Psichiatria

Dopo un lutto si cambia?

Affrontare un lutto è un'esperienza drammatica che stravolge l'assetto della vita di una persona, ma che può essere superata attraverso un adeguato processo di rielaborazione.

Dopo un lutto si cambia?

Dopo un lutto si cambia, sì. Affrontare la perdita di una persona cara è una delle sfide più impegnative che la vita ci presenta.

Si tratta di un’esperienza che segna inevitabilmente il corso della vita di ognuno di noi ed è in grado di farne vacillare le fondamenta. Ma cosa accade davvero dopo un lutto? Come cambiamo noi, le nostre emozioni e la nostra prospettiva sulla vita? In che modo è possibile ricominciare a vivere?

In questo articolo, con l’aiuto della dott.ssa Martina La Greca, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino, proviamo ad analizzare il processo di cambiamento che segue alla perdita di una persona cara, cercando di comprendere cosa si prova e come affrontare questa fase così difficile.

Cosa provoca un lutto?

Un lutto è un evento che scuote profondamente la nostra esistenza e ne altera gli equilibri. Non a caso, spesso lo si paragona a una ferita aperta che per rimarginarsi – lasciando al suo posto una cicatrice – richiede tempo. Per un periodo più o meno lungo, si impone come un evento catalizzatore di tutti i pensieri e di tutte le energie: la persona che vive il lutto si trova a confrontarsi con nient’altro se non con la propria sofferenza, faticando a tornare a quella che era la sua vita precedente.

Gradualmente, questo sconvolgimento può essere però metabolizzato, salvo nei casi in cui – come vedremo – “si cronicizza”, prolungando quelle sensazioni che di solito sono confinate in un arco di tempo limitato.

Cosa si prova dopo un lutto?

L’esperienza tragica di perdere qualcuno che si ama può scatenare una gamma complessa di emozioni. Emozioni che possono variare da persona a persona, perché ognuno affronta il dolore in modo diverso, ma che nella maggioranza dei casi fanno capo a uno spettro di sentimenti ricorrenti.

Shock e incredulità

Una delle prime emozioni che molte persone sperimentano dopo la perdita di qualcuno è lo shock. La notizia della morte di una persona cara può sembrare inverosimile, anche quando, per esempio, sopraggiunge dopo una lunga malattia e rappresenta in qualche modo un evento atteso. Ciò che era una parte normale della nostra vita sembra improvvisamente scomparire e per questo ci lascia attoniti e incapaci di credere a ciò che è accaduto.

Dolore profondo

La sofferenza è, naturalmente, una componente emotiva fondamentale del lutto: la normale risposta alla perdita di un legame personale significativo. Un sentimento così intenso da sembrare insopportabile, che fa sentire vuoti, spezzati e disperati.

Tristezza e umore depresso

La tristezza è uno dei sentimenti dominanti durante il lutto. Può avere intensità diversa a seconda della persona, fino a tramutarsi in depressione cronica, accompagnata dalla persistente mancanza di interesse per le attività quotidiane e, nei casi più gravi, da pensieri suicidari.

Senso di colpa

Il senso di colpa è un’altra emozione comune che può sopraffare chi sta affrontando un lutto. Spesso chi perde qualcuno, specie se in circostanze in cui sente di aver avuto un ruolo, si chiede se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso per evitarne la scomparsa. Pensieri come “se solo avessi…” o “perché non ho fatto…” possono tormentare la mente, portando a colpevolizzarsi per qualcosa di cui non si ha alcuna responsabilità.

Rabbia

La rabbia è una risposta naturale alla perdita: un altro modo con cui esprimiamo il dolore che proviamo. Può essere rivolta verso il destino, verso noi stessi e persino verso la persona scomparsa, “colpevole” di averci abbandonato. Un’emozione tanto intensa quanto irrazionale che può essere difficile da gestire, ma la cui risoluzione rappresenta un passo importante nel processo di elaborazione del lutto. 

Solitudine e nostalgia

Al dolore e alla rabbia molto spesso si accompagna un senso di vuoto, di solitudine e nostalgia della persona perduta. All’angoscia per la scomparsa si associa il desiderio di rivedere la persona cara, che può apparire in sogno. Queste rievocazioni oniriche provocano in alcuni un senso di inquietudine e agitazione, mentre possono essere confortanti per altri.

Paura del futuro

La morte di qualcuno può anche generare una profonda ansia rispetto al futuro. Questo perché, senza la persona mancata, la vita può sembrare priva di senso o spaventosa. Il dolore per il lutto subito ci porta a chiederci come possiamo andare avanti, se possiamo farlo e se è giusto farlo.

Cambiamenti fisici

Il lutto ha talvolta un impatto significativo sulla salute fisica, che risente in modo indiretto dello stress emotivo. È comune sperimentare disturbi del sonno, cambiamenti di peso, perdita di appetito, difficoltà di concentrazione e una sensazione generale di stanchezza cronica. 

Quanto tempo ci vuole per elaborare un lutto?

Il processo di elaborazione di un lutto è un’esperienza individuale, in cui ciascuno ha tempi propri. Non esiste un periodo predeterminato per superare un lutto, poiché ogni persona lo vive in modo diverso, a seconda della relazione che la legava alla persona deceduta, della tipologia di perdita subita, delle proprie risorse psicologiche e del sostegno ricevuto dall’ambiente sociale circostante. Per questo è importante, nell’attraversare questa esperienza, non preoccuparsi di conformarsi alle aspettative altrui e non giudicare i propri tempi di reazione perché troppo brevi o, al contrario, troppo lunghi.

L’elaborazione di un lutto è, del resto, come lo ha descritto la psichiatra svizzera Elizabeth Kübler Ross, un processo che attraversa diverse fasi e solo quando ognuna di esse si è conclusa può dirsi completato.  

Quanto dura la depressione da lutto?

Cambiare dopo un lutto implica anche attraversare una fase depressiva. Anche in questo caso, come per il processo di rielaborazione, non c’è una misura predefinita entro la quale la tristezza debba estinguersi. In genere, il dolore intenso e la tristezza più profonda che caratterizzano quello che è definito il lutto acuto, vale a dire la fase iniziale dopo la morte di qualcuno, caratterizzata da emozioni violente e sconcertanti, possono durare da alcune settimane a diversi mesi. 

Nella fase seguente, quella del lutto integrato, il dolore inizia a diminuire progressivamente, anche se non svanisce del tutto. Ciò che si sperimenta è un senso di normalità e il ritorno alle attività quotidiane, insieme alla capacità di ricordare la persona scomparsa senza essere assaliti dalla tristezza di un tempo. Alcune occasioni speciali come gli anniversari, le festività e altri eventi dalla forte portata emotiva possono riportare in superficie le emozioni iniziali, ma queste tendono a essere meno intense col passare del tempo. Il lutto integrato può durare a lungo, anche anni. 

Quando il lutto è patologico

È importante sottolineare, ancora una volta, che il lutto non ha una scadenza: non esiste un periodo “giusto” entro il quale ci si dovrebbe sentire meglio. Quando, tuttavia, si fatica a transitare da una fase di lutto acuto a una di lutto integrato, si resta cioè bloccati in uno stato di forte squilibrio emotivo e fisico, si può essere coinvolti in un lutto complicato o lutto patologico. Questa condizione si manifesta con pensieri ricorrenti della persona scomparsa e forti sentimenti di struggimento: sintomi che possono persistere al punto da compromettere la qualità di vita del soggetto che li prova.

Perché non si riesce a superare un lutto?

Quando elaborare un lutto diventa complicato? Sono diverse le ragioni che possono portare a non superare la perdita di una persona amata:

  • intensità del legame: un legame molto forte (come quello con un genitore, un figlio, un partner) può rendere la perdita particolarmente ardua da elaborare
  • circostanze della perdita: quando la morte sopraggiunge in modo improvviso, violento o traumatico, può essere molto più difficile da accettare
  • carenza di strumenti di coping: non avere sufficienti risorse interiori per affrontare il dolore e le emozioni legate al lutto può incidere sulla sua rielaborazione
  • complicazioni psicologiche: in alcuni casi, il lutto può sfociare in complicazioni come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) o la depressione maggiore, che richiedono spesso un trattamento professionale
  • resistenza al cambiamento: il lutto porta inevitabilmente al cambiamento. Alcune persone non riescono ad accettarlo e soffrono nel tentativo di adattarsi a una vita senza la persona deceduta
  • senso di colpa: sentirsi colpevoli per la perdita o per le azioni compiute durante la vita della persona cara può intrappolare le persone in un ciclo di dolore 
  • sostegno sociale: coloro che hanno una rete di supporto solida tendono ad affrontare meglio il lutto; al contrario, l’isolamento sociale tende a rendere il processo più faticoso
  • mancanza di supporto professionale: alcune persone evitano di cercare l’aiuto di  uno psicologo o psicoterapeuta quando ne avrebbero bisogno, e faticano a superare da sole il lutto.

Come ritrovare la voglia di vivere dopo un lutto?

Dopo aver attraversato il doloroso processo di lutto, si cambia ed è inevitabile chiedersi come si possa ritrovare la voglia di riprendere in mano la propria vita e trovare un nuovo senso di normalità. Non esiste una formula valida per tutti, ma ci sono diversi passi che possono aiutare a iniziare il percorso di ritorno a una vita soddisfacente.

La prima cosa da fare è accettare le emozioni legate alla morte. Permettersi quindi di piangere, arrabbiarsi, sentirsi tristi o confusi, e condividere il proprio dolore con amici, familiari o con un terapeuta: poter parlare apertamente dei propri vissuti con qualcuno permette di alleviare il senso di isolamento.

Altrettanto importante è preservare i ricordi della persona cara, così da continuare a sentirne la presenza nella propria vita, e, al tempo stesso, riflettere sul significato della sua perdita. Confrontarsi con questo aspetto può aiutare a trovare un senso in questa esperienza, oltre che una maggiore comprensione di sé stessi, fondamentale per la propria crescita personale.

Per poter tornare a vivere, è necessario procedere per gradi, cercare di ricostruire una routine regolare che includa il prendersi cura di sé tramite l’esercizio fisico, una dieta equilibrata e la giusta quantità di riposo. Prendersi cura di sé vuol dire anche imparare a concedersi momenti felici senza sentirsi in colpa. E questo non significa dimenticare la persona amata, ma riconoscere che la vita continua.

Quando il dolore si fa schiacciante e la sensazione di farcela da soli è insostenibile, cercare il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta è sempre una risposta efficace. La terapia può fornire gli strumenti per affrontare il dolore e il cambiamento e accompagnare lungo il percorso di guarigione.