Ludopatia, come curare la dipendenza dal gioco

La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico (Gap), è una dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Può compromettere non solo la vita economica, ma anche l'equilibrio e gli affetti personali di chi ne soffre.

Ludopatia, come curare la dipendenza dal gioco

La ludopatia, nota anche come gioco d’azzardo patologico (Gap), è un disturbo comportamentale che consiste nella dipendenza dal gioco d’azzardo

Questo disturbo può portare a un disagio tale da compromettere in maniera significativa ogni aspetto della vita delle persone che ne sono affette, dalle relazioni al lavoro passando, in generale, per la sfera sociale. Chi ne soffre, inoltre, può subire gravi danni economici a causa dell’incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni.

In questo articolo cercheremo di dare una definizione al disturbo, definendo i principali sintomi, le cause e le terapie disponibili.

Cos’è la ludopatia?

L’Istituto superiore di sanità definisce la ludopatia come un comportamento problematico, che assume un significato patologico quando persiste e ricorre nel tempo, associato al gioco d’azzardo.

Questo disturbo è stato classificato nel 2013 come dipendenza comportamentale all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei disturbo mentali (DSM-5).

Colpisce soprattutto adolescenti e studenti universitari e tende a manifestarsi maggiormente nelle persone di sesso maschile rispetto a quelle di sesso femminile.

Quanti tipi di ludopatia ci sono?

I diversi tipi di ludopatia possono essere distinti esclusivamente in base al tipo di gioco d’azzardo che fa scattare la dipendenza comportamentale. I giochi d’azzardo che più incidono sono:

  • slot machine
  • gioco online, con maggiore propensione per il poker online
  • scommesse, attuate nel calcio, nella corsa ai cavalli.

Più utile è, forse, distinguere tra i differenti tipi di giocatori. Robert Custer, tra gli studiosi di gioco d’azzardo patologico più importanti, ha stabilito sei tipi di giocatori:

  • professionista: capace di gestire tempo e risorse, tanto da rendere il gioco d’azzardo un lavoro
  • antisociale: alla ricerca di guadagno, disposto anche a fare carte false pur di vincere
  • sociale occasionale: usa il gioco d’azzardo a scopo ricreativo, senza rischiare alcun comportamento patologico
  • sociale serio e costante: il gioco d’azzardo è l’unica modalità di divertimento, senza alcuna conseguenza
  • per fuga: sceglie l’azzardo per mettere da parte disagio, depressione o solitudine, ed è comunque in grado di gestirsi
  • compulsivo: incapace di esercitare alcun controllo sul gioco, quindi preda della dipendenza.

Come comincia la ludopatia?

Come per la dipendenza da alcol o da sostanze stupefacenti, anche la ludopatia inizia in modo quasi impercettibile e subdolo.
Inizialmente la persona cerca nel gioco una gratificazione che agisca come sedativo rispetto a condizioni o sentimenti negativi (ansia, tristezza, frustrazione), e non si rende conto di essere a rischio. Vengono spese piccole quantità di denaro e la possibilità di perdere qualche euro non desta preoccupazione. 

Tuttavia, con il passare del tempo, aumentano sia la frequenza che la ripetizione delle scommesse, e anche gli importi tendono ad essere più consistenti.

Il ludopatico è, in definitiva, una persona incapace di gestire il primo impulso che determinerà il comportamento legato alla gratificazione, o alla eccitazione.

Quali sono i sintomi della ludopatia?

Perché la dipendenza da gioco d’azzardo sia accertata a livello diagnostico, è necessario che il paziente manifesti entro l’arco temporale di un anno, almeno quattro tra questi sintomi:

  • irritabilità e sensazione di irrequietezza quando smette di giocare
  • presenza di pensieri ossessivi legati al gioco
  • crescita del bisogno di giocare a fronte di stati emotivi come stress, depressione o ansia
  • tentativi ripetuti, ma fallimentari di gestire l’impulso del gioco
  • bisogno di puntare somme di denaro sempre più elevate per sentirsi appagati
  • negare e nascondere il proprio disturbo mentendo
  • perdere denaro (anche in somme ingenti) è uno stimolo a rigiocare 
  • compromissione della sfera sociale, dello studio o del lavoro
  • richiesta di prestiti a fronte di una situazione finanziaria compromessa a causa del gioco.

Dinamiche neurobiologiche della ludopatia

L’abuso del gioco d’azzardo si verifica quando questo attiva l’area del cervello responsabile della gratificazione, influenzando le proprietà dopaminergiche. La dopamina, infatti, è il neurotrasmettitore coinvolto nel meccanismo della ricompensa e del piacere. 

Questa gratificazione porta a una maggiore probabilità che la persona ripeta il comportamento che le ha procurato piacere.

Quali sono le cause?

La ludopatia coinvolge diverse aree del cervello e della psiche. Le cause che portano allo sviluppo di questa dipendenza sono molteplici e spesso interagiscono tra loro.

Fattori che contribuiscono alla ludopatia
1. Predisposizione genetica

  • Vulnerabilità neurobiologica
  • Difficoltà nella gestione e nel controllo degli impulsi (pazienti che hanno sviluppato dipendenze patologiche)
  • Alterazione dei neurotrasmettitori (serotonina, noradrenalina, dopamina)
2. Fattori ambientali

  • Provenienza da famiglie con problemi di ludopatia
  • Eventi di vita traumatici
  • Fattori psicologici
3. Fattori che rafforzano la dipendenza

  • Sensazione di vittoria o sconfitta
  • Illusione di sfuggire ai problemi
  • Eccitazione provocata dal gioco

Come aiutare una persona ludopatica?

Quando un parente o un amico si accorge che una persona cara mostra comportamenti di gioco d’azzardo patologico, come giocare di nascosto o negare la frequenza e le somme spese, la situazione diventa complessa. 

Spesso, infatti, il ludopatico non riconosce la sua dipendenza, anche di fronte a prove evidenti come un estratto conto dettagliato. Un modo efficace per aiutare potrebbe essere quello di organizzare una visita dal medico di base, lasciando che il professionista avvii un primo intervento.

Come si può curare la ludopatia?

Per il disturbo da gioco d’azzardo patologico, interventi di tipo psicoterapeutico come la terapia cognitivo comportamentale sono sicuramente approcci che possono rivelarsi efficaci. 

L’obiettivo di questi trattamenti è comprendere i meccanismi alla base del disturbo da gioco. Una volta acquisita questa consapevolezza, si possono individuare le migliori strategie per gestire la dipendenza nella vita quotidiana, inclusa un’esposizione controllata ai fattori scatenanti.

Qualora la dipendenza sia più severa e la psicoterapia da sola non sia sufficiente, potrebbe essere necessario affiancare anche una terapia di tipo farmacologico.
Anche la terapia di gruppo può essere una buona strategia terapeutica, in quanto pazienti che soffrono dello stesso disturbo e hanno vissuto esperienze simili potrebbero confrontarsi proficuamente tra di loro.