimedi
Il primo passo per affrontare l’ansia da prestazione è essere consapevoli che, in molte situazioni, ci sono elementi al di fuori del proprio controllo che influenzano il risultato finale.
Alcune soluzioni per combattere efficacemente il disturbo prevedono di:
- concentrarsi sul processo, invece di fissare l’attenzione solo sul risultato finale. È importante focalizzarsi sulle azioni e sul processo che porterà a raggiungere l’obiettivo prefissato. Concentrarsi sulle azioni che si trovano sotto il proprio controllo aiuta a gestire meglio l’ansia e a mantenere una prospettiva realistica.
- evitare di pensare a ciò che non si può controllare: preoccuparsi di elementi che sfuggono al proprio controllo distoglie dai passi concreti da intraprendere. È essenziale accettare che ci saranno fattori esterni che influenzeranno il risultato. Concentrarsi su ciò che può essere gestito permette di utilizzare le energie in modo più efficace e produttivo.
È oltretutto importante riconoscere che ciò che si vive prima di una performance è un’ansia patologica, non fisiologica. Una volta accettato questo, sarà più semplice chiedere aiuto a un professionista, per avviare un percorso ad hoc.
Questo significa, innanzitutto, andare a indagare su quali siano le motivazioni alla base del disturbo d’ansia. L’obiettivo è quello di riconsiderare le proprie paure attraverso una diversa prospettiva, nell’ottica di ridimensionarle e dare loro il giusto peso. Bisogna riconoscere l’idea che pur non essendo perfetti, si può essere accettati lo stesso dagli altri. Che un eventuale fallimento non rappresenta una sentenza definitiva. Bisogna imparare a ridurre il peso del giudizio altrui sulle proprie azioni.
Sia la psicoterapia sia l’eventuale supporto farmacologico, su prescrizione medica, possono rivelarsi funzionali al superamento dell’ansia da prestazione.
Terapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale può rivelarsi particolarmente utile in caso di ansia da prestazione. Questo approccio prevede un lavoro sugli schemi mentali disfunzionali e sulle aspettative della persona. Mentre quella comportamentale consiste in una graduale esposizione al trigger dell’ansia, abbinata a tecniche mentali di rilassamento.
La chiave per trasformare il proprio modo di agire e la percezione delle proprie capacità risiede nelle convinzioni personali. Queste, infatti, esercitano un’influenza decisiva sul comportamento e sull’autopercezione.
Identificando le convinzioni sottostanti che alimentano insicurezze e azioni limitanti, si può iniziare un processo di rinascita della fiducia in sé. Questo processo prevede la sostituzione di convinzioni errate e autolimitanti con altre più positive, realistiche e pacifiche.
In questo contesto, è fondamentale porre valore nel successo ottenuto, che deve assumere un significato più grande rispetto al peso dato ai fallimenti. Riconoscere che l’errore è un’eventualità gestibile permette di accettarlo senza che questo influenzi negativamente l’autostima o la valutazione delle proprie capacità. Affrontando le proprie paure di fallire con una nuova prospettiva, diminuendo l’importanza data agli insuccessi, si apre la strada per una più serena relazione con sé stessi.
Sicuramente, anche l’adozione di uno stile di vita sano ed equilibrato, infine, può contribuire ad alleviare il carico emotivo delle persone.
(3 Settembre 2024)