Come si affronta un fallimento?

Il fallimento fa parte della vita. Ma come si affronta quando arriva? Scopri come imparare dai tuoi errori e ripartire più forte di prima.

Come si affronta un fallimento?

Affrontare un fallimento può sembrare uno degli ostacoli più complessi nella vita di una persona. Che si tratti di un insuccesso professionale, di una delusione personale o di un obiettivo non raggiunto, l’impatto emotivo può essere devastante. 

Tuttavia, imparare a gestire il fallimento è fondamentale per lo sviluppo e la crescita personale. I fallimenti hanno il potere di attivarci e di scuotere le nostre convinzioni. Alcuni ci motivano a perseverare, mentre altri ci spingono a rinunciare; alcuni ci conferiscono la determinazione di diventare irremovibili, mentre altri ci ispirano a esplorare nuove strade . Alcune sconfitte ci rendono più saggi, altre più combattivi, e altre ancora ci aprono a nuove opportunità.

In questo articolo esploreremo cosa significa fallire dal punto di vista della psicologia e come è possibile trasformare queste esperienze negative in opportunità di crescita e successo.

Che cos’è il fallimento in psicologia?

Il fallimento è considerato una risposta emotiva a situazioni in cui una persona non riesce a raggiungere un obiettivo desiderato. Non si tratta solo del fatto oggettivo di non riuscire in un’impresa, ma anche del modo in cui una persona percepisce e reagisce a questo evento. Il fallimento coinvolge spesso emozioni come frustrazione, senso di colpa, vergogna o addirittura ansia, che possono influire profondamente sulla salute mentale di un individuo.

La psicologia ci insegna che il modo in cui interpretiamo il fallimento dipende da molteplici fattori, tra cui il contesto personale, l’autostima e la forza interiore. Se per alcune persone un insuccesso rappresenta solo una battuta d’arresto temporanea, per altre può essere infatti percepito come un’esperienza catastrofica che mina profondamente la propria identità. 

La paura del fallimento, inoltre, blocca e impedisce di vivere. Come sottolinea il filosofo francese Charles Pepin nel suo libro “Il magico potere del fallimento”,  la vera minaccia non è fallire, ma rinunciare a provare.
Una società che esclude l’errore ci priva della possibilità di imparare dai nostri sbagli e di creare nuove soluzioni.

Cosa ci insegna il fallimento?

Se visto nella giusta prospettiva, il fallimento può diventare uno degli insegnamenti più preziosi della vita. Thomas Edison, uno degli inventori più prolifici della storia, sottolineava che ogni tentativo fallito lo avvicinava sempre di più al successo. Questa affermazione mette in luce una verità fondamentale: il fallimento non è una fine, ma un processo attraverso cui si può apprendere e migliorare.

Innanzitutto, ci insegna l’importanza della tenacia. Le persone tenaci e resilienti sono quelle che, di fronte a difficoltà o insuccessi, riescono a rialzarsi e a riprovare, anziché lasciarsi abbattere. Ogni errore diventa una fonte di apprendimento: analizzare cosa è andato storto, identificare le cause e apportare le correzioni necessarie per riorganizzare i propri obiettivi e renderli più realistici e raggiungibili.
Questo tipo di auto-riflessione è essenziale per evitare di commettere gli stessi errori e per rafforzare la propria capacità di non arrendersi e affrontare sfide future.

Il fallimento insegna anche l’umiltà e la gratitudine: accettare che non possiamo sempre controllare ogni aspetto della vita, ci rende più consapevoli delle nostre limitazioni, ma allo stesso tempo ci apre alla possibilità di apprezzare i piccoli traguardi raggiunti lungo il percorso. 

Cos’è un fallimento personale?

Un fallimento personale si verifica quando un individuo percepisce di non aver soddisfatto le proprie aspettative o di aver deluso qualcuno a lui vicino. 

A differenza del fallimento professionale, quello personale tocca le corde più profonde dell’autostima. Si manifesta quando ci troviamo a confrontarci con le nostre fragilità, che emergono attraverso errori o scelte sbagliate che influiscono sulle relazioni, sulla salute o sugli obiettivi che ci poniamo.

Ad esempio, una relazione finita o una crisi familiare possono essere vissuti come fallimenti personali, poiché spesso ci portano a riflettere sulle nostre responsabilità e sugli errori che abbiamo commesso.
Un altro esempio comune riguarda il ritorno a cattive abitudini, come smettere di fumare e poi ricominciare. In questo caso, l’insuccesso non è solo il riavvio di una dipendenza, ma anche il senso di aver tradito se stessi, indebolendo la propria forza di volontà.

Il fallimento personale è spesso vissuto con un’intensità maggiore, poiché coinvolge aspetti intimi della propria vita, facendo sentire molte persone sbagliate, inadeguate o inferiori. Tuttavia, riconoscere che il fallimento è parte integrante del percorso umano può aiutare a ridimensionarne l’impatto. È del tutto normale commettere errori nella vita, ma è importante non identificarsi completamente con essi, poiché non definiscono la nostra interezza.

Come ci si riprende da un fallimento?

Riprendersi da un fallimento richiede un approccio strutturato che combini la riflessione personale con l’azione concreta

Affrontare il fallimento. Cosa fare?
  • Accettare
  • Non avere sensi di colpa
  • Riformulare il fallimento
  • Cambiare

Il primo passo per affrontare un fallimento è senza dubbio l’accettazione. Spesso, la reazione immediata di fronte a un insuccesso è negare l’accaduto o sminuire l’entità dell’errore. Tuttavia, solo riconoscendo pienamente la realtà della situazione si può avviare un vero percorso di miglioramento.

In questa fase l’autoanalisi gioca un ruolo cruciale: è necessario riflettere con onestà su ciò che non ha funzionato, ponendosi domande come ‘Cosa è andato male?’, ‘Quali responsabilità posso attribuirmi?’ e ‘Quali fattori sono stati invece al di fuori del mio controllo?’.
Questa riflessione profonda aiuta a capire le dinamiche dell’errore e a individuare come affrontare la prossima sfida in modo più efficace.

Un altro passo essenziale è smettere di colpevolizzarsi eccessivamente. Dare la colpa a se stessi spesso porta solo a immobilismo e frustrazione. Accettare la propria responsabilità è necessario, ma non bisogna sovraccaricarsi di colpe.

Per superare un fallimento, è inoltre necessario riformulare l’esperienza, anche se dolorosa, in una prospettiva positiva. In altre parole, il fallimento deve essere considerato come una lezione preziosa.
Ad esempio, se non si è riusciti a raggiungere un obiettivo professionale, invece di soffermarsi sull’insuccesso, è utile riflettere su ciò che si è appreso durante il percorso e su come queste nuove conoscenze possano essere sfruttate in futuro. Riadattare il fallimento in questo modo permette di mantenere un approccio più costruttivo e orientato al miglioramento.

Infine, è fondamentale riprovarci, ma con un approccio diverso. Che si tratti di modificare il metodo di studio per un esame o di adottare un nuovo atteggiamento in una relazione, il cambiamento è indispensabile. Questo principio è ampiamente supportato dalla psicologia comportamentale, che evidenzia l’importanza di creare nuove abitudini per ottenere risultati differenti.
Affrontare un fallimento può generare emozioni intense come la depressione o l’ansia. In questi casi rivolgersi a un professionista della salute mentale può essere di grande aiuto. Un terapeuta può fornire strumenti e strategie per gestire al meglio queste emozioni negative, aiutandoti a elaborare l’esperienza e a ritrovare un senso di benessere.