La dipendenza da lavoro, nota anche come workaholism, è l’incapacità di staccarsi dalle attività lavorative e di dedicargli il giusto spazio.
La persona workaholic occupa gran parte della propria giornata al lavoro o ad attività correlate, a scapito di relazioni, tempo libero e benessere psicologico. Pensare al lavoro costantemente assume i tratti dell’ossessione.
Il lavoro viene prima di ogni altra cosa e assume un carattere totalizzante, occupando ogni spazio residuo nella vita della persona che soffre di questo disturbo.
Nella sindrome da workaholism il lavoro diventa la preoccupazione centrale e ricorrente della persona, che finisce per mettere tutto il resto in secondo piano.
In questo articolo cercheremo di capire come si manifesta la work addiction, quali sono le principali conseguenze e quali le principali strategie per curare questa forma di dipendenza.
Dipendenza da lavoro: sintomi principali
Anche se non esiste una sindrome da workaholism nel DSM-5, è possibile riconoscere la persona workaholic – o dipendente dal lavoro – da alcuni sintomi o tratti comportamentali più tipici.
Un tratto tipico della work addiction è la tendenza a dedicare al lavoro un numero eccessivo di ore, nella maggior parte dei casi superiore a quelle richieste, ad esempio, dai contratti. Ciò comporta conseguenze negative sugli altri ambiti della vita. Il workaholic, infatti, finisce col trascurare famiglia, relazioni personali, amicizie e altre attività come sport, svago o intrattenimento.
Tra gli altri sintomi peculiari della sindrome da workaholism, poi, ci sono:
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- forte irritabilità quando non è possibile proseguire con il lavoro o quando si è costretti a staccare
- nervosismo interpersonale, che si manifesta con insofferenza, scatti di rabbia o conflitti con colleghi, coniugi, partner, amici, figli
- stato di allerta e ansia costante, legato soprattutto a temi lavorativi
- sensazione che il tempo scorra troppo velocemente e di essere costantemente “con l’acqua alla gola”
- mal di testa
- dolori fisici come mal di stomaco, tensione muscolare, dolori addominali o dovuti a una postura scorretta
- difficoltà a dormire o ad addormentarsi
- agitazione psico-motoria.
Dipendenza da lavoro: conseguenze
La persona dipendente dal lavoro vive uno stato di agitazione e nervosismo costante. La vita lavorativa diventa un aspetto totalizzante delle proprie giornate e tutto il resto scivola in secondo piano. In famiglia e nelle relazioni la persona workaholic può sperimentare numerosi conflitti o tensioni, dovute soprattutto a richieste di attenzione dei propri cari (ad esempio del partner o dei figli) che il workaholic vive come una scocciatura, una futilità che distrae da ciò che è veramente importante, ovvero il lavoro. Dato che il workaholic si dedica praticamente solo al lavoro, un fallimento in questo ambito può risultare fatale per l’autostima, lasciando la persona svuotata e depressa.
Anche se il workaholism può sembrare una sindrome complessa, nei manuali diagnostici questa ha trovato sempre poco spazio. In parte, ciò è dovuto al valore positivo che la società attribuisce all’impegno e alla fatica per realizzarsi. Anche le aziende e i datori di lavoro favoriscono un atteggiamento di questo tipo. Di per sé, in effetti, non c’è niente di male nel proferire impegno e attenzione al lavoro. Tuttavia, quando questo fagocita le altre aree di vita della persona e mina il benessere psicologico, diventa chiaro che si sta verificando un disequilibrio nel bilanciamento tra salute mentale e lavoro.
Dipendenza da lavoro: come curarla
Il workaholism può essere curato in modo efficace con la consulenza psicologica e la psicoterapia. In questo caso gli interventi si focalizzano sul valore che il lavoro riveste per quella persona e sulle preoccupazioni associate. Al netto dei fattori comuni che generano una forte dedizione al lavoro, ogni workaholic ha una storia unica in cui si celano le origini della genesi di questa sindrome. In alcuni casi, ad esempio, la dedizione eccessiva al lavoro potrebbe dipendere da un sottostante disturbo d’ansia generalizzato, o da una depressione latente, da cui la persona si difende con l’iperattività.
Immergersi nel lavoro potrebbe essere un modo per cercare gratificazioni che mancano altrove (ad esempio in una relazione). Oppure, per cercare di ricostruire la propria autostima e immagine di sé attraverso risultati ottenuti a livello professionale.
Infine, in altri casi la dipendenza da lavoro può essere una reazione a lutti, momenti di vita particolari (come quello in cui i figli si allontanano da casa), perdita di autonomia o separazioni.
Una psicoterapia che indaghi sulle radici di questa reazione è il modo migliore per risolvere il workaholism, a patto che la persona si renda prima conto di avere un problema.
Foto di Lukas Bieri da Pixabay
(27 Maggio 2022)